Lascia il carcere e torna in libertà, a distanza di cinque anni dall’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, Francesco Procopio, di 35 anni.
Il giovane, raggiunto dall’ordinanza restrittiva nell’agosto del 2014, nell’ambito dell’operazione Hydris, è accusato a vario titolo di essere partecipe dell’associazione mafiosa denominata “Mongiardo-Procopio”, operante nel territorio di Sant’Andrea sullo Jonio e territorio limitrofi.
Ci son voluti ben tre gradi di giudizio per dimostrare l’invalidità dell’impianto accusatorio.
La Corte di Cassazione, Sezione Sesta Penale ha, infatti, all’udienza del 26 settembre scorso, accolto il ricorso presentato dal difensore del giovane, l'avvocato Nunzio Raimondi, annullando la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro – Sezione Prima Penale, sia in relazione al capo associativo che in relazione ad altri capi della sentenza che lo avevano visto condannato complessivamente a sette anni di reclusione.
L’annullamento della sentenza da parte della Suprema Corte ha, dunque, aperto le porte del carcere per il giovane per il quale dovrà attendersi ora un nuovo giudizio dinnanzi a diversa Sezione della Corte di Appello, a seguito del rinvio disposto dalla Corte di Cassazione.
Viva soddisfazione, per l’esito del giudizio, è stata espressa dal difensore, l'avvocato Nunzio Raimondi, in attesa che il deposito delle motivazioni della sentenza definiscano, nero su bianco, le ragioni dell’annullamento.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736