"Operazione Jonny", il neo pentito Guarnieri parla di 4 omicidi e della paura di essere ucciso

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Centro di accoglienza Cara Crotone
  17 aprile 2025 19:38

di TERESA ALOI

Confessa di essere a conoscenza di quattro omicidi "a cui ho partecipato" . Parla il neo pentito Andrea Guarnieri,  31 anni, di Milano, le cui dichiarazioni "hanno  fermato la lettura del dispositivo della sentenza  dei giudici della Corte d'Appello nel processo bis  scaturito dall'operazione Jonny che ruota intorno allo scandalo scoppiato nel 2017 sulla gestione dei migranti a Isola Capo Rizzuto. LEGGI QUI

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Parla di persone uccise, di 4 omicidi avvenuti tra il 2013 e il 2016 nel Catanzarese, con  auto e moto rubate "anche con problemi alla batteria" , "ripulite per cancellarne le impronte"  Come guanti, passamontagna, "che non venivano riutilizzati ma distrutti per non lasciare prove". Di schede telefoniche e batterie di telefoni gettati nella fiumara.

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 E il 6 marzo quando si presenta  negli uffici della  Squadra mobile di Catanzaro, per poi essere sentito dal pm della Dda Debora Rizza. Parla di estorsioni in danno di ditte  di movimento terra e spiega di aver avuto paura  dopo aver "sentito movimento di qualcuno" al rientro a casa dal lavoro "con la mia auto, era buio, appena sceso dalla macchina. Sono scappato dentro casa perché mi sono spaventato".  Però spiega "di non aver detto nulla né alla mia famiglia, cioè ai miei genitori, neanche alla mia compagna", chiarisce poi Guarnieri. Lo ribadirà  pochi giorni dopo nel corso di altre dichiarazioni.

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Parla di un doppio "battesimo". "Furono due i battesimi per ricevere la “prima” e la “seconda dote”. Il tutto nel carcere di Siano.  "Il rito era consistito nel bruciare un santino, nell’essere punto da un ago e da parole pronunciate   cui io davo la risposta secondo le istruzioni fatte precedentemente…".    

Poi, la "svolta", la decisione " di non essere più inserito nella consorteria  e di voler  solo lavorare onestamente".

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