Saracinesche abbassate a Cosenza di bar e pasticcerie che avevano riaperto seguendo le direttive della presidente della Regione Jole Santelli, utilizzando gli spazi esterni che consentivano il sevizio al tavolo. "Una settimana aperti, con forniture fatte, finalmente qualche scontrino battuto e ora dobbiamo chiudere nuovamente. È assurdo, moriremo di fame" ha detto Francesco, titolare di un bar su corso Mazzini, commentando la sentenza del Tar Calabria.
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"Siamo delusi e avviliti. Domani - ha dichiarato un altro esercente - speravamo in qualche incasso in più. Anche se si potrà ancora acquistare, senza consumare ai tavoli non è la stessa cosa, quindi ci conviene chiudere. Non ci sono soldi e restare aperti solo per un caffè da asporto è impensabile". La maggior parte dei proprietari di bar di Cosenza - l'unico capoluogo di provincia in cui l'ordinanza regionale era applicata visto che nelle altre città era stata sospesa da ordinanze dei sindaci - lamenta la mancanza di aiuti e sostegni e ritiene che la crisi economica sarà devastante. "Chi ha deciso - ha aggiunto un altro barista - non ha tenuto conto che stiamo perdendo tutto noi, i nostri dipendenti e anche i clienti che cercavano un po' di normalità pur rispettando tutti le regole".
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