di GABRIELE RUBINO
Dopo tanto tempo si è intravista un’irrituale compattezza nella galassia delle principali sigle sindacali dei dirigenti medici. Si sono uniti per dare battaglia al Dca 192 firmato dai commissari Cotticelli e Crocco lo scorso dicembre. E’ il decreto che stabilisce la metodologia per calcolare i fabbisogni triennali di personale delle Asp e delle aziende ospedaliere. In altre parole, le future assunzioni della sanità calabrese passano da qui. In penombra, da mesi, un apposito gruppo di lavoro periodicamente si riunisce presso il dipartimento regionale di Tutela della Salute per stabilirli su carta. La scadenza è fissata al 29 febbraio.
NUOVI FABBISOGNI, VECCHIA RETE OSPEDALIERA- Ad essere più avanti sono le aziende ospedaliere. Ad esempio il Pugliese-Ciaccio ha già deliberato, ieri, le tabelle del fabbisogno spalmate sui vari dipartimenti. Più indietro restano le Asp poiché il calcolo della quota territoriale va ancora elaborato. Va detto che i fabbisogni che saranno proposti dagli enti sono parametrati sulla vecchia rete ospedaliera (sul Dca 64 del 2016). Un provvedimento che ha ormai le ruggini di qualche anno alle spalle. Implicitamente significa che nei prossimi anni non ci saranno rivoluzioni su questo fronte.
L'ENIGMA DEL TETTO DI SPESA- In ogni caso, e questo è l’aspetto più curioso del dossier sul personale, le proposte degli enti andranno poi validate dalla struttura commissariale sulla base del tetto massimo di spesa. Questo limite, le aziende, incredibilmente ancora non lo conoscono nel dettaglio. Può capitare quindi che un’ospedale dica che ha bisogno di 100 medici ma avrà assegnati soldi per assumerne soltanto 20. Chi ha partecipato ai lavori nel dipartimento regionale riferisce che è stato risposto che il limite di spesa sul personale è quello del Programma Operativo 2019-21. Peccato che non sia stato ancora ufficialmente adottato dai commissari, ma semplicemente inviato ai ministeri per un preventivo via libera. Il criterio del limite massimo dovrebbe essere quello del -1,4% rispetto alla spesa del 2004. Grossomodo 1 miliardo e 150 milioni all’anno, su base regionale. Il nodo è come sarà distribuito fra le cinque Asp e le quattro aziende ospedaliere. Un riferimento lo si ha con il lontano Dca 39 del 2014 (epoca Scopelliti), ma da allora le carte in tavola sono parecchio cambiate. A naso si avverte un dirottamento verso gli ospedali accorciando la coperta del territorio. Per le Asp, in altre parole, non solo le assunzioni diventeranno complicate ma addirittura per alcuni servizi potrebbero risultare esuberi.
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