Mons. Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, ha reso noto di “avere revocato la nomina del sacerdote Carmelo Perrello ad amministratore parrocchiale di Santa Maria del Buon Consiglio in Concessa”, parrocchia della periferia nord di Reggio Calabria.
Sulla nomina di don Perrello a guidare la parrocchia di Concessa, era intervenuto tre giorni fa il Garante dell’Infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, il quale, citando il giornale online ‘Il Dispaccio.it’, aveva posto in evidenza il fatto che don Perrello avesse goduto della prescrizione in seguito ad una denuncia per un presunto reato di pedofilia.
“L’arcivescovo – si legge in un comunicato della Curia - che nel determinare il provvedimento di nomina di Perrello ha agito in osservanza alla vigente legislazione civile, canonica e nel rispetto delle indicazioni ricevute dal Dicastero per la Dottrina della Fede della Santa Sede - ha comunque scelto di annullare l’incarico conferito al sacerdote reggino per ridare serenità allo stesso presbitero e alla comunità parrocchiale. Monsignor Morrone, infine, “intende chiedere scusa a tutti coloro che avessero trovato motivi di apprensione o di scandalo al riguardo della suddetta nomina ed, allo stesso tempo, intende ribadire la propria paterna vicinanza spirituale ed attenzione pastorale alla comunità di Santa Maria del Buon Consiglio”.
“Ringrazio sentitamente l’arcivescovo di Reggio Calabria, Fortunato Morrone, per avere inteso revocare la nomina del sacerdote Carmelo Perrello ad amministratore parrocchiale di Santa Maria del Buon Consiglio di Concessa di Reggio Calabria”, dichiara Marziale.
“La pedofilia è un terreno minato per la società e soprattutto ha cagionato al Vaticano guai non di poco conto – evidenzia il Garante – spingendo Papa Francesco a dichiarare che un prete che molesta i bambini non può continuare a fare il prete e che il processo di tolleranza zero è da considerarsi irreversibile. La nomina, oggi revocata, non poteva dunque passare inosservata. Non si tratta di un prete assolto, ma prescritto e lo stesso presule reggino, nel comunicato di due giorni fa, aveva rilevato come sia stato necessario farlo seguire da uno psicoterapeuta e da due confratelli. Da Garante – aggiunge Marziale – non potevo non ascoltare le sollecitazioni pervenutemi, perché la parrocchia rimane pur sempre un centro di aggregazione minorile di mia competenza territoriale in tema di sicurezza dei bambini e degli adolescenti. E, sinceramente, conoscendo molto da vicino la pedofilia anche nei suoi risvolti psichici, non avrei potuto dirmi tranquillo, al pari di quanti hanno inteso contattarmi”. “L’odierna determinazione dell’arcivescovo Morrone, riconcilia l’azione della chiesa locale al pronunciamento papale e pertanto – conclude il Garante – è da salutarsi con la certezza che tutti insieme, istituzioni laiche e religiose, si sia impegnati sullo stesso fronte a tutela dei più piccoli”. (AGI)
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