"L'attacco di alcuni esponenti politici calabresi al presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, senatore Nicola Morra, è strumentale e decisamente inopportuno". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Arturo Bova, dei Democratici progressisti, nella qualità di presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta.
"Ho letto - aggiunge Bova - le dichiarazioni dell'onorevole Wanda Ferro, così come ho ascoltato un'intervista all'onorevole Enza Bruno Bossio. È un coro di accuse sul quale non posso rimanere in silenzio. Dalle parole usate da Morra si evince inequivocabilmente il richiamo ad un uso spregiudicato e distorto della simbologia cattolica che tradizionalmente viene fatto dalle mafie, Cosa nostra e 'ndrangheta, in particolare. Il riferimento di Morra era ed è assolutamente calzante, con il triste scenario che in Calabria offre la 'ndrangheta che, negli anni, ha creato una sorta di fanatismo cattolico-religioso utilizzato per camuffare agli occhi dei calabresi il suo malaffare e il suo carattere criminale. Morra non si riferiva ai calabresi tout-court, ma ai 'mafiosi calabresi' e le sue parole sono, ahìnoi, vere e quanto mai attuali". "Il richiamo, poi, dello stesso Morra al Ministro dell'Interno dimissionario on. Matteo Salvini affinché stia attento all'uso dei simboli religiosi, rosario in particolare - dice ancora il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta - è assolutamente condivisibile e trova il mio pieno sostegno. Meraviglia, semmai, la levata di scudi nei confronti del senatore Morra, così come meraviglia la tempistica degli stessi protagonisti degli attacchi nei suoi confronti, soprattutto ove si pensi al contegno omissivo riservato, invece, all'uso pedante, martellante, quasi sacrilego, che il Ministro Salvini, tra un bagno e l'altro, tra un intervento in Parlamento e una diretta Facebook, continua a fare della Madonna o del Rosario, abilmente tenuto in mano e mostrato in ogni occasione. Quasi come se tutto fosse studiato a tavolino per una precisa strategia acchiappa consensi. Mi sarei aspettato, e lo avrei condiviso, un intervento di chi di dovere nei confronti di Salvini e non di certo nei confronti di Morra. Già in passato Salvini aveva ostentato la Madonna e il Rosario, provocando, ad esempio, la pronta e giusta reazione del vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero. Condivido, dunque, anche il richiamo di mons. Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, al Ministro dell'Interno, allorquando afferma: 'Di pessimo gusto è il frequente ricorso all'ostentazione dei simboli religiosi per usi impropri. Ancor più fuori luogo è farlo in una sede qualificata per la sua laicità, qual è il Parlamento. Il simbolo religioso parla solo a chi lo usa con fede. Attraverso il rosario il vero devoto incrocia il volto di Maria meditando la vita del suo Figlio. Parimenti il vero politico sa di non trovare protezione mostrando un simbolo religioso per altri fini che non sono quelli propri di chi ha fede. È vero che spesso i mafiosi hanno fatto uso della simbologia religiosa, ma questo non aveva e non ha alcun valore religioso. La loro ostentazione di immagini o simboli religiosi era un gesto sacrilego. È sacrilego usare per fini impropri la simbologia religiosa. La vera religione non si concilia col crimine ed il malaffare'".
"Credo, invece - conclude Arturo Bova - che la Conferenza Episcopale Italiana avrebbe dovuto formalmente richiamare già da tempo un Ministro della Repubblica che per mesi si è fatto beffa del mondo episcopale e ha lavorato e vuol continuare a lavorare per contrastare e calpestare i diritti umani. Non ci si rivolge alla Madonna e non si ostenta il Santo Rosario, non avendo pietà di bambini, donne e uomini che annegano in mare alla ricerca di una vita migliore, ma sarebbe meglio dire, per scampare agli orrori della persecuzione, della tratta umana, e del nuovo olocausto del terzo millennio. Questo sì che è contro la Madonna ed il Santo Rosario!".
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