PD. Assemblea Provinciale di Catanzaro con Giuseppe Provenzano ma senza Stefano Graziano. Spira il venticello della polemica

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images PD. Assemblea Provinciale di Catanzaro con Giuseppe Provenzano ma senza Stefano Graziano. Spira il venticello della polemica
Ministro Giuseppe Provenzano
  04 maggio 2021 23:33

di ENZO COSENTINO

Legalità, sviluppo, innovazione. Tre parole magiche. Tre punti cardinali da seguire per elevare la Calabria al rango di “regione d’Europa”.  In previsione della “pioggia di miliardi di euro che arriverà con il recovery plan, la politica calabrese non li dovrà perdere di vista. Preferibilmente tutta la politica. Ci vorranno, comunque, marinai audaci, onesti, preparati. Le tre parole magiche saranno il cuore del dibattito che il cinque maggio si svilupperà nell’Assemblea provinciale del PD di Catanzaro. Il presidente dell’organismo, Michele Drosi e il segretario provinciale Gianluca Cuda, hanno lavorato in piena sinergia per organizzare l’evento che si arricchisce con la presenza ai lavori del vice segretario nazionale del Partito, Giuseppe Provenzano.

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L’incontro si terrà ovviamente in modalità online a partire dalle 18,30. Ci sarà, quindi, il vice di Enrico Letta, una presenza che potrebbe anche essere interpretata con un segnale di attenzione dei vertici nazionali dem nei confronti di una Calabria dove lo smalto politico del PD non è più tanto brillante. Anche a causa di situazioni gestionali. Il Pd calabrese soffre il suo amaro destino del commissariamento… a vita. Anche a causa delle tante complicate vicende interne che ne hanno logorato la credibilità politica. Al dibattito Drosi e Cuda hanno invitato anche esponenti del mondo sindacale, delle Università, segretari di circolo, sindaci e amministratori locali. Si spazierà sui temi di vivissima attualità:dall’emergenza sanitaria, al lavoro, al recovery plan, dalle elezioni regionali, al rilancio del PD calabrese.

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Non sarà presente il commissario regionale del Partito Stefano Graziano al quale, secondo fonti attendibili, sembra non sia stato neppure formulato l’invito a presenziare ai lavori dell’Assemblea. Incidente “diplomatico” e basta o anche un segnale da interpretare come una evidente presa di coscienza di una fetta di partito che vuol mettere fine al  regime commissariale dominante.  Situazioni da portare sul terreno della chiarezza anche in previsione della prossima sfida elettorale che attende il Pd che si è candidato, ancora una volta, per rappresentare la leadership di un centrosinistra che intende rialzare la testa.

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