Il direttore sportivo del Catanzaro invita alla compattezza dopo il difficile avvio di stagione: “Non è un momento bello, ma ne usciremo insieme. Il mister ha la fiducia della società”
22 ottobre 2025 10:33di CARLO MIGNOLLI
“È un momento difficile, ma non disastroso. Ne usciremo tutti insieme e Aquilani non è in discussione”
Lo ha affermato il direttore sportivo del Catanzaro, Ciro Polito, nella conferenza stampa convocata per fare chiarezza dopo il complicato avvio di stagione dei giallorossi: sei punti in classifica, frutto di sei pareggi e due sconfitte, l’ultima delle quali maturata in casa contro il Padova. Una squadra che fatica a trovare ritmo, continuità e soprattutto quella vittoria che manca ormai da troppo tempo.
Equilibrio e continuità «Quando il momento non è dei migliori, è giusto che il direttore si metta a disposizione per spiegare e tranquillizzare l’ambiente. In questi momenti bisogna mantenere equilibrio, non sprecare energie in chiacchiere ma cercare soluzioni. Il confronto con società, presidente e allenatore è quotidiano. Non è un momento bello, ma nemmeno tutto nero: anche l’anno scorso eravamo partiti male e poi ci siamo ripresi. Dobbiamo restare uniti, società, squadra e tifosi: la nostra gente è straordinaria e deve essere la nostra forza».
Mercato e “limiti” «Quando il mister parla di limiti, oggi si riferisce a limiti mentali, non tecnici. È la prima volta che costruiamo una rosa su misura per l’allenatore. Poi non sempre si riesce a prendere tutti i profili desiderati, ma non è vero che la squadra non sia adatta. È forte, pensata per un campionato tranquillo e per la salvezza. Chi pensa ai primi due o tre posti sbaglia prospettiva».
Rendimento della squadra e giovani «Oudin deve accelerare e dimostrare in campo il suo valore, è un giocatore importante, ma non sta rendendo come ci aspettavamo. Per quanto riguarda i giovani, Liberali è rientrato da poco dopo il Mondiale, ma troverà spazio. È del 2007, non va caricato di troppe responsabilità. Anche Alesi è un ottimo profilo. La politica sui giovani continua, ma ora serve vincere: finché non arrivano i tre punti, le critiche sono giuste».
Fiducia ad Aquilani «Ad oggi non c’è nessun pensiero di cambiare allenatore, il mister ha la fiducia della società. Ha cambiato poco, anche per via degli infortuni di Di Francesco e Frosinini. Dobbiamo solo lavorare e vincere una partita, già da sabato contro il Palermo, per dare una gioia alla nostra gente. I giudizi si danno alla fine. Anche l’anno scorso partimmo male, poi ci siamo ripresi tutti insieme».
Carattere e personalità «Forse servirebbe una squadra più cattiva, più ignorante calcisticamente parlando, è vero che a volte ci manca cattiveria. Serve più grinta, più voglia di vincere i duelli. I giovani stanno dando spensieratezza, ma serve una vittoria per sbloccare tutti».
Difficoltà in casa «Forse in casa soffriamo la pressione di dover vincere per forza. A Genova e Monza abbiamo giocato alla pari, ma al “Ceravolo” abbiamo sentito troppo il peso dell’obbligo di vincere. Col Padova eravamo partiti bene, poi una palla persa e il rigore sbagliato da Iemmello ci hanno tagliato le gambe. Pietro tiene tanto alla maglia, ma anche lui è umano. La squadra ha dato tutto, ma serve più serenità».
La “cazzimma” che manca «È una squadra che gioca bene, ma il calcio bello a volte ti rende più leggero. Oggi i ragazzi sono diversi rispetto al passato: prima c’erano sei o sette giocatori con quella sana ignoranza, oggi va ricreata nello spirito di gruppo. Bisogna ritrovare la voglia di lottare su ogni palla e di non accettare la sconfitta. È questo che ci manca».
Il rapporto con i tifosi «Il Catanzaro per questa città è vita, e la Serie B è un patrimonio da difendere con i denti. Quando non si vince manca sempre qualcosa, non serve dire che abbiamo giocato bene: servono fame e determinazione. Ai tifosi posso solo dire grazie: ci sostengono fino al 95°. È giusto che ci siano fischi dopo una sconfitta, ma chiedo di restare compatti. Nei momenti difficili servono quelli che non mollano mai».
Le scelte di Aquilani «Il mister deve essere libero di fare le sue scelte, la responsabilità è sua. Io sono un direttore presente: se qualcosa non va, lo dico, ma non interferisco. Abbiamo i doppi ruoli quasi ovunque. Pandolfi ha giocato poco, ma è arrivato per ultimo. Cisse e Iemmello oggi sono difficili da togliere. In mezzo ci sono Buglio, Petriccione, Alesi… ma se gioca uno, l’altro resta fuori. Sono scelte tecniche, e servono tempo e misure per trovare equilibrio. Il mister aveva iniziato col 4-2-3-1, poi ha variato perché oggi trovare esterni veri è difficile. Ora cerca stabilità».
Mercato e unico rimpianto «Davanti abbiamo Iemmello, uno dei più forti della Serie B. Cercavamo profondità e l’abbiamo trovata in Pandolfi. In difesa avevo puntato su Verrengia, che è cresciuto molto fino all’infortunio di domenica. Bettella e Brighenti sono affidabili, e non credo che gli altri abbiano difensori migliori. L’unico rimpianto è Ghedjemis: era un esterno d’attacco di livello, avrebbe fatto la differenza».
La sfida col Palermo «Affrontare la più forte del campionato può farci scattare qualcosa dentro, mi aspetto una grande reazione. Forse è la partita migliore che potessimo affrontare adesso, giocare contro una squadra forte come il Palermo può tirar fuori l’orgoglio. Dobbiamo farlo tutti insieme: squadra, città e tifosi. È una bella partita da vivere uniti».
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