Partire dal buono che c’è, l’Ansa racconta le eccellenze calabresi

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  05 giugno 2019 18:46

di ANTONELLA SCALZI

Raccontare le eccellenze è possibile anche in Calabria. La prova l’ha fornita ieri l’Ansa con la tredicesima tappa del tour che proprio l’Agenzia nazionale stampa associata ha messo in piedi dal Trentino alla Sicilia. Catanzaro, sala conferenze del Complesso monumentale del San Giovanni: il gotha del giornalismo era tutto lì. Aspettando il libro e la mostra fotografica che l’Ansa ha in programma per l’anno prossimo anche per la Calabria, in effetti, ieri la nostra regione si è goduta la sua mezza giornata di notorietà trascorsa all’insegna delle eccellenze. Come già aveva fatto il Corriere della Sera soltanto poche settimane fa, a Lamezia Terme, anche l’Ansa ha voluto raccontare la Calabria migliore e l’ha fatto mettendoci la faccia. Il direttore, Luigi Contu e l’amministratore delegato, Stefano De Alessandri, hanno dato importanti contributi importanti nel corso di una sorta di tavola rotonda la cui gestione è stata affidata al responsabile regionale dell’Agenzia, Ezio De Domenico.

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Sullo sfondo un entusiasmo che in Calabria non si vedeva da tempo e che Stefano D’Alessandri ha basato tutto sui dati. Ha snocciolato cifre che parlano di un pezzo del Paese «con un senso di forte appartenenza» e che dicono che «dal 2015 al 2017 la Calabria è la regione del Sud cresciuta di più, con valori simili alle regioni del nord-ovest». Secondo i dati che D’Alessandri ha citato «l’export fa segnare un aumento del 39 per cento, l’occupazione è in crescita e le imprese che nascono sono di più rispetto a quelle che muoiono». Saldi positivi, dunque, che l’amministratore delegato dell’Ansa ha esteso anche al turismo. Sono sempre i dati, d’altronde, a dire che «la Calabria è la seconda regione per pernottamenti ed è la meta turistica con la più elevata crescita nei primi tre mesi dell’anno in corso». Non è un caso, insomma, se la Calabria è al diciassettesimo posto tra le mete turistiche più ambìte a livello mondiale. E poi l’agroalimentare. D’Alessandri non ha nascosto la sua passione per l’amaro e la liquirizia, ma ha soprattutto ricordato come «il vino di Cirò fu il primo, nel 1969, a essere insignito della Denominazione di origine protetta». Il buono da noi ha radici profonde, ma viaggia anche sulle gambe delle start up. Questo l’Ansa lo sa e attraverso D’Alessandri l’ha rimarcato a più riprese per lanciare un appello: «Raccomandiamo di fare sistema tra pubblico, privato e mass media».

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E se l’informazione vive sul territorio all’Ansa sanno quanto le regioni siano importanti. Ecco perché il direttore, Luigi Contu, ha scelto di esordire ricordando proprio come l’Agenzia, nata nel ’45 dalle ceneri della Stefani, abbia iniziato a lavorare nelle regioni già dagli anni 70. L’obiettivo era fare la differenza e sembra essere stato centrato al punto che Contu sembra non rimpiangere il passato e di sicuro non demonizza la rete. È fiero di essere il direttore di un’agenzia di stampa che «non arriva più soltanto ai professionisti della comunicazione, ma raggiunge milioni di persone anche sui Social». L’Ansa, insomma, è riuscita a stare al passo con i tempi «fornendo un’informazione certificata e anche grazie ai canali tematici». E se un modello di giornalismo civile cui ispirarsi in Calabria c’è, Contu l’ha trovato in Michele Albanese, il giornalista che vive da cinque anni sotto scorta, ma la cui determinazione resta intatta.

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Quel che è certo è che la scelta di raccontare le eccellenze ha fatto subito breccia nel cuore del governatore Mario Oliverio convinto che «la comunicazione è fondamentale nella crescita e nello sviluppo», ma consapevole del fatto che «soprattutto al Sud e in Calabria c’è una marginalizzazione del positivo». Da qui la stoccata: «Siamo alimentatori della spirale negativa. Non sottovaluto la presenza della criminalità organizzata - ha voluto chiarire - ma non raccontare il positivo significa sfiancare chi fa bene. Sostenere e incoraggiare gli aspetti positivi restando con i piedi per terra» sembra essere, dunque, la sua ricetta per la svolta. Una svolta possibile se «il National Geografic ha in copertina la Calabria e se le star up calabresi sono ormai da quattro anno nel gruppo di testa a livello nazionale».

Di «regione che si è svegliata» ha parlato poi il vicesindaco del capoluogo di regione, Ivan Cardamone. L’auspicio che «il ruolo del giornalista continui a essere centrale» è arrivato dal portavoce del numero uno di Palazzo Campanella Nicola Irto. Giampaolo Patella lo considera fondamentale «in un momento in cui qualcuno vuole farci credere che la terra sia piatta».

E poi gli imprenditori. Sono loro che possono portare in cima la Calabria e su di loro l’Ansa ha scelto di puntare. Tra loro Florido Rubbettino, l’editore che si sente «un uomo normale che la Calabria deve meritarsela provando a fare bene il proprio lavoro» ed è convinto che «si debba raccontare l’anima della regione». E poi Nuccio Caffo: l’uomo della distilleria nostrana che dalla politica regionale si aspetta «una mano tesa alle esigenze di normalità degli imprenditori»; l’eccellenza che non nega i sacrifici; l’imprenditore convinto che «la Calabria non ha nulla da invidiare ad altre parti del mondo» D’altronde, da noi si può fare anche pagagil per alimenti, la classica carta stagnola. La prova arriva da Alupack, l’azienda di Amedeo Salerno che opera a San Marco Argentano, nella valle dell’Esaro.

Ma in Calabria è nato anche il bla bla car delle merci. Con macigno.com Samuele Furfaro ha messo su una start up che consente di trasportare oggetti voluminosi o fare un trasloco con un semplice click. Spazio che si vende, spazio che si acquista e in mezzo loro che vivono a Polistena e un piccolo problemino con l’azienda di famiglia che fece scoccare la scintilla. Ma «dobbiamo essere più realisti del re, non abbiamo più tempo e saremo un Paese normale quando non ci definirete più eccellenze». Domenico Menniti ha preferito concentrarsi sulle criticità di una regione che «ha perso più un milione di residenti, dove i pensionati sono 740mila e quotidianamente sostengono giovani e famiglie». A dirlo è chi il successo l’ha trovato con un marchio d’abbigliamento calabro-campano, il noto bassottino di Harmont e Blaine presente in 40 Paesi. Eppure dalla Calabria nascono davvero idee straordinarie come, ad esempio, quella targata Francesco Tassone che, con la sua Personal Factory, ha messo su, a Simbario vicino Serra San Bruno, il primo sistema robotizzato per la creazione di prodotti chimici per l’edilizia. Tutte eccellenze di cui va fiero il numero uno di Unioncamere Calabria, Klaus Algeri.

 

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