Un braccio di ferro sotterraneo fra enti pubblici, una ‘nuova’ grana finanziaria per il Comune di Catanzaro e l’attonita considerazione di fondo: spesso si sventolano faraonici finanziamenti a fronte di zero o, comunque, scarsi risultati. È in corso un delicato dialogo fra Palazzo De Nobili e Cittadella per ‘limitare’ i danni nel presente per uno spettro che arriva dal passato. Si tratta dei fondi PRU (Programma di recupero urbano e contratti di quartiere) assegnati alla città nel lontano 2005. Oltre 10,3 milioni di euro concentrati principalmente nell’area di Sala. Interventi in buona parte finanziati con il Piano casa dell’Aterp. Il Comune avrebbe ricevuto anticipazioni per 6,5 milioni, di cui spesi 6.
LO STATO DELL'ARTE- Avviciniamoci nel tempo. A ottobre del 2024, il dipartimento Lavori pubblici della Regione revoca ufficialmente il finanziamento (per 6,5 milioni). Dopodiché scatta una cartella esattoriale che, fra sanzioni e interessi, fa lievitare la cifra a quasi 8,5 milioni di euro. Chiaro che più che una mazzata sarebbe il default del Comune. Nei mesi scorsi le preoccupazioni erano elevatissime. Oggi, non che siano del tutto passate, sicuramente sono meno asfissianti. Perché? I dialoghi sono proseguiti e dopo una lunga e non semplicissima ricostruzione storica, Palazzo De Nobili ha le carte per dimostrare che la pretesa della Regione deve essere decisamente rivista al ribasso. Più presumibile che si aggiri a poco più di 1,5 milioni. In particolare, la Regione avrebbe già rendicontato una spesa di circa 4,8 milioni alla Commissione Europea con tanto di rendicontazione di spese e rimborsi. Si rischierebbe la duplicazione finanziaria. Per il momento, dopo che la Giunta Fiorita ha impugnato la cartella la situazione è stata congelata con una sorta di sospensione e si attende da un giorno all’altro la revoca ‘della revoca’ del finanziamento da parte della Regione. Almeno con quella somma mostruosa. Naturalmente il passaggio ufficiale fa tutta la differenza del mondo per il Comune perché i bilanci (e quindi un eventuale debito da iscrivere) si fanno, appunto, con i documenti ufficiali e non con le parole.
MOLTE DELLE OPERE NON REALIZZATE O COLLAUDATE- Detto della descrizione del presente, fa decisamente rabbia pensare al motivo per cui si è creata questa ‘tiritera'. Concretamente, i fondi del PRU servivano per le seguenti opere: riqualificazione Piazzale Stazione di Sala (euro 1.394.290,03); collegamento pedonale meccanizzato stazione di Sala e quella della Funicolare (euro 1.584. 89505);collegamento meccanizzato fra Sala, Parco e area ex-Gasometro con ascensori inclinati (euro 1.656.127,30); ristrutturazione area ex-Gasometro e sistemazione Parco pubblico della valletta sottostante (euro 2.096.657,55); completamento viabilità, opere arredo urbano e manutenzione casa parcheggio, Piano di Zona numero 3 a Germaneto (euro 1.108.871,50); sistemazione Parco pubblico tratto Torrente Fiumarella (2.493.796,55). Cosa ne è stato di tutto questo? Dei sei progetti, due sono stati conclusi e collaudati, due sono fermi dal 2015 e in attesa di collaudo per alcune criticità tecniche riscontrate durante i lavori, due sono stati interrotti perché oggetto di interferenza con il tracciato successivo della Metropolitana. Insomma, buona parte di queste opere resteranno soltanto nei rendering e sulle carte, altre delle scale rialzate arrugginite o non utilizzabili. Quelle che collegano la stazione di Sala con Parco Romani, per intenderci.
VICENDA DEL PASSATO- Naturalmente, parliamo di fatti vecchi che l’attuale Amministrazione ha ereditato dalle precedenti. Vuoi la controparte politica, ma soprattutto quella dirigenziale. Le ‘interlocuzioni’ fra Comune e Regione su queste opere (buona parte incompiute o non realizzate) erano partite nel 2014. Ma adesso, presentano il conto.
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