Perdite e debiti ereditati dalla Dulbecco: tre bilanci della Mater Domini nel mirino della Corte dei conti

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images Perdite e debiti ereditati dalla Dulbecco: tre bilanci della Mater Domini nel mirino della Corte dei conti

La sezione controllo della Corti dei conti ha avviato un'istruttoria sui bilanci dal 2020 al 2022 dell'ex Aou Mater Domini da cui poi è nata la Dulbecco. Nel documento di una trentina di pagine emerge la violazione di "principi contabili e rettifiche da fare nel 2023". Il peso crescente degli interessi passivi

  02 gennaio 2024 13:04

di GABRIELE RUBINO

I fari della Corte dei conti ‘puntano’ sui bilanci dell’ex Aou Mater Domini di Catanzaro. La sezione controllo, lo scorso 21 dicembre, ha avviato formalmente un’istruttoria corredata da una corposa serie di richieste di documenti e chiarimenti sui conti 2020, 2021 e 2022 dell’azienda che nei mesi scorsi è stata integrata con il Pugliese-Ciaccio per costituire l’Aou ‘Renato Dulbecco’. A leggere i dettagli del documento, non è detto che gli effetti negativi del passato non possano traslarsi nel futuro e, quindi, alla stessa ‘Dulbecco’.  

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VIOLATI I PRINCIPI DI REDAZIONE DEL BILANCIO 2020, SERVONO RETTIFICHE NELL’ESERCIZIO 2023- Per la cronaca, l’ex Mater Domini ha chiuso l’esercizio 2019 con la maxi-perdita da oltre 100 milioni (causata dall’eredità malefica della Fondazione Campanella, che ha fatto sforare i conti regionali con ulteriore innalzamento delle tasse sulla sanità ai cittadini calabresi), poi nel 2020 il rosso è stato di oltre 73 milioni; nel 2021 il conto economico è stato chiuso a -14 milioni e nel 2022 a -25 milioni. Di cosa non è convinta la magistratura contabile? Anzitutto, per il bilancio 2022 non risulta essere trasmesso il parere del collegio sindacale, che è stato “non favorevole” per i due esercizi precedenti e, in particolare, sul 2020 poiché “pervaso da errori significativi”. Le maggiori perplessità si concentrano proprio su questo esercizio. È stato approvato la prima volta con una delibera di aprile 2021 ed è poi stato riaperto e rettificato due volte, prima a metà ottobre e poi a inizio novembre. Per la Corte dei conti (e qui più che un’istruttoria c’è già una chiara indicazione) non si poteva fare poiché sarebbero stati violati l’articolo 2423 bis del codice civile e il principio contabile nazionale OIC n. 29. Una scelta spiegata dall’ex Aou Mater Domini con la tardiva ripartizione del fondo sanitario da parte della Regione. Ma il magistrato istruttore Antonio Barrile, che ha firmato la richiesta, è stato piuttosto netto su questa giustificazione: “non può essere ricondotta alla tipologia dell’errore, né integrare un’informazione disponibile al momento della redazione del bilancio”. Così si torna indietro, il bilancio 2020 è quello approvato con la prima delibera (aprile 2021) e l’azienda dovrà “provvedere ad effettuare le dovute scritture di rettifica nel prossimo bilancio da adottare (esercizio 2023)”. Ecco il ponte fra passato e futuro.

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IL CREDITO, GIA’ SVALUTATO, DELLA FONDAZIONE CAMPANELLA ANCORA ISCRITTO A BILANCIO? - Tornando indietro, nel documento di una trentina di pagine, viene fatto notare come non risulti l’atto di ripiano regionale per la perdita di gestione del 2019. Il famigerato disavanzo da oltre 100 milioni. Restando in argomento, si legge ancora: “l’esame della documentazione agli atti ha fatto emergere che risulta ancora iscritto, al 31/12/2022, il valore dei crediti verso la Fondazione Campanella per euro 63.953.396,81 sebbene completamente svalutato, a seguito dell’intervenuta sentenza passata in giudicato che ne ha decretato l’inesigibilità. L’azienda dovrà spiegare il motivo del suo mantenimento nell’attivo stato patrimoniale”.

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NEL 2022 DEBITI A 198 MILIONI E ONERI FINANZIARI PER 850 MILA EURO- Preoccupa, e non poco, la situazione debitoria. Nel 2022 i debiti dell’ex Aou Mater Domini ammontavano ad oltre 198 milioni di euro, con un incremento del 32% rispetto all’anno precedente. Il peso maggiore, l’84%, è quello dei debiti nei confronti dei fornitori. Naturalmente balza all’attenzione il ritardo nei pagamenti. Pur se l’indice di tempestività è migliorato nell’ultima rilevazione rimane quello “più elevato registrato tra tutte le aziende del SSR calabrese. Tali ritardi – si legge nel documento – hanno evidenti conseguenze sugli interessi passivi”. Nel 2022, assieme ad altri oneri finanziari, hanno zavorrato i conti con un macigno da 850 mila euro. Di questi, 480 mila sono interessi passivi per le somme anticipate dal tesoriere. Ed anche sull’anticipazione di tesoreria non convincono la Corte dei conti. Vuoi perché il debito sorto per la mancata restituzione dell’anticipazione di cassa è passato da 3,5 m a 18 milioni di euro in anno e vuoi perché i dati estratti dal portale Siope avrebbero fatto emergere significativi disallineamenti rispetto a quanto dichiarato dall’azienda.

CIRCOLARIZZAZIONE E VALUTAZIONE SU UN CONTENZIOSO- La Corte dei conti ha chiesto un aggiornamento sulla circolarizzazione, la procedura attivata dalla struttura commissariale per arrivare alla ricognizione del debito della sanità regionale. Per l’ex Aou Mater Domini il riscontro si attesta attorno a 105 milioni di euro. Su un punto ci vuole vedere chiaro. “La Bf Bank Spa ha dichiarato un verso l’azienda pari a circa 24 milioni di euro anche se, come riferito dallo stesso collegio sindacale, si deve tener conto dei molteplici giudizi in corso in cui l’Aou Mater Domini si è costituita sollevando molteplici eccezioni ed eventuali scostamenti possono essere dovuti anche ai rifiuti delle cessioni di credito che l’azienda ha effettuato nel tempo”. Nel documento viene inoltre sollevato il ritardo della gestione della contabilità analitica attraverso il sistema SEC SISR “per la mancata implementazione delle procedure di tutti i moduli”. E a proposito di contenzioso non risulta 'valorizzato' quello relativo al personale. 

SESSANTA GIORNI PER FORNIRE LE RISPOSTELe criticità segnalate nel documento toccano altri segmenti, dal personale all’intramoenia fino alle proroghe delle gare (se ne darà conto in ulteriori approfondimenti). La Dulbecco e il collegio sindacale dovranno fornire le risposte e gli atti richiesti entro sessanta giorni, altrimenti la Corte dei conti si determinerà sulla scorta degli attuali elementi. Essendo questi, la situazione è tutt’altro che serena.

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