Operazione "Scott-Rinascita", quel pizzino che schiarisce le "doti" nella ‘ndrangheta

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Il pizzino dell'operazione Scott-Rinascita
  19 dicembre 2019 18:21

di TERESA ALOI

"A nome di Gaspare, Melchiorre, Baldassare e Carlo Magno che col suo cavallo bianco distrussero tutti i nemici del suo regno, con una mantella sulle spalle e a fianco uno spadino formarono il 'trequartino'".

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Un pizzino con su scritto la formula per il passaggio al grado di "tre quartino" della 'ndrangheta, uno dei più alti nella gerarchia criminale calabrese, è stato sequestrato nel corso delle indagini condotte dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia che stamani hanno portato all'arresto di 334 persone in tutta Italia.
La 'ndrangheta, infatti, nonostante la sua capacità di gestire affari milionari e intessere rapporti col mondo politico ed istituzionale, resta ancorata alle tradizioni e l'affiliazione avviene ancora oggi con riti del passato.

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Nelle carte dell’ordinanza sono cristallizzate le definizioni delle "doti" di ‘ndrangheta, dette anche "gradi" o "fiori".  "La "dote" o "Grado" o "fiore" definisce la collocazione nella gerarchia di ciascun affiliato, esplicativa del "valore" del sodale all'interno della compagine e man mano che il  “valore" aumenta, cresce la dote stessa e l'affiliato acquista un grado superiore.

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C’è il "giovane d'onore",  il "picciotto d'onore", il "camorrista", lo  "sgarrista" o "camorrista di sgarro", il  "santista", il  "vangelo",  il  "tre quartino", il "quartino", il "padrino".

Gradi che si acquistano una volta entrati o meglio – “per dirla  in gergo mafioso  "battezzati” -  nella ‘ndrangheta “con un rito preciso, che può avvenire automaticamente, se si tratta di un figlio di un esponente dell'organizzazione, oppure con un giuramento”.

Una impostazione, che entra a piano titolo nell’ordinanza che a sua volta richiama una sentenza oltre alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia che la cementificano.

“Per quanto riguarda l'affiliazione di un nuovo componente al sodalizio, quest'ultimo – si legge nelle carte -  una volta manifestata l'intenzione di divenire ’ndranghetista ad un soggetto che già sa appartenere al sodalizio, viene condotto da un sodale, il quale a sua volta può chiedere al futuro affiliato di rivolgersi ad altro affiliato o anche al boss, così si passa parola che il giovane sta chiedendo un Fiore. In tale contesto il giovane potrebbe essere messo alla prova per verificare le sue capacita criminali e quindi gli può essere chiesto di compiere qualche azione criminale. Così facendo da contrasto onorato si diventa Giovane d'Onore, ovvero il giovane è in procinto a diventare un futuro Picciotto, già accettato dal sodalizio”.

Sarà poi il tempo, oltre allo spessore criminale – “per ottenere lo Sgarro bisogna macchiarsi di sangue, rendersi autore di sparatorie o accoltellamenti” a fare il resto.

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