di GIANPIERO TAVERNITI
Paese che oltre a colpirci per il suo grazioso e caratteristico borgo, per le chiese , i murales e per la oramai riconosciuta bontà dei suoi vini, ci colpisce durante la settimana Santa molto sentita che coinvolge l'intera comunità verbicarese. In questo borgo , si pratica un rito di culto verso Nostro Signore che consiste nell'autoflagellazione di alcuni fedeli che spontaneamente, soffrono delle pene del Signore nella tarda serata del giovedi Santo dopo la Coena Domini.
Loro sono i battienti (vattienti) che durante la serata, si autoincidono sul corpo con del sughero con dei vetrini fissati, sanguinando copiosamente e disinfettandosi durante il cammino con del vino o dell'aceto. Questo rito , e' uno dei più antichi della Calabria, si svolge anche a Nocera Terinese nel catanzarese, in questa serata a Verbicaro partecipano tantissimi verbicaresi e anche tanti visitatori che osservano esterefatti questa pratica. Di sicuro un rito pagano, del popolo, dalla quale naturalmente la chiesa si dissocia, ma in quella serata Santa, regala quel profondo pentimento della sofferenza, della fede e della quasi estrema spiritualità che i battienti vivono in prima persona e condividono con l'intera comunità. Potrà essere cruento assistere a tale rito ma tra il sangue che sgorga e il profumo del vino "disinfettante" che gli stessi spargono sulle ferite, tra i volti di tanta gente che attraverso la sofferenza dei battienti si uniscono nel seguirli, accompagnando il nostro Gesù dopo la Santa Cena, dove lo stesso salutò i suoi dodici discepoli e tra quelli qualcuno tradendolo , lo portò verso la crocefissione. Un esperienza unica, che non dovrà essere fraintesa come un semplice evento popolare o evento attrattivo turistico, ma come la più cruda condivisione della sofferenza che portò nostro Signore sulla croce, fecendogli pagare i peccati di tutti gli uomini. Di sicuro questo centro , merita di essere visitato e vissuto, vista la sua particolare bellezza e vista la sua distintiva tradizione popolare di fede che una volta vissuta, ci renderà sempre più consapevoli delle sofferenze umane e del nostro Signore che nella oramai Santa Pasqua vicina, ci starà vicino al pari dei fedeli che nel caso dei vattienti verbiceresi, estremamente vogliono unirsi a lui in questi giorni , tramandando questo rito ormai da metà del diciottesimo secolo, ininterrottamente e sempre con grande trasporto e fede. Grazie vattienti, per farci avvicinare anche a noi, assistendo alla vostra autoflagellazione, alle sofferenze di colui che si accusò tutti i peccati degli uomini.
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