Polemica su Augias. Gioventù Nazionale Catanzaro: "Basta al calabrese come luogo comune"

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  24 gennaio 2021 17:50

"Ancora una volta, persone di elevato grado culturale inciampano erroneamente in quello che è il peculiare stereotipo calabrese: Calabria terra di mafiosi, di corrotti, e per di più perduta e irrecuperabile secondo Corrado Augias. Pur quest’ultimo incarnando un talento indiscutibile dal canto professionale, in qualità di giornalista e scrittore, le parole che ha utilizzato nella trasmissione su Rai 3 non fanno altro che contribuire a fornire un’immagine distorta della nostra regione che, indubbiamente, a livello nazionale ha sempre dovuto far i conti con la propria immagine contraddistinta molto spesso da episodi negativi più che positivi", riferiscono in una nota Simone Codispoti ed Erika Cavigliano, della Gioventù Nazionale di Catanzaro.

"Ma perché assistere ancora una volta inermi a questi giudizi superficiali e negativi? Ci teniamo a rammentare che Corrado Augias viene eletto europarlamentare nel 1994 con 168 mila preferenze nella circoscrizione meridionale, circoscrizione per la quale non ha mai concretizzato nessuna azione per migliorare le condizioni sociali ed economiche di questo famigerato Sud e questa perdutissima Calabria. Il nostro pensiero si trova profondamente d'accordo con quello dell'On. Wanda Ferro che ovviamente non accetta che si parli così di una terra che soffre e lotta quotidianamente. Eppure nel 2021 assistiamo a queste becere generalizzazioni, proprio oggi che vediamo vari tentativi del dott. Gratteri di sradicare questo tumore dai nostri luoghi, mai un giudizio positivo, mai un supporto a tutte le unità coinvolte in queste grandi operazioni.  Mai un messaggio pregno di speranza per chi lotta quotidianamente, mai un elogio al coraggio di chi rimane in Calabria, di chi investe nella propria terra, di chi spera di dare dignità ad un popolo bistrattato da sempre", spiegano.

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"Il calabrese deve finire di essere un mero luogo comune, e la Calabria deve essere messa nelle condizioni di uscire dalla visione di una “grande malata d’Italia”, frutto di questioni legate al passato dove lo Stato si è dimostrato assente e ha fatto trovare terreno fertile alla criminalità e alla corruzione. È ora che lo Stato non sia solamente presente nelle figure dei magistrati e delle forze dell’ordine, ma anche e soprattutto dal canto politico-sociale, in modo tale che venga restituita alla Calabria un’immagine che metta in rilievo la gente per bene che lavora, che sceglie di lavorare e studiare qui per dare il proprio apporto al riscatto che tanto brama e merita. La frase "Nessuno si salva da solo" deve essere uno dei nostri motti principali, perché solo coesistendo e cooperando, animati dal senso di giustizia, riusciremo a voltare definitivamente pagina, dando luce a quelli che sono i nostri punti di forza e alle nostre autoctone eccellenze". 

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