Caso commissioni a Catanzaro. Polimeni sentito per ore dal pm: spunta un documento chiave

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Caso commissioni a Catanzaro. Polimeni sentito per ore dal pm: spunta un documento chiave
Marco Polimeni, presidente del Consiglio comunale di Catanzaro

Il presidente del Consiglio comunale in Procura lo scorso 6 maggio. “L’abbandono delle riunioni può rispondere anche ad esigenze politiche". Nel parere comunale: "Non c'è un tempo minimo di permanenza per maturare il gettone"

  28 maggio 2020 15:21

di GABRIELE RUBINO

Sicuramente ci saranno stati casi di consiglieri componenti delle commissioni che abbiano partecipato alle riunioni soltanto per pochi minuti, verosimilmente per il solo tempo necessario ad apporre la firma di presenza o poco più. Io questo non posso saperlo con certezza, dato che non partecipavo direttamente alle singole riunioni delle commissioni”. E’ uno stralcio del verbale delle sommarie affermazioni rese dal presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Marco Polimeni. Il giovane politico è stato infatti ascoltato come persona informata sui fatti dal pm Pasquale Mandolfino, alla presenza di due ufficiali della Pg sull’affaire commissioni che vede indagati, a vario titolo, 29 consiglieri comunali. La chiusura delle indagini di "Gettonopoli" è stata notificata a dicembre dell'anno scorso. L'ipotesi di reato prevalente è di truffa aggravata attraverso falsificazione di atti pubblici, anche se ci sono vari "livelli": dai consiglieri che avrebbero indebitamente percepito i gettoni di presenza ai presidenti (in alcuni casi vice o verbalizzanti) delle cinque commissioni permanenti e i consiglieri-dipendenti che sarebbero stati assunti fittiziamente per intascare i rimborsi da parte del Comune. Polimeni (che non è indagato) è stato ascoltato per circa due ore e mezza lo scorso 6 maggio negli uffici della Procura di Catanzaro.

Banner

I PRESIDENTE CONTROLLANO LE COMMISSIONI, MA LA PRESENZA DEI CONSIGLIERI E' UNA QUESTIONE MORALE O ETICA- Nella prima parte Polimeni, rispondendo alle domande del pm, ha spiegato le attività e le funzioni delle commissioni consiliari permanenti, così come la persona addetta alla gestione o meglio al controllo dello svolgimento delle riunioni sia il presidente di ogni singola commissione. Pur soffermandosi su questo caposaldo, Polimeni poi ha precisato come a suo avviso "i presidenti cercano di mantenere il corretto svolgimento delle riunioni, ma non potrebbero pretendere la presenza in riunione dei singoli consiglieri se non per profilo morale o etico". Non ha negato che nel corso della consiliatura nata nel 2017 sia emerso il problema della scarsa partecipazione di alcuni consiglieri. Tuttavia, più per una questione politica che altro. Cioè il tema sarebbe stato semplicemente oggetto solo di scontro politico tra maggioranza e minoranza.

Banner

L'ABBANDONO DELLE SEDUTE PUO' ANCHE RISPONDERE AD ESIGENZE POLITICHE DEI CONSIGLIERI- Sugli abbandoni anticipati rispetto al termine delle sedute (certificate nelle registrazioni delle telecamere piazzate all'interno del Comune), il presidente del Consiglio comunale ha spiegato  come in alcuni casi questa può essere una scelta "politica" del consigliere. Decisione dettate da "esigenze politiche ed evitare il voto su un qualche argomento o, comunque, boicottare le scelte politiche che la commissione è prossima ad adottare". Insomma, una spiegazione al fatto che i consiglieri per varie ragioni non sono tenuti a restare incollati alle sedie della stanza (in maniera continuata) dove si celebra la sessione di commissione. Il giovane politico ha poi spiegato come i verbali delle riunioni delle singole commissioni siano accompagnati da un foglio ove singoli consiglieri (e non il presidente) attestano la propria presenza, molto spesso con l’indicazione anche dell’orario di ingresso e di uscita.Una "prassi" necessaria ad attestare la presenza presso il Comune e quindi l’assenza dal posto di lavoro per i consiglieri-dipendenti, ma anche adoperata  dagli eletti liberi professionisti o disoccupati. Sulla scarsa partecipazione Polimeni ha anche dichiarato che si era tentato (prima dell’esplosione del caso) di porre rimedio al problema attraverso l’introduzione del tesserino magnetico (badge). Evidentemente senza successo.

Banner

IL PARERE SUO E DEL SEGRETARIO GENERALE (COINCIDENTE CON LE INDAGINI): "NON C'E' UN TEMPO MINIMO DI PERMANENZA PER FAR MATURARE IL GETTONE"- Ad un certo punto, a Polimeni viene mostrato il parere reso dal Segretario generale, Vincenzina Sica, e controfirmato da lui stesso l’11 dicembre 2018. Proprio nel bel mezzo del periodo di indagini (infatti la parte relativa alla contestazione dei gettoni riguarda il bimestre novembre-dicembre 2018). Un documento rilasciato dietro la richiesta di chiarimenti uno dei presidenti (all’epoca) delle commissioni (Antonio Mirarchi), protocollata il 14 novembre 2018 e sollecitata due settimane dopo. Sostanzialmente, Sica e Polimeni, avevano risposto che al consigliere spetta il gettone se nel corso dello svolgimento della seduta della commissione viene meno il numero legale (quindi se è stata aperta "validamente"), ma non nel caso la seduta sia andata deserta dal principio. Inoltre avevano puntualizzato che, dall’interpretazione del Tuel, non esiste alcun riferimento a limiti di tempo sulla presenza, dunque sarebbe sufficiente la partecipazione alla “seduta valida” per maturare il diritto al gettone. Da quanto emerge dal verbale delle sommarie informazioni rese da Polimeni sembra che gli inquirenti volessero appurare la genuinità della richiesta di Mirarchi visto che coincide proprio con il periodo d’indagine. Polimeni ha detto il presidente della prima commissione dell’epoca aveva fatto notare già prima della richiesta scritta di novembre il problema. Lo avrebbe fatto più volte a voce. Circostanza che, a giudizio di Polimeni, escluderebbe che Mirarchi fosse a conoscenza dell’inchiesta quando ha inoltrato la richiesta. Lo stesso consigliere comunale inoltre aveva più volte chiesto, verbalmente e per iscritto, la necessità di un segretario verbalizzante (un addetto, non consigliere comunale), che avrebbe aiutato i presidenti ad essere più tranquilli nella redazione dei verbali delle commissioni. Una richiesta formulata anche da altri presidenti, tra gli altri Polimeni cita Consolante e Pisano.  

I CORRETTIVI (ANNUNCIATI) SULLA GESTIONE DELLE COMMISSIONI- Nell'ultimo passaggio Polimeni ricorda come lui stesso sia andato in televisione (riferendosi allo scontro con Giletti nel programma Non è l'Arena) "a difesa della città" e che sono in fase di studio una serie di correttivi ai lavori delle commissioni comunali. Oltre a rispolverare i badge, le videoregistrazioni delle sedute e la modifica del regolamento per introdurre una tempo minimo di partecipazione per far scattare il gettone. Anche se non nega che ci siano "riserve giuridiche" su questo aspetto. 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner