Operazione Genesi. Sequestrata la sim segreta del giudice Petrini: si cercano contatti con altri magistrati e avvocati coinvolti nell'inchiesta

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Marco Petrini
  19 gennaio 2020 12:34

di STEFANIA PAPALEO

Una sim segreta. Intestata alla mamma di una delle amanti del giudice Marco Petrini. E da quest'ultimo utilizzata per i suoi contatti "pericolosi". E' questa l'ipotesi investigativa alla quale sta lavorando la Dda di Salerno nell'ambito dell'inchiesta sfociata, all'alba del 15 gennaio, nell'operazione "Genesi" (LEGGI QUI), che, oltre al presidente di sezione della Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro nonchè presidente della Commissione provinciale tributaria di Catanzaro, ha travolto anche avvocati, politici e professionisti, ritenuti anelli della catena di complicità fino al più alto grado intessuta intorno a un vorticoso giro di sentenze "aggiustate" in cambio di soldi e sesso consumato negli stessi uffici giudiziari del capoluogo.

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A stare col fiato sul collo di tutti i presunti protagonisti della scottante vicenda, gli uomini  del Servizio Centrale Operativo Criminalità Organizzata di Roma (SCICO) e di altri reparti delle Fiamme Gialle,  che, nel dare esecuzione a un'ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Salerno nei confronti di otto persone, hanno passato al setaccio l'abitazione e gli uffici del giudice Petrini, riuscendo a mettere le mani anche su una sua sim intestata alla madre dell'avvocatessa Marzia Tassone e dalla quale potrebbero emergere i contatti con altri avvocati o magistrati coinvolti in questa ennesima brutta pagina nera della storia giudiziaria in Calabria.

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Nuove scosse telluriche potrebbero, quindi, far vacillare le mura di palazzi solo apparentemente inviolabili. E l'elenco degli indagati (I NOMI) potrebbe così allungarsi ulteriormente, con nomi di peso che potrebbero celarsi tra i segreti nascosti nella sim sequestrata al giudice Petrini, a carico del quale pende l'accusa di corruzione in atti giudiziari formulata dalla Dda di Salerno, sulle base delle indagini avviate nel 2018 in seguito alla trasmissione per competenza del fascicolo aperto dalla Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Accusa rigettata con forza da Petrini nel corso di oltre 4 ore di interrogatorio davanti al gip di Salerno (LEGGI QUI).

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A difendersi davanti al gip anche l'avvocatessa Marzia Tassone, accusata di aver mantenuto una stabile relazione con il giudice, per ottenere da quest'ultimo, in processi penali, civili e in cause tributarie, sentenze o comunque provvedimenti favorevoli. Ma non solo prestazioni sessuali. Anche soldi, quattromila euro euro in contanti, quelli consegnati da un'altra avvocatessa al giudice Petrini nel corso di un incontro tra i due nell'ufficio del magistrato presso la Commissione tributaria provinciale di Catanzaro, come emerge dalle immagini registrate (in modalità audio video) - si legge nell'ordinanza - che attestavano che il rapporto tra i due andava ben oltre quello professionale ed era assolutamente  confidenziale anzi intimo (sessuale)". 

Accuse terribili, dunque, che il gip di Salerno dovrà ora mettere a confronto con le tesi difensive raccolte durante gli interrogatori, al fine di decidere sulla conferma o la revoca delle misure cautelari attuali, mentre la Dda va avanti, con accertamenti accurati sul materiale sequestrato durante le perquisizioni nei confronti degli indagati.

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