Avvocatura regionale. Lo scontro 'interno' e il ruolo della Responsabile dell'Anticorruzione

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  26 agosto 2020 09:58

Sono passati sei giorni da quando la Responsabile dell'Anticorruzione e della Trasparenza della Regione Calabria aveva chiesto conto della nomina ad interim come coordinatore dei legali regionali del segretario generale Maurizio Borgo ai direttori generali 'interessati'. Nello specifico, la Responsabile aveva scritto per ottenere la dichiarazione di insussistenza di situazioni di inconferibilità e incompatibilità prodotta dallo stesso Borgo al momento dell'accettazione dell'incarico. Nomina che era stata la 'reazione' del presidente Santelli alla decisione del Tribunale di Catanzaro di bollare come "illegittima" la sua precedente scelta, senza avviso pubblico, sul coordinatore dell'avvocatura (LEGGI QUI I DETTAGLI). Ciononostante fino a ieri pomeriggio, a quanto pare, nessun atto è stato trasmesso. 

LA VIGILANZA DELLA RESPONSABILE DELL'ANTICORRUZIONE- Non è chiaro se il ritardo sia dovuto al periodo 'estivo' in cui c'è più rilassatezza negli uffici o perché dall'altra parte prevale la convinzione della piena legittimità del decreto di nomina firmato dal presidente Santelli o ancora perché prevale la linea del temporeggiamento. Certo è che il decreto 107 è datato 17 agosto e teoricamente l'intera istruttoria (quindi tutti gli atti propedeutici, inclusi la dichiarazione del segretario generale) dovrebbe essere già in possesso del dipartimento proponente, in questo caso la Presidenza, che ne ha anche attestato la regolarità amministrativa. Basterebbe in altre parole un semplice inoltro della documentazione. D'altro canto la Responsabile dell'Anticorruzione non può girarsi dall'altra parte. La legge, in questi casi, assegna un potere di vigilanza che, stando alle linee guida dell'Anac, potrebbe sfociare nell'avvio di un vero e proprio procedimento fino ad arrivare addirittura ad una sanzione inibitoria nei confronti di chi ha conferito l'incarico. Insomma, non è uno scherzo.

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LO SCONTRO 'INTERNO' ALLA REGIONE- Così come non scherza il Consiglio dell'Ordine degli avvocati (COA) di Catanzaro che proprio ieri ha annunciato di aver impugnato il decreto di nomina di Borgo, riservandosi di inviare tutti gli atti alla Procura e alla Corte dei Conti (LEGGI QUI). E se questo è il fronte esterno dello scontro sull'avvocatura regionale, non meno insidioso è quello interno. I legali interni della Regione, che già avevano mal digerito la nomina fiduciaria di Maria Maddalena Giungato (uno dei quali aveva promosso il ricorso che è stato unificato con quello del COA), sono andati in subbuglio appena appresa la controffensiva presidenziale di piazzare Borgo ad interim senza procedere alla selezione pubblica, che avrebbe aperto anche alle valutazioni dei candidati interni, come 'ordinato' dalla sezione Lavoro del Tribunale di Catanzaro. Nella missiva con cui chiedevano il ritiro del decreto 107, anche loro investivano della faccenda la Responsabile regionale dell'Anticorruzione e della Trasparenza poiché gli "artt. 53 Tupi e 23 L. 247/12, oltre- in ipotesi- all'art. 8 L.114/14 depongono in senso nettamente contrario" rispetto alla dichiarazione di non esistenza di impedimenti al conferimento dell'incarico a Borgo. Una grossa patata bollente. (g.r.)

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