Una raccolta di storie avvincenti scivolate via dai taccuini di ciascuno e adesso confluite in un volume appena pubblicato da Città del Sole Edizioni.
L’accogliente salotto della libreria indipendente “Cuori di Inchiostro” di Francesca Griffo e Monica Lazar, nel centro storico di Vibo Valentia, ospiterà la presentazione del libro "Ottomani sullo Stretto. Nulla è come sembra" a cura di Città del Sole edizioni e firmato dai giornalisti Vinicio Leonetti, Aldo Mantineo, Davide Marchetta e Marcello Mento.
L’appuntamento culturale è in programma per venerdì 13 ottobre alle ore 18:00.
A dialogare con tre degli autori, Mantineo, Mento e Leonetti, la giornalista Rosita Mercatante.
Una raccolta di racconti intimi, storie personali, ma anche molti segreti che sui quotidiani non si possono scrivere perché ci sono regole da seguire, anche non scritte. I quattro giornalisti, che hanno tutti lavorato al quotidiano "Gazzetta del Sud", per anni in servizio nelle redazioni di Sicilia e Calabria del quotidiano, hanno custodito nella loro memoria e sulle pagine dei taccuini di carta e scritti a mano. Un mix tra fatti eclatanti realmente accaduti e ricostruzioni frutto della libera fantasia degli autori. Si va da una vera e propria "Banda di giornalisti" non immaginaria e da un' "Amante del boss" realmente esistita, al racconto di un assassinio, "Micio Pinto, l'uomo che visse tre volte", ed alla coraggiosa leggenda del "Capitano Zani".
Otto racconti si succedono in sequenza incalzante, con un solo filo conduttore: sono scritti sulle rive dello Stretto di Messina. “Nulla è come sembra” è il sottotitolo non casuale, perché molte volte dietro alcune vicende realmente accadute, e finite anche sulle cronache dei giornali, si celano retroscena assolutamente imprevedibili e spesso paradossali. Il messaggio di questi “ottomani” è univoco: non c’è sempre una sola verità.
La copertina è uno dei punti forti del libro: “Il disegno è di Domenico Loddo che ha interpretato artisticamente il titolo con cui abbiamo voluto giocare sul doppio senso della parola Otto-mani ossia quelle che hanno scritto. Volevamo indurre a pensare ad una ricerca storico-sociologica sul popolo degli Ottomani nel Mediterraneo. Da qui - prosegue Leonetti - l’immagine di un uomo con il turbante e uno sfarzoso caftano turco che sovrasta lo Stretto. Poi si scopre che invece si tratta di racconti scritti da otto mani diverse. È stato un gioco. Anche questa trovata è di Aldo Mantineo che ha davvero molte idee per la testa”.
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