di LORENZO COSTA*
Sul grave episodio che si è consumato nei giorni scorsi nel cimitero di Catanzaro con l'aggressione da parte di alcuni cani randagi del parroco don Andrea Perrelli (LEGGI QUI), non posso esimermi dal manifestare tutta la mia solidarietà invocando anche più attenzione da parte degli organi competenti.
Nella mia qualità di ex assessore all'Ambiente del Comune di Catanzaro, conosco bene la normativa e so che l'Ente ben poco può fare, essendo materia di competenza dell'Asp, ma questo non può impedire di alzare la guardia su una situazione di comleto degrado che investe il cimitero, adesso essoancora più adura prova dall'invasione di un branco di cani randagi il cui posto non può essere un lugo sacro.
La loro presenza rappresenta un vero pericolo per la sicurezza dei visitatori e del personale, perchè quello che è accaduto al sacerdote potrebbe accadere a chiunque, compromettendo la sacralità di un luogo destinato alla preghiera e al raccoglimento. I cani potrebbero anche scavare inconsapevolmente la terra sulle lapidi, dissotterrando rifiuti e resti organici, con gravi conseguenze igienico-sanitarie ed emotive per i visitatori.
Ed è inutile che qualcuno voglia minimizzare quanto accaduto a don Andrea Perrelli, fornendo una diversa ricostruzione dei fatti e offendendo un sacerdote di altissimo spessore e moralità. L'episodio resta di una gravità inaudita e chi di competenza deve assumere i necessari provvedimenti per scongiurare eventuali vere e proprie tragedie.
*già assessore all'Ambiente del Comune di Catanzaro
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