Operazione "Genesi". Il "disperato" bisogno di soldi del magistrato Petrini per la casa ad Assisi e l’aiuto dell’avvocatessa Spina

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images Operazione "Genesi". Il "disperato" bisogno di soldi del magistrato Petrini per la casa ad Assisi e l’aiuto dell’avvocatessa Spina
Marco Petrini
  16 gennaio 2020 14:00

di TERESA ALOI

La definiscono "precaria",  gli inquirenti, "la situazione economica" di Marco Petrini, presidente della II sezione della Corte d’Assise d’appello nonché presidente della Commissione tributaria provinciale, coinvolto nell’operazione "Genesi" (LEGGI QUI).

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L’inchiesta è quella della Dda di Salerno  (LEGGI QUI) che ieri ha portato il personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza dì Crotone, del Servizio Centrale Operativo Criminalità Organizzata di Roma (SCICO) e di altri reparti delle Fiamme Gialle, ad eseguire  una ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Salerno  nei confronti di 14 indagati (sette in carcere, uno ai domiciliari e per i restanti nessuna misura cautelare). 

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E, infatti, dalle verifiche eseguite dagli inquirenti nel corso dell'attività investigativa, emergerebbe una situazione "di sofferenza bancaria". Perché, nonostante "l'elevato reddito posseduto - si legge nelle carte - Petrini non riesce a far fronte  alle proprie situazioni  debitorie divenute alquanto gravose". 

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Si inquadrerebbe in tale contesto la richiesta di denaro a Palma Spina, avvocato catanzarese coinvolta nel procedimento in qualità di indagata (per lei non è stata disposta alcuna misura cautelare) per alcune spese di ricostruzione di un immobile di famiglia ad Assisi. 

E' a lei infatti che il magistrato si rivolge "titubante - scrivono gli investigatori -  e anzi le dichiara  espressamente il suo senso di vergogna  nel fare la richiesta". Le dice di aver "pensato a lei, ovviamente, come a richiamare - si legge nelle carte dell'ordinanza - ancora una volta la stretta intimità e confidenzialità del loro rapporto".  A lei e "non ad altri, quella richiesta, avendo bisogni del denaro per fronteggiare una specifica esigenza". 

L'esigenza è riferita proprio a quella casa ad Assisi, proprietà di famiglia, distrutta dal terremoto del '97. Le spiega gli accordi con il Comune  per la ricostruzione con fondi  che "all'inizio sembravano tutti corrisposti dal Comune " ma che poi con il passare degli anni  "esattamente l'anno scorso  si presenta la banca Toscana che aveva finanziato la ricostruzione per conto del Comune". 

Il magistrato parla di costi, spese da sostenere , transazioni, per poi chiederle quelle 4000 euro di cui ha bisogno entro la fine del mese di luglio.  Soldi che l'avvocatessa consegnerà al magistrato. Ma solo per far fronte alla sua richiesta.

Perché per i magistrati "manca qualsiasi riferimento, anche larvato, a processi in corso , nei quali la Spina avesse, a qualsiasi  titolo, interesse;  e anzi, ancora più "radicalmente" i detti colloqui non contengono alcun riferimento, o pur larvata  allusione, che consentono  di affermare che la dazione della somma  dalla Spina al Petrini - anziché "inquadrarsi"  sic et sempliciter nel rapporto di stretta condifenzialità/affettivo fra i due - sia stata "indebita" e precisamente riconducibile ad un abuso,  da parte del Petrini, della sua qualità di pubblico ufficiale". 

 

 

 

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