Il Coordinamento Sindacale Appartenenti Polizia, segreteria nazionale, ha scritto una lettera per richiedere la sospensione del green pass: al'Ill.mo Signor Presidente il Consiglio dei Ministri Mario Draghi, al senato della repubblica presidente senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Ministero dell'interno ministro Prefetto Lamorgese Luciana, alla Camera dei deputati presidente onorevole Roberto Fico, al ministero dell'interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Lamberto Giannini.
La lettera
"Ill.mo Signor Presidente del Consiglio Draghi, questa OS COSAP, com’è noto, ha sempre e con
fermezza manifestato la sua contrarietà a qualsiasi forma di discriminazione legata al compimento o meno del ciclo vaccinale.
Siamo fermamente convinti che si debba garantire a tutti la libertà di scelta se sottoporsi o meno ad un
determinato trattamento sanitario, a maggior ragione agli operatori di Polizia. Riteniamo quindi che la normativa sul Green pass, lungi dall’avere una funzione di sanità pubblica, abbia invece l'obiettivo di introdurre surrettiziamente l’obbligo vaccinale e questo in aperta violazione delle norme nazionali e sovranazionali; infatti, se da un lato la normativa europea di riferimento (1) * ha come scopo quello di agevolare la libera circolazione delle persone, la normativa interna (2)* ha scelto di imporre un modello
“punitivo” e discriminatorio (3)* che, seppur astrattamente riconducibile al dettato costituzionale, in realtà
appare del tutto sproporzionato e non idoneo a garantire l’esercizio responsabile delle libertà individuali.
Non si può tacere che allo stato attuale, con una progressiva diminuzione dei casi di contagio e dei
decessi e con una copertura vaccinale che ha raggiunto l’ottanta per cento della popolazione avente diritto, non appare assolutamente logica una normativa, di natura emergenziale, posticipata peraltro di un mese, che preveda disposizioni molto stringenti, idonee ad incidere in modo profondo (4)* sui diritti delle persone e sulla loro esistenza quotidiana, a fronte peraltro di soggetti contagiati pur essendo stati vaccinati.
*1 Regolamento UE 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021.
* 2 Decreto legge 22 aprile 2021, n° 52 convertito con modificazioni dalla legge 17.06.2021, n°87 e decreto legge 21 settembre 2021, n° 127.
* 3 Il Consiglio d’Europa, nella risoluzione del 27 gennaio 2021, stante l'attuale non obbligatorietà del vaccino e la contestuale necessità di rispettare il pieno esercizio della libertà di autodeterminazione degli individui, nel richiamare altresì gli artt. 8 e 9 della CEDU e l’ar . 5 della Convenzione di Oviedo del 1996 sui diritti dell'uomo sui diritti dell'uomo e la biomedicina, ha risolutamente affermato la necessità di assicurare che nessuno venga discriminato per non essersi fatto vaccinare.
* 4 Il considerando 6 del Regolamento UE 2021/953 riconosce il potere degli Stati membri di stabilire limitazioni, sempreché proporzionali e non discriminatorie, ma occorre che esse siano "strettamente limitat3 nella portata e nel tempo"
E' dunque, ancor di più viene meno il presupposto per il quale si assume di voler “costringere” alla
vaccinazione. Dai dati acquisiti, appare evidente che i vaccini siano efficaci contro la malattia ed i ricoveri, e molto meno contro la possibilità di contagiarsi e soprattutto di contagiare. Ma più in generale è l'insieme delle condizioni richieste dal Green pass a non essere garanzia scientifica riguardo alla non contagiosità.
Per rendersene conto, basta osservare che i vaccini hanno una propensione non rilevante nel proteggere
dal contagio (a differenza della robusta protezione che essi offrono riguardo alla malattia) e questo si rileva chiaramente dai foglietti illustrativi dei vaccini e dai moduli di consenso informato che vengono sottoposti ai vaccinandi; inoltre giova sottolineare che anche i tamponi hanno comunque un'efficacia temporale limitata, in quanto non garantiscono che l’infezione possa essere rilevata in fase embrionale, nel momento puntuale del riscontro strumentale (senza considerare la percentuale non trascurabile di errore); infine, anche le persone guarite non sono necessariamente protette da un successivo, ulteriore contagio.
Queste tre considerazioni riferite ad altrettanti presupposti richiesti per il Green pass sono claudicanti,
come già ampiamente spiegato, per cui ci si chiede come possano essere prese in considerazione per imporre un obbligo così pervasivo. Ma si può veramente pensare che la contagiosità o meno di una persona possa essere stabilita per decreto? Per tali motivi, presumiamo dunque che la libertà, che implicitamente è stata accordata ai cittadini non prevedendo l’obbligo vaccinale, risieda proprio nella logica secondo la quale vaccinarsi è una pratica che serve prioritariamente a difendere il diritto della salute individuale e non di quella collettiva. E qui casca l’asino, diceva Totò!!!
L’Art.32 della Carta Costituzionale sancisce chiaramente che nessun possa essere obbligato a curarsi,
ma che gli si potrebbe imporre un trattamento sanitario solo se, ed allorquando, la sua determinazione
contraria contrastasse con la tutela della sanità pubblica, altrimenti si arriverebbe al paradosso per il quale
bisognerebbe imporre cure obbligatorie per qualunque tipo di patologia contro la quale il paziente si mostrasse inerte. Se ciò non avviene è proprio perché ogni soggetto può scegliere liberamente di seguire pratiche terapeutiche e quant’altro valga a salvaguardare la propria salute, pertanto, ci poniamo delle domande, che in verità interrogano molti: perché non è stata sancita l’obbligatorietà del vaccino? Vuoi vedere che questo vaccino non offre grandi chance di frenare il contagio facendo conseguentemente venir meno i necessari presupposti di ragionevolezza e proporzionalità utili al superamento del vaglio di legittimità costituzionale? È possibile che vi siano forti timori di eclatanti rivolte sociali complicate da gestire?
Ed allora, se sono vere queste ipotesi, non sarebbe opportuno sospendere, fermarsi, arrestare questa
“marcia trionfante contro la libertà dei singoli”, considerando anche che ormai determinati effetti “indotti”
sono stati già prodotti ancor prima dello scadere dell’ultimatum? In altri termini: la prospettazione delle conseguenze non ha già prodotto gli effetti desiderati? Quanti vaccinati abbiamo avuto a seguito della “minaccia” del Green pass obbligatorio? Non bastano? Bisogna arrivare alle estreme conseguenze?
Si vuole stravincere?
Sia ben chiaro, noi siamo pur sempre rappresentanti di poliziotti, i quali non possono che rispettare le
leggi e, ancor di più, farle rispettare. Quando viene ordinata la carica ad un operatore delle forze dell’ordine, questi esegue il comando, a prescindere dalle proprie, personali idee, poiché il servizio alla Repubblica impone l’imparzialità e la terzietà di chi opera e noi sappiamo che quella imparzialità e quella terzietà sono il tratto distintivo, la cifra dei servitori dello Stato. Teniamo però presente che costoro operano quotidianamente ed incessantemente tra (e per) la gente ed hanno costantemente il polso del loro disagio; per cui le nostre osservazioni pescano nel divenire vivido della realtà pulsante, intercettata attraverso l’ascolto e la percezione degli umori e le esigenze dei cittadini; motivo per il quale gradiremmo di essere ascoltati visto che tocchiamo con mano certe comprensibili pulsioni sociali.
Manca ormai solo una decina di giorni alla fatidica data del 15 ottobre ed ancora non è stato deciso
nulla circa gli strumenti, i tempi ed i modi attraverso i quali si dovrebbe dare attuazione alla disciplina de qua. Non possiamo tacere sulle evidenti problematiche che potrebbero investire gli appartenenti alle
FF.OO. non vaccinati che, nella necessità di dover prolungare il turno ordinario di servizio, potrebbero
trovarsi nell'incresciosa e paradossale situazione di dover “scegliere” tra il rispettare la normativa anti covid ed adempiere ai doveri del proprio ufficio, rischiando così sanzioni amministrative, penali e disciplinari, nel caso in cui la validità del Green pass fosse in scadenza.
Come dire: voglio un cazzotto in faccia o un calcio nel basso ventre? A che cosa devono contravvenire gli appartenenti alle FF.OO? Né si può tacere sul fatto che, per andare a lavorare, gli operatori di Polizia debbano affrontare un costo economico considerevole, di alcune centinaia di euro mensili o, in alternativa, rinunciare al loro stipendio e non assumersi in servizio, con evidenti ricadute sull'efficienza del servizio stesso e dunque sull’ordine e la sicurezza pubblica e sul contrasto alla criminalità. Rappresentiamo all’Ill.mo. Ministro dell’Interno ed all’Ill.mo sig. Capo della Polizia la possibilità di attingere al fondo assistenza della Polizia di Stato per poter garantire la gratuità di tamponi, qualora questo nostro scritto non sortisca gli effetti auspicati.
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, Signori Ministri, Signori Senatori, Onorevoli Deputati,
ripensateci, prima che sia troppo tardi! Ci dispiacerebbe molto dover dire, con il senno di prima e l’evento di poi, che il COSAP l’aveva detto, vi aveva avvisati. Quante volte è accaduto, in occasione di eventi drammatici, che ci si è rammaricati per non essersi soffermati sufficientemente sulla ponderazione di epiloghi controproducenti e dirompenti? Non sarebbe opportuno comprendere che forse sia il caso di non andare oltre?! Confidiamo sul fatto che questo nostro scritto possa indurre a delle profonde e ponderate riflessioni e possa aprire un ampio dibattito sulla reale necessità di tali misure “eccezionali”, che rischiano di alimentare ulteriori divisioni in fasce sempre più ampie della popolazione contribuendo a radicalizzare ed estremizzare le posizioni sul campo e magari ad alimentare atteggiamenti ascientifici ed irrazionali, che potrebbero trovare terreno fertile in queste acque torbide. L’ occasione è gradita per porgere alle Ill.me SS.LL, distinti saluti IL SEGRETARIO GENERALE NAZIONALE Dr Sergio Scalzo".
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