"Passepartout". Per la metropolitana leggera di Cosenza-Rende chieste tre condanne e un'assoluzione (I NOMI)

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images "Passepartout". Per la metropolitana leggera di Cosenza-Rende chieste tre condanne e un'assoluzione (I NOMI)
Un’aula di Tribunale
  23 ottobre 2020 17:20

di EDOARDO CORASANITI

L'indagine è quella della Procura di Catanzaro e denominata “Passepartout”, con politici, dirigenti regionali, tecnici e imprenditori. Nelle carte i lavori della metropolitana leggera di Cosenza-Rende e del nuovo ospedale del capoluogo bruzio: gli inquirenti sospettano che per entrambi i casi siano state messe in atto delle turbative d’asta, abusi d'ufficio, frodi nelle pubbliche forniture.

Oggi è stato il giorno del rito abbreviato. Il pubblico ministero Vito Valerio ha chiesto l'assoluzione per Pasquale Gidaro (difeso dall'avvocato Sergio Gidaro), la condanna a 4 mesi e 600 euro per Tito Berti Nulli (difeso dall'avvocato Vincenzo Ioppoli), 1 anno e 9 mesi per Eugenia Montilla (difeso dall'avvocato Francesco Gambardella e Gianfranco Barbieri), 4 mesi e 600 euro Arturo Veltri (difeso da Marcello Manna e Concetta Coscarella). 

Nel rito ordinario, invece, a fine luglio lo stesso giudice ha rinviato a giudizio Mario Oliverio, 66 anni, ex presidente della Regione Calabria; Nicola Adamo, 62 anni, ex consigliere regionale; Luigi Incarnato, 64 anni, commissario della Sorical, la società di gestione delle risorse idriche regionali; Luca Morrone, 41 anni; Luigi Giuseppe Zinno, 65 anni, ex dg regionale dei Lavori Pubblici; Giuseppe Lo Feudo, 64 anni; Pietro Ventura, 53 anni, Rocco Borgia, di 75 anni; Antonio Capristo di 60 anni; Giuseppe Trifirò, 58 anni; Santo Marazzita di 56; Giulio Marchi di 69 anni; Armando Latini 65 anni; Giovanni Forciniti di 55; Fortunato Varone di 42 anni.


L'UDIENZA DI OGGI: Dopo la richiesta delle pene, si accendono i riflettori delle difese. In particolare, l'avvocato Ioppoli mette in luce un aspetto: da quando il Gip ha rigettato l'applicazione di misura cautelare proposte dalla Procura nella fase delle indagini per mancanza di gravità indiziaria a carico dell'ingegnere Berti Nulli, il quadro probatorio non è cambiato. Identico e immutato, tanto da non giustificare, secondo il legale, una eventuale sentenza di condanna.  
Inoltre, per lo stesso capo d'imputazione contestato a Berti Nulli (turbata libertà d'incanti), nella fase dell'ordinario la Procura aveva chiesto il non luogo a procedere mentre poi il Gup rinviò a giudizio i presunti coautori del reato. 

Un altro elemento che giocherebbe a favore di Berti Nulli risiederebbe nel fatto che una consulenza tecnica a disposizione del Gip avrebbe dimostrato che la società presuntivamente favorita era in possesso di tutti i requisiti per vincere il bando. 

Gli avvocati Manna e Coscarella per Veltri evidenziano come il Gip avesse rigettato la richiesta di misura cautelare, evidenziando come il quadro indiziario sia rimasto uguale. Tradotto: non c'era la gravità indiziaria, non c'è quella probatoria.

Prossima udienza l'11 dicembre, quando gli avvocati Gambardella e Barbieri replicheranno alle accuse del pm nei confronti di Eugenia Montilla, accusata di corruzione. 

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