Operazione Genesi. Le donne in fila dietro la porta di Petrini per "superare" i concorsi pubblici

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images Operazione Genesi. Le donne in fila dietro la porta di Petrini per "superare" i concorsi pubblici
Il giudice Marco Petrini
  14 febbraio 2020 19:11

Sentenze, concorsi o altro ancora: era lunga la fila davanti alla porta del giudice della Corte d’Appello Marco Petrini.
C’è anche una donna “non meglio identificata” che la Guardia di Finanza fotografa e registra. La chiacchierata tra il magistrato e la persona ha ad oggetto la partecipazione di lei ad un concorso per assistente giudiziario. La ragazza per superarlo si rivolge a Petrini che dà consigli e suggerimenti su come mandare avanti lo studio. Una strategia fatta di libri, giurisprudenza e pazienza. Aspettare il momento favorevole, insomma.

La conversazione si conclude con lui che, relativamente ad un concorso, sottolinea come presto usciranno nuovi bandi a cui poi, alla fine, sarebbero stati accompagnati da festeggiamenti.
A parole finite, la ragazza si sarebbe fatta toccare nelle parti intime per poi toccare quelle intime del giudice con l’obiettivo di ottenere in cambio un favore per il concorso.

C’è anche un’altra avvocatessa di Crotone (che non è indagata nel procedimento “Genesi”) che va a trovare il giudice nel suo ufficio della Commissione Tributaria a Catanzaro. I due parlano della composizione dei giudici popolari. Da quanto emerso dalle parole di Petrini, sembrerebbe che il giudice abbia aumentato la composizione (da otto a dieci) per favorirla. Il finale è scandito da altri momenti intimi.

L’indagine Genesi è scattata alle prime luci della mattina del 15 gennaio scorso, quando la Guardia di finanza ha stretto le manette ai polsi a 7 persone, mentre un’altra è andata agli arresti domiciliari. A condurre le indagini è la Procura di Salerno (competente quando ci sono magistrati catanzaresi), la stessa che in questi giorni sta ascoltando gli indagati che hanno decido di collaborare, tra cui lo stesso Marco Petrini, Emilio Santoro e l’avvocato Francesco Saraco.  
Dopo la collaborazione che sta facendo luce su moltissimi episodi di presunta corruzione, il giudice (che nel frattempo è stato sospeso dal Csm) è stato scarcerato e il Gip ha disposto l’obbligo di dimora fuori dalla Calabria.

Le altre novità, invece, arrivano dal Tribunale della libertà: difesa dagli avvocati Valerio Murgano e Antonino Curatola, all’avvocato Tassone (anche lei accusata di avere una relazione con il magistrato) è stata annullata la misura cautelare che la costringevano a rimanere agli arresti domiciliari.  Anche l'ex consigliere regionale Tursi Prato, per decisione del Tdl, ha lasciato il carcere per gli arresti domiciliari. 

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e.c.

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