Operazione "Grecale", Capomolla: "Organizzazione criminale che aveva il monopolio della droga a Crotone"

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images Operazione "Grecale", Capomolla: "Organizzazione criminale che aveva il monopolio della droga a Crotone"
Da sinistra: Davide Bitorzoli, Vincenzo Nicolì, Vincenzo Capomolla e Marco Ciambra
  26 novembre 2024 13:51

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

“Un’organizzazione criminale che aveva il monopolio della droga a Crotone”.

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Ad affermarlo è il procuratore facente funzioni della Procura delle Repubblica di Catanzaro Vincenzo Capomolla, nel corso di una conferenza stampa convocata questa mattina nella sede della Procura della Repubblica di Catanzaro per rendere nota l’operazione Grecale che ha portato all’arresto di 44 persone oltre a cinque misure dell’obbligo di firma. (QUI I NOMI)

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Le misure sono state emesse dal gip di Catanzaro Roberta Cafiero su richiesta dei pm della Dda Domenico Guarascio e Paolo Sirleo.

Un’associazione “radicata nell’area di Crotone che aveva acquisito il monopolio per la vendita della cocaina e dell’eroina, saturando il mercato, un’associazione che si era rigenerata dopo precedenti operazioni e che era composta da soggetti alcuni dei quali con addentellati e con rapporti con le cosche storiche nel Crotonese”.

Un colpo importante inferto alla criminalità dunque “anche perché – specifica Capomolla - si è trattato di un intervento in tempo reale, su vicende che erano di fatto in corso d’opera”. 

L’area di operatività dell’associazione – è poi emerso dalla conferenza stampa – “era costituita da più fronti, dalla coltivazione in proprio di sostanze stupefacenti all’approvvigionamento che avveniva attraverso canali dalla Locride e dalla Piana di Gioia Tauro, e anche da un canale dalla Puglia attraverso soggetti albanesi”.

Nel corso delle indagini – aggiunge Capomolla – sono emersi anche aspetti che dimostrano e confermano la pericolosità dell’uso e dell’abuso di sostanze stupefacenti, tanto è vero che abbiamo registrato anche due decessi. Un aspetto allarmante e inquietante sul piano sociale, mentre sul piano economico sono stati registrati flussi notevoli, che rappresentano anche loro un elemento di distorsione”.

Dal canto suo, il direttore dello Sco, Vincenzo Nicolì, spiega che “l’attività investigativa è stata svolta con strumenti tradizionali ma anche con l’apporto di collaboratori di giustizia. L’egemonia dell’associazione sul territorio era esercitata attraverso la violenza che serviva anche a stabilire gli assetti. Abbiamo documentato un notevole flusso economico a monte e a valle dello spaccio e ancora una volta registriamo come il traffico stupefacenti sia uno dei motori della forza delle associazioni”.

Tesi confermata anche dal Questore di Crotone, Marco Giambra: “In Prefettura sono almeno 200 le segnalazioni di assuntori di stupefacenti e questo fa capire quanto il fenomeno sia radicato. Le attività sono ancora in corso e stiamo lavorando per cercare di ridurre la portata del fenomeno”. 

Ulteriori dettagli sono poi stati forniti dal capo della Squadra Mobile di Crotone, Davide Bitorzoli, che sottolinea come i soggetti indagati “partivano da ambienti degradati ma sono stati capaci di creare una rete interregionale”. 

Nel corso dell’operazione – è stato infine rilevato in conferenza stampa – sono stati sequestrati diverse armi, tre piantagioni, 10 chili cocaina ed eroina: 44 gli arresti, di questi 31 in flagranza.

L’organizzazione A capo del sodalizio criminale ci sarebbe stato Maurizio Valente, 41enne con diverse condanne alle spalle come quella inflittagli nell’operazione antimafia Heracles e coinvolto nella recente operazione Orso che vedeva come epicentro dello spaccio di droga il popolare quartiere Fondo Gesù. 

Una volta finito dietro le sbarre Valente avrebbe continuato ad esercitare il ruolo di capo, promuovendo e organizzando un’associazione dedita al narcotraffico insieme ai sodali Antonio, Pantaleone e Francesco Laratta, anche loro con il ruolo di organizzatori. 

L’associazione sarebbe stata in grado di movimentare ingenti quantitativi di eroina, cocaina e droghe leggere rifornendosi nelle piazze della locride, nella piana di Gioia Tauro, a Isola Capo Rizzuto, dove il referente sarebbe stato il 25enne Giuseppe Vittimberga e perfino in Albania attraverso il 43enne Bardyl Shaba, albanese residente ad Altamura di Puglia, unico non crotonese tra le persone arrestate.

Dal carcere, dunque Maurizio Valente e Pantaleone Laratta avrebbero impartito disposizioni ai sodali su come suddividere le piazze di spaccio e persino sul prezzo da praticare per le dosi, quindi sulle somme di denaro che i pusher avrebbero dovuto versare per il mantenimento dei carcerati. 

Tutti elementi riscontrati nel corso di una imponente attività di intercettazione telefonica, ambientale e telematica messa in piedi dagli investigatori della squadra Mobile nonché dai pedinamenti, perquisizioni, sequestro di droga e armi eseguiti nel corso dell’indagine.

Elementi che, peraltro, hanno confermato quanto già aveva rivelato il collaboratore di giustizia crotonese Francesco Oliverio, condannato per l’omicidio di Francesco Tersigni, compiuto nel settembre 2019 nel centro storico di Crotone e maturato proprio nell’ambito di uno scontro tra clan per lo spaccio di droga. 

In un verbale del 2020, infatti, il pentito ha rivelato quali fossero i gruppi di spacciatori attivi nel quartiere Fondo Gesù indicando il capo in Maurizio Valente: “Il gruppo di La Forgia Gianluca con La Forgia Andrea e La Forgia Massimo - ha detto Oliverio - è dedito alla cocaina. La Forgia Ferdinando, il cugino, è dedito all'eroina con Vaccaro Luciano e Valente Maurizio. Il capo è Valente Maurizio”. 

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