"Ora il Consiglio regionale approvi la nuova legge funeraria". La Cosfit rilancia la sfida alla politica

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  20 settembre 2019 16:19

di MASSIMO PINNA

La proposta di una nuova legge regionale per il settore funebre, ha rimesso al centro il confronto in atto da mesi tra la Regione Calabria e gli operatori del settore.

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Pochi giorni fa, la stessa Cosfit, con il presidente regionale Rocco Caliò (LEGGI QUI ) non aveva risparmiato dure critiche per l'inerzia della Regione. Che nel giro di poco più di un anno ha, prima approvato una legge, dando per la prima volta regole ad un settore importante e delicato dell'economia calabrese, poi abrogato, e prima di questa nuova iniziativa di due giorni fa, una vicenda caratterizzata per lo più da un silenzio assordante. Sia come sia, ora la notizia del passaggio in aula di un progetto di legge che dia nuovamente una legislazione al settore, registra il plauso della Cosfit nella figura del suo presidente Caliò. Sia pure, "non si sia ancora a conoscenza degli emendamenti fatti in sede di discussione, possiamo dire che - afferma Caliò - l'intenzione di dare di nuovo dignità al settore ci disimpegna dal manifestare contro il sistema che fino a qualche settimana fa vedeva estraniato il progetto iniziato nel mese di giugno". Andando nello specifico delle norme licenziate in commissione regionale sanità presieduta da Michele Mirabello e su proposta, nuovamente, di Giuseppe Giudiceandrea, Caliò entra in una lettura attenta e esperta della situazione normativa a livello nazionale, come nel caso della Lombardia, prima ancora di quanto successo in Calabria. "Bisogna capire che molte situazioni elevate da altre associazioni tipo la definizione dei cosiddetti centri servizi che altro non sono che imprese funebri più attrezzate, sono stati oggetto di impugnativa nella legge del marzo 2019 della Regione Lombardia sul settore funebre e che vedrà la sentenza davanti la corte costituzionale il 7 aprile 2020 e dunque nessuna regione potrebbe ripetere l'errore - puntualizza Caliò - di riconfigurare e definire strutture commerciali che sui codice Ateco ( la combinazione alfanumerica che identifica una attività economica) non sono altro che semplici imprese funebri". Dunque, "detto questo la Cosfit - apprezza lo sforzo del presidente della Commissione Sanità Mirabello del proponente Giudiceandrea e di tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza che avranno - sottolinea - il coraggio politico e l'interesse umano a ristabilire dignità e ordine in un settore ormai allo sbando". Insomma, sia chiaro, che "questa proposta non deve portare colori politici ma è monito ad un gesto e una norma di civiltà. Le imprese funebri torneranno ad esercitare il loro ruolo di incaricati di pubblico servizio procedendo alla chiusura dei feretri autocertificando lo stesso procedimento velocizzando l'iter nel rispetto delle ore stabilite per l osservazione da parte del medico necroscopo il quale avrà sempre la titolarità a decidere il periodo da rispettare prima della chiusura, una maggiore trasparenza nei confronti dei clienti che sapranno e dovranno autorizzare tramite mandato le vere imprese esecutrice del servizio, non solo le case funerarie che daranno spazio ad una nuova forma di rispetto del lutto offrendo alle famiglie servizi che esistono nel mondo e in Europa da oltre 40 anni".

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Una cosa sia chiara, visto i tempi stretti di approvazione per un consiglio regionale ormai in scadenza. "Noi non ci arrendiamo anche se ultimi è sempre motivo di soddisfazione passare il traguardo. Anche il fatto di riordinare in un unica norma quanto già in essere nei vari campi sanitari, del lavoro, della sicurezza, dell igiene e della salute pubblica, ha già un gran valore di per sé". L'auspicio è, per la Cosfit "che gli emendamenti siano stati costruttivi e non distruttivi, che abbiano migliorato la norma dando modo anche a chi non è d accordo di accoglierla con più disinvoltura. Resta il fatto che la politica di destra di sinistra e di centro deve al popolo calabrese e alle imprese funebri che combattono da decenni una norma sana corretta e utile. Sarà impossibile accontentare tutti ma posso garantire che anche la base di una legge é per noi motivo di soddisfazione. Col tempo tutto può adeguarsi, migliorarsi nel confronto e nel rispetto tra imprese e politica". "Auspichiamo - aggiunge Caliò - che in consiglio tutti i consiglieri si assumano la responsabilità di partorire un testo di legge sano evitando emendamenti messi a casaccio che porterebbero ad un altra impugnativa da parte del Governo".

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"Credo e convengo che una legge sana non debba essere violentata ma solo migliorata. Invito tutti, politici e imprese a dare il meglio e soprattutto alla politica di fare il suo lavoro, rappresentanti del popolo e a noi imprese di fare il nostro quello di dare dignità e rispetto ogni giorno in cui operiamo". In conclusione, "speriamo che nel primo consiglio utile si veda la nascita di questa legge. Noi confidiamo".

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