Passerà. Ma come? Il virus tra la gente spaventata e i Governi confusi...

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Franco Cimino
  14 marzo 2020 18:10

di FRANCO CIMINO

L’Italia, quella dei governi non quella delle genti e del popolo, non si smentisce mai. La commedia dell’assurdo, l’assurdo nel dramma, il dramma dell’assurdo, puntualmente si ripete. Sarò brevissimo, questa volta. Non c’è bisogno di dire molto su ciò che gli italiani hanno in diversi modi percepito. Tre passaggi soltanto. Sta per arrivare da molto lontano il famigerato virus( già la velocità sulla lunga percorrenza lo presenta bene in tutta la sua pericolosità). Si dice, ci dicono, dall’alto ce lo dicono, che questo virus non fa male, non è mortale, e poco più che un’influenza. Gli italiani, gente allegra e ottimista, ci sta. Esce, corre, incontra, parla, va allo stadio, al bar, nei pub e pizzerie, ai concerti, nelle vie, nei centri commerciali, nelle piazze. Molti anche nelle chiese. Se ci fossero altri posti in capo al mondo, li raggiungerebbero in massa. Pochi giorni sono passati e i governi cambiano idea, notizie e decisioni.

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Questo virus viene dalla Cina e già per questo è brutto, sporco e cattivo. Si muore, vabbè che sono vecchi i suoi preferiti destinatari, ma si muore. Dividiamo, quindi, il Paese in zona rossa, zona arancione e verde, ritenendo quest’ultima l’unica senza contagio o pericolo di contagio. Ed è qui infatti che si resta a vivere allegramente. E meno male che il virus non ci sia, con la sanità che abbiamo sarebbe un dramma. Qualcuno sempre di quelli che governano, strigliato probabilmente da qualcuno tra quelli che comandano davvero, guarda i conti nelle tasche dei pochi che fanno soldi al Nord, e decide che un virus è nulla di fronte al potere del denaro. Ovvero, che se il virus cammina il denaro è più veloce. E più forte. Infatti, si dice che quelle particelle virali invisibili come bollicine resistono nell’aria non più di trenta minuti, forse molto meno. I soldi, invece, specialmente quelli invisibili del sottosistema finanziario, durano un tempo infinito, modificabile solo da chi li possiede. Allora, invece che chiudere, non bisogna fermarsi, ché da quelle parti chi si ferma è perduto. Milano riapre, così Bergamo, Brescia, Varese e via via tutta la Lombardia.

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Lo slogan “ Milano non si ferma”prende corpo. E tutti riaprono davvero. Ristoranti, bar e la Milano da bere riprende la sua sicurezza nella solita vita. D’altronde, se la Città la riapre colui il quale, oggi per questo sindaco, ha aperto il ricchissimo Expo Milano 2015, non puoi non andare a prendere almeno un aperitivo. Il segretario del PD , Zingaretti, ne era tanto convinto che vi è salito apposta da Roma. Due giorni dopo, il contagio esplode e si estende a Milano. Gli scienziati e gli esperti si “incazzano”( me lo si lasci dire) come belve per l’aggravarsi di un fenomeno controllabile appena seguendo le indicazioni che provengono dalla Cina. I governi, a questo punto ritornano a parlare a reti unificate. Ci dicono che noi abbiamo sbagliato a uscire, che non abbiamo capito nulla del pericolo, che siamo, quasi lo sussurrano, i soliti italiani faciloni e allegretti. Emanano subito un decreto che più duro non si potrebbe. Tutti a casa, nessuno per favore esca. Sì, ma se i negozi restano aperti e gli italiani hanno solo la cortesia di restare in casa, non significa anche un invito a uscire per far circolare il denaro? Infatti,è così. Si esce per andare nei negozi e di più nei centri commerciali. Il pericolo permane, anzi aumenta. I contagiati crescono a migliaia al giorno e a decine i morti.

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Allarme! I governi tornano a parlare, quasi sempre di notte(!?). Nuovo decreto di quello centrale, il governo dei governi, come Milano è il potere dei poteri. Si dice, anzi si impone per legge:a) estensione dell’emergenza sanitaria, a tutto il Paese, così finalmente l’Italia sarà unita e le diseguaglianze azzerate; b)divieto assoluto di uscire di casa senza motivazione seria giustificata. Come nelle zone di guerra, ci si sposta con il lasciapassare. I negozi, tranne farmacie e generi alimentari, tutti chiusi. Tutte le altre attività e sedi in cui farle chiuse. Tutti... tranne i Centri Commenciali( solo sabato e domenica), le banche, le agenzie finanziarie e assicurative. Delle scuole non ripeto, perché quelle sono state le prime a chiudere e le più facili a lasciarle chiuse. Succede, però, che alla solita segretezza dei governi, bucata come un vecchio scolapasta, fa seguito il notturno assalto, ripetutosi ieri, alla stazione di Milano, da dove migliaia di meridionali, presi d’assalto i treni, si sono stipati nelle carrozze a “ respirare” tutti insieme l’aria salubre del ritorno a casa.

“Ma come  -si domandano tutti, molti congetturando maliziosamente su questo fenomeno non evitato - per un qualsiasi residente che venisse trovato in giro per le strade vi sono sanzioni penali assai pesanti, e nulla si fa per impedire la discesa in massa nelle zone ancora sane del Sud di persone che teoricamente, secondo gli scienziati, in buona percentuale potrebbero diffondere una vera e propria epidemia?". Quale intelligenza si muove dentro atti formali che invece di restringere l’area del contagio la allargano e per giunta verso zone che non sono per nulla attrezzate per affrontarlo? Un mistero o cos’altro di decifrabile potrebbe essere? Solo filosofia italiana con la quale voler cercare sempre il centro dell’ombelico, o cosa? Adesso, non è tempo di polemiche si dice dalle parti in cui non si è riusciti a trovare neppure la parvenza di una qualche unità.

E va bene. Noi continueremo a restare uniti e coraggiosi. E davvero ci formeremo un nuovo spirito di solidale convivenza e di italianità antica. Lo costruiremo nelle nostre dorate prigioni. E quando, più volte al giorno, all’ora della socialità e dell’orgoglio nazionale spontaneamente scelte, usciremo sui balconi o ci affacceremo dalle finestre, canteremo e suoneremo insieme, ché è assai bello, vorremmo finalmente vedere che sia davvero chiuso tutto, tranne gli esercizi di stretta necessità. Le banche e le finanziarie, che non sono tra questi e neppure somigliano a un ospedale o a un pronto soccorso, siano più ermeticamente chiuse, così che gli italiani impediti di correre in banca o nelle agenzie di credito, non si vedano per decreto costretti a pagare alla scadenza rate e commissioni varie, con l’assurda motivazione che tutto può morire tranne il denaro. L’economia cresce e si difende con le persone vive. Lo si rammenti bene.

Ps: le ultime notizie che arrivano da Palazzo Chigi, dicono che nel decreto per l’emergenza economica, molte di queste necessità verranno coperte. Vediamo se e a quali condizioni e per quanti e quali italiani.

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