di EDOARDO CORASANITI
La Corte di Cassazione ha annullato la confisca di prevenzione nei confronti dei beni dell’avvocato Gennaro Pierino Mellea e del fratello Raul.
I beni (case, ville e terreni) erano stati confiscati a latere dell’operazione della Procura di Catanzaro denominata “Violentemente investito”, che ha portato alla luce una presunta associazione a delinquere finalizzata alle truffe in danno delle compagnie assicurative.
In particolare, la Suprema Corte di Cassazione con provvedimento del 24 ottobre 2019 ha annullato il decreto di confisca emesso per un valore di cinque milioni di euro dalla Corte di Appello di Catanzaro a carico dell’avvocato Gennaro Pierino Mellea.
Sono state così accolti i motivi di ricorso proposti dal collegio difensivo costituito dagli avvocati Gregorio Viscomi, Fabrizio Costarella, Nicola Tavano , Giovanni Merante, Enzo De Caro, Armodio Migali e Vitaliano Leone, che avevano contestato la legittimità della confisca ravvisando la totale assenza di tutti i presupposti di legge per adottare la misura patrimoniale.
I difensori avevano evidenziato l’impossibilità di applicare la confisca alla luce dell’intervenuta sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Catanzaro per il reato di evasione fiscale cui era già seguito un dissequestro di oltre € 600 mila.
Dirimenti sono state le dichiarazioni dei redditi degli anni in contestazione che hanno consentito all’avvocato Mellea di dimostrare la perfetta liceità di tutti i suoi proventi lavorativi.
Mellea ha commentato così: “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia continuerò a fare la mia professione con dedizione ed impegno oggi più di prima”.
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