A Squillace "Città solidale" di Padre Puglisi vuole indietro la tassa di urbanizzazione, il Comune non ci sta. Dubbi su immobile a Porto Rhoca

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Città Solidale
  11 ottobre 2019 17:06

di PAOLO CRISTOFARO

In un Comune come quello di Squillace, appesantito dai debiti e dai problemi finanziari ereditati da una cattiva gestione amministrativa, si apre l'ennesimo contenzioso relativo ad entrate economiche. Questa volta, in tribunale, l'Ente si oppone alla Fondazione "Città solidale Onlus" - della quale è responsabile legale Padre Piero Puglisi, un sacerdote - che si occupa di attività sociali ed accoglienza di richiedenti asilo e opera in varie aree della Calabria e che, a Squillace, è attiva sia nel borgo che nel quartiere Lido. La Fondazione chiede al Comune - con ricorso in tribunale e successiva emanazione di un decreto ingiuntivo - la restituzione di 9.378,60  euro per la tassa di urbanizzazione di un nuovo immobile in località Porto Rhoca, che sembrerebbe ancora in disuso (appellandosi al D.p.r. 380/2011, art. 17 comma 3). La questione è che a Palazzo Pepe non la pensano allo stesso modo.

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L'Ente ha deciso di resistere in giudizio contro il decreto emesso dal tribunale e contro le richieste di Padre Piero poiché l'immobile - edificato in zona residenziale - non avrebbe i requisiti per essere esentato dall'azione tributaria, né la Fondazione darebbe le garanzie necessarie per giustificarne l'esenzione. Non esiste, difatti - stando a quanto riferitoci in Comune, alcuna convenzione o alcun protocollo d'intesa per l'utilizzo di quella struttura per fini sociali o umanitari e la maggioranza, al Municipio, ritiene non legittimo il rimborso della tassa. I dubbi sorgono, nello specifico, relativamente alle garanzie future sul destino dell'immobile per la cittadinanza e per l'Ente medesimo. 

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Non essendoci nessuna particolare convenzione, difatti, il rischio - secondo gli amministratori - sarebbe quello di esentare dal tributo di urbanizzazione un edificio non vincolato, su carta, a specifici impieghi di carattere sociale o d'interesse generale, che, un giorno, potrebbe essere destinato ad altri scopi (o anche venduto) senza che l'amministrazione possa mai recuperare i tributi dovuti. Si attende ora che, in base alla decisione della giunta municipale di resistere in giudizio, il tribunale emetta un nuovo verdetto, che stabilirà se far battere cassa al Comune o se esentare la Fondazione dai circa 9mila euro di tasse.

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