Pietragrande, ritrova poiana ferita ma il Cras "è in ferie": odissea per salvare il rapace protetto

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  13 agosto 2022 17:39

di FILIPPO COPPOLETTA

Un gesto altruistico, civile e improntato verso il rispetto della natura, non sempre trova il giusto supporto dagli enti e dalle istituzioni preposte. Potreste, infatti, ritrovarvi nei panni di chi ci racconta questa storia che ha del paradossale.

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Nella giornata di ieri, nel corso di una tranquilla passeggiata sulla spiaggia di Pietragrande, un cittadino avrebbe notato sulla battigia un rapace in evidente stato di difficoltà. La zona era poco popolata per via del maltempo ma alcuni presenti si sarebbero precipitati per recuperare l'uccello poi rivelatosi una poiana: specie protetta nel nostro Paese. Il rapace era bagnato, impossibilitato a spiccare il volo e in stato di confusione.

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Chi ci narra la storia è il signor Claudio, che ha provveduto a raccogliere il volatile dalla spiaggia con l'ausilio di un panno e, direttamente sul posto, memore di altri salvataggi effettuati negli anni precedenti, ha attivato la richiesta di assistenza ed aiuto, allertando, in primis, la Capitaneria di Porto. Un primo passaggio che si è rilevato ostico e solo dopo diversi tentativi, l'uomo è riuscito a mettersi in contatto con gli uffici preposti il cui personale addetto, si è limitato ad informare che la competenza non fosse della Capitaneria, consigliando di contattare l'Arma dei Carabinieri. Telefonata la compagnia locale, i militari hanno quindi accolto la richiesta chiedendo all'uomo di pazientare per qualche istante prima di essere ricontattato. 

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Trascorre un quarto d'ora. L'uomo resta ancora in spiaggia, con la poiana in braccio, avvolta nel panno, stordita e bisognosa di cure immediate. Viene quindi effettuato un nuovo tentativo di contatto con l'Arma che ribadisce, ulteriormente, "sarete ricontattati". 

Spazientiti dalla situazione, inizia una ricerca disperata di associazioni ed enti preposti alla salvaguardia della specie. Viene contattato per prima - e senza successo - il WWF, successivamente le Guardie Forestali che rispondendo dal reparto di Reggio Calabria non sono in grado di offrire supporto. Infine, viene contatto il Cras (Centro di Recupero Animali Selvatici) del Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro, unica struttura operante nella provincia e tra le poche attive sul territorio regionale. 

«La risposta del Cras ci ha lasciati senza parole» ci dice Claudio. «In sostanza - afferma - ci viene detto che la responsabile del servizio fosse in ferie e che sarebbe rientrata in servizio il 29 agosto, fino ad allora mi sarei dovuto prendere cura dell'animale». L'uomo resta sbigottito dinanzi a ciò, consapevole, tra l'altro, che una legge vieta di tenere in casa specie protette di animali. Ma tralasciando l'ambito normativo, l'uomo ci dice che non sarebbe mai stato in grado di prendersi cura del rapace.

Molti, bisogna ammetterlo, avrebbero desistito dinanzi ad un'odissea di questo genere. Fortuna ha invece voluto che un amico mettesse in contatto Claudio con un responsabile locale del WWF - tra l'altro ex operatore del Cras catanzarese volutamente allontanatosi dall'ente - che ha subito preso a cuore la questione e - pur non essendo in sede - ha subito offerto consigli e dritte su come curare il rapace.

Nella mattinata odierna, il responsabile del WWF ha quindi raggiunto l'uomo che ha salvato la poiana. Visitato il rapace ha riscontrato come lo stesso sia stato probabilmente vittima di "mobbing" da parte dei gabbiani reali che circondano la zona, i quali, spiega un esperto, "avvistato l'intruso, si mettono in allerta, cominciano ad agitarsi lanciando forti grida d’avvertimento, compattandosi in volo e piombando sul predatore che subisce inerme le picchiate ravvicinate dello stormo". 

Conclusi gli accertamenti sul rapace, lo stesso è stato portato su una collina nelle zona di Montauro con la speranza che potesse spiccare autonomamente il volo, cosa che fortunatamente è avvenuta. 

Una storia a lieto fine se non fosse per la questione che ha mosso l'uomo a rivolgersi alla nostra redazione. Resta, infatti, l'amaro in bocca apprendendo che l'ente provinciale addetto alla salvaguardia di questi animali, non abbiamo adempiuto per tempo al compito per cui è proposto. Ente destinatario, tra l'altro, di finanziamenti pubblici per svolgere in modo accurato le sue funzioni. 

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