"Credo che dinanzi a taluni personaggi di tale spessore criminale e mafioso, sia necessario implementare facilitazioni tecniche di indagine di eguale forza ed efficacia alla loro pericolosità sociale. C'è l'esigenza di approfondire ulteriormente e costantemente per tutti i condannati e indagati per reati mafiosi le attività di prevenzione".
Lo ha detto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, nel corso della conferenza stampa sull'operazione Malefix che ha portato all'arresto di 21 tra boss e gregari delle cosche De Stefano-Tegano e Libri.
"Chi fa una scelta di fare il mafioso - ha aggiunto - non può essere trattato come un delinquente comune, non può usarsi lo stesso metro di valutazione comportamentale durante la detenzione come se fosse un detenuto qualsiasi".
Innumerevoli sono infatti le prove che confermano come anche durante il regime di 41 bis, i mafiosi continuino a dare ordini e consigli a chi è fuori - ha concluso - come Alfonso Molinetti, fattosi cuoco in una struttura della Caritas di Giugliano".
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