Operazione Genesi. L'avvocato Tassone chiede la libertà al Riesame. Il giudice Petrini ai pm svela nomi e ruoli del sistema

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Marco Petrini e Marzia Tassone
  12 febbraio 2020 18:18

di EDOARDO CORASANITI

Domani al Tribunale della Libertà di Salerno è il turno del legale Maria (detta Marzia) Tassone, finita agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Genesi”, che lo scorso 15 gennaio ha messo in luce un presunto giro di corruzione tra giudici, avvocati e professionisti (LEGGI QUI). 

Difesa dagli avvocati Valerio Murgano e Antonino Curatola, Tassone deve rispondere di 4 presunti episodi di corruzione nei confronti del giudice della Corte d’Appello di Catanzaro e della Commissione Tributaria, Marco Petrini. E’ il magistrato uno dei principali indagati dell’inchiesta. Inizialmente arrestato e detenuto a Salerno, ora è con il divieto di dimora fuori dalla Calabria dopo aver iniziato a collaborare con la Procura campana.

Del legale indagato ne parla lo stesso Petrini. Confermando di avere una relazione con lei dal 2017, il giudice nato a Foligno davanti ai colleghi di Salerno riferisce di “ulteriori episodi” legati a Tassone (oltre a descrivere nomi e ruoli di sarebbero avvenute altre presunte corruzioni in altri processi) , partendo da due procedimenti di prevenzione personale. Due questioni analoghe incentrate sull’attualità della pericolosità sociale degli interessati. In entrambi i casi gli appelli dell’avvocato Tassone sono andati positivamente. Ma è lo stesso Petrini a sottolineare un aspetto fondamentale. La Corte d’Appello infatti ha applicato la giurisprudenza che abitualmente viene valorizzata in tema di pericolosità sociale legata a fatti risalenti nel tempo. La conclusione di Petrini: “Nessun favoritismo”.

Invece più recentemente sul tavolo di Petrini arriva un procedimento di annullamento proveniente dalla Cassazione. Anche in questo caso, dice il giudice, la magistratura si è limitata ad applicare la massima della Suprema Corte.

Poi si passa ai ricorsi Tributari, relativi al 2017 o 2018. Tutti finiti favorevolmente per l’avvocato Tassone: anche in questo caso Petrini sostiene di aver applicato l’orientamento giurisprudenziale prevalente.
 
Un altro, che riguardava una sua parente, sarebbe andato male per la professionista.

Domani i suoi legali si presenteranno davanti al Tdl per chiedere l’annullamento o sostituzione della misura cautelare, facendo leva su argomentazioni giuridiche e di merito che saranno oggetto di valutazione dei giudici. Tassone già davanti al Gip aveva dichiarato l’estraneità ai reati a lei contestati. Aggiungendo che fosse legata a Petrini da una relazione sentimentale. Situazione confermata da Petrini, tanto da avere un numero di telefono utilizzato esclusivamente per comunicare tra di loro.

I giudici dovranno valutare le esigenze cautelari che hanno determinato la restrizione della libertà personale. E dunque: rischio di inquinamento probatorio, pericolo di fuga, rischio di reiterazione del reato e gravi indizi di colpevolezza.
Elementi che prescindono dalla colpevolezza dell'indagato, che fino a sentenza definitiva rimane innocente. Lei come chiunque sia colpito da un'ordinanza di custodia cautelare o un'indagine in base ad un principio costituzionale troppo spesso dimenticato. 

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