Operazione “Maestrale-Carthago”, Gratteri: "'La 'ndrangheta controllava tutto, fino al prezzo del pane. Maria Chindamo data in pasto ai maiali"

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images Operazione “Maestrale-Carthago”, Gratteri: "'La 'ndrangheta controllava tutto, fino al prezzo del pane. Maria Chindamo data in pasto ai maiali"

  07 settembre 2023 13:27

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

“Una ‘ndrangheta di Serie A che controlla tutto, anche il respiro, il battito cardiaco”.

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Ad affermarlo è il procuratore delle Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa di questa mattina svolta preso la sede della Dda di Catanzaro. 

“Si conclude un lavoro molto importante nella provincia di Vibo ritenuta come quella di Crotone un’area in cui insiste una ‘ndrangheta di Serie A”. 

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Il lavoro di oggi che ha portato all’arresto di 81 presunti innocenti per reati che vanno dall’associazione a delinquere ai quelli della pubblica amministrazione, usura, traffico di droga: eroina, marjuana, ecstasy, sequestro di armi comuni e da guerra e decine di estorsioni, disarticola famiglie di ‘ndrangheta dei comuni di Mileto e Zungri che si sono concentrate sulle estorsioni nell’ambito della ristorazione e degli alberghi ma anche sugli appalti delle mense dell’Asp di Vibo Valentia”.

Altro dato che ha molto impressionato “riguarda l’imposizione del prezzo del pane. Nessun panifico poteva abbassare il prezzo del pane al di sotto di 2,50 euro al chilogrammo. Qualsiasi attività economica viene controllata dalla ‘ndrangheta”.

Po spiega: “C’è un gruppo di lavoro che dal 2016 indaga solo sull’omicidio di Maria Chindamo uccisa il 6 maggio 2016. Da allora non molliamo su questo delitto così come riteniamo di aver fatto chiarezza sull’omicidio Corigliano. L’omicidio di questa donna è avvenuto un anno dopo al suicido di suo marito perché si era permessa di postare alcune foto col suo nuovo compagno. Dopo due giorni è stata uccisa ma in un modo inumano. È stata data in pasto ai maiali e i resti sono stati macinati con un trattore cingolato. Oltre alla ferocia dell’omicidio anche il senso dell’accanimento proprio per sottolineare quello che la donna seppure vedova non avrebbe dovuto fare”. 

Ma ci sono anche interessi economici “di terreni molto importanti dato che una famiglia mafiosa era interessata alle sorti di quei terreni che in successione sono andati metà alla vedova l’altra metà ai figli. Bruciava ancora di più l’dea che questi terreni possano essere gestiti da una donna che si permette di rifarsi una vita. Anche la trasmissione “Chi l’ha visto” ci ha dato una mano sulla storia dell’omicidio della Chindano”.

Poi afferma: “Dal punto di vista probatorio riteniamo che questa indagine sia ben fatta. Intanto i carabinieri da anni sono su quel territorio e hanno portato come elementi di prova centinaia di intercettazioni telefoniche ambientali e telematiche. E poi, ci sono 18 collaboratori di giustizia che danno versione concordante e univoca su tutti i capi d’imputazione di questa indagine, in perfetta sintonia”.

Dal canto suo, Luca Toti, colonnello provinciale de carabinieri di Vibo ribadisce: “E’ stato fatto un importante sforzo investigativo durato 3 anni. Circa 170 i soggetti indagati e circa 200 i capi d’imputazione. Emerge uno spaccato criminale complesso. Aggrediamo due locali di ‘ndrangheta a Mileto e Zungri. Quella di Mileto è una struttura agile e militare. Si va dall’imposizione del prezzo del pane alle estorsioni di alto livello. Ogni ‘ndrina reclamava la propria quota estorsiva. Nel comun di Mileto una grossa azienda di smaltimento dei rifiuti doveva pagare 50mila euro all’anno alle ‘ndrine. Siamo riusciti a ricostruire in maniera quasi geometrica quelle che sono le ‘ndrine del territorio disarticolandole. Abbiamo aggredito l’ala militare. Basti pensare che 21 Ak47 sono stati importati dall’estero”. 

E ancora: “Assoluta protervia nell’intessere relazioni col mondo della politica e dei colletti bianchi. Sono riusciti ad infiltrarsi in strutture dello Stato. Interessi delle cosche di Zungri nell’Asp di Vibo Valentia, nel servizio di vettovagliamento”. 

Altro settore “riguarda la gestione dei migranti: lucravano sulla gestione dei migranti non accompagnati con un indebito arricchimento di circa mezzo milione di euro annuo. Ci sono soggetti indagati che hanno rivestito anche cariche pubbliche fino a quella di assessore”.

Altro settore era quello “dell’accaparramento dei terreni. Chiunque voleva comprare un terreno doveva pagare una tangente e se voleva recuperare legname dalla propria azienda doveva pagare”.

E poi, grande capacità “di creare legami con altre cosche vicine come i Pesce, i Bellocco e i Mancuso”.

Mentre Paolo Vincenzoni, colonnello del Ros centrale per i crimini violenti, spiega: “Un’indagine importante è quella dell’omicidio di Maria Chindamo che dura da sette anni. Al momento sono accertate le responsabilità di 3 persone: una deceduta, un’altra minorenne all’epoca dei fatti, e la terza tratta in arresto”.

Un omicidio molto efferato “in cui concorrono plurime volontà omicidiarie. Punire la donna anche per essere donna emancipata coraggiosa che voleva vivere la propria libertà di donna, di mamma e imprenditrice che si era opposta al rischio della criminalità organizzata consapevole di poter essere vittima di violenza. A carico dell’unico arrestato ci sono elementi che ne accertano responsabilità relativamente al concorso dell’omicidio per la manomissione dell’impianto di sorveglianza che avrebbe permesso di vedere in primo piano le fasi della prima aggressione dell’omicidio. Ci sono collaboratori di giustizia che hanno riscontrato il nostro lavoro e non il contrario. Siamo molto soddisfatti del lavoro condotto”. 

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