
di CARLO MIGNOLLI
«Siamo stati bravi perché abbiamo avuto pazienza, abbiamo trovato il gol e abbiamo sofferto come sempre: stiamo diventando sempre di più gruppo».
Così il numero 10 giallorosso Jacopo Petriccione al termine di Catanzaro-Avellino 1-0, gara decisa nella ripresa dalla rete di Alphadjo Cisse e che ha consegnato ai ragazzi di Aquilani la terza vittoria consecutiva, proiettandoli al settimo posto in classifica, in piena zona playoff.
Petriccione ha ribadito come in Serie B vincere sia sempre complicato, contro qualsiasi avversario. I biancoverdi, per caratteristiche, rappresentavano un ostacolo tutt’altro che semplice: squadra compatta, capace di chiudere bene gli spazi e di ripartire con qualità: «Sapevamo che poteva essere difficile sbloccarla e che potevamo concedere qualche ripartenza», ha spiegato, sottolineando però la maturità mostrata dal Catanzaro nel restare lucido, avere pazienza e colpire al momento giusto, per poi soffrire insieme fino al triplice fischio.
Il discorso si è poi spostato sul momento estremamente positivo della squadra. Sei vittorie nelle ultime otto gare certificano una crescita evidente, soprattutto sul piano mentale. Su questo Petriccione è stato chiaro: le vittorie portano entusiasmo e fiducia, cambiano il modo di allenarsi e anche l’approccio alla partita. Dopo un avvio complicato, con otto gare senza successi e un peso psicologico importante, la svolta è arrivata nel trittico contro avversari di alto livello. Da lì il Catanzaro ha ritrovato serenità e consapevolezza. «Non ci dimentichiamo da dove veniamo - ha ricordato - perché quei due mesi sono stati tosti e uscirne non era affatto scontato».
Il numero 10 giallorosso ha poi rimarcato la crescita nella gestione delle partite, sia quando c’è da recuperare il risultato sia quando bisogna difendere un vantaggio, come accaduto contro l’Avellino. La maggiore sicurezza nel fraseggio e nella manovra è figlia dei risultati ma anche del lavoro quotidiano: il Catanzaro è una squadra che si esalta nel palleggio e nel provare a giocare, seguendo i principi richiesti dal mister. Senza questa identità, ha ammesso Petriccione, arrivano le difficoltà.
Inevitabile anche un passaggio sul suo ruolo all’interno del gruppo. A 30 anni, il centrocampista si sente un punto di riferimento: essere il primo passaggio, il “porto sicuro” per i compagni, soprattutto nei momenti difficili. Un contributo silenzioso ma fondamentale, che dà equilibrio e ordine alla squadra.
Infine, uno sguardo più ampio sul percorso del Catanzaro tra continuità e cambiamenti rispetto alla scorsa stagione. Con Aquilani le idee restano orientate a un calcio propositivo, ma l’inserimento di tanti giovani e nuovi elementi ha richiesto tempo per trovare i giusti meccanismi. Ora, però, l’identità è chiara e lo spirito è quello giusto: chiunque entri dà il massimo, nessuno si tira indietro. E con una classifica che ora sorride, il Catanzaro può davvero cavalcare il momento e continuare a sognare in grande.
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