“Non è andata affatto bene,anzi ci sentiamo presi in giro”. Commenta così un sindacalista che ha partecipato oggi ad una riunione in videoconferenza con oggetto il protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi Socio Sanitari e Socio Assistenziali in ordine all'emergenza sanitaria da COVID-19. Un accordo che arriva a valle di quello nazionale del 24 marzo. La Regione Calabria, tramite il commissario ad acta Saverio Cotticelli, con il Dca 74 aveva adottato il protocollo sulla sicurezza dei lavoratori della sanità con i sindacati, il cui estensore è il dg del dipartimento Tutela della Salute Antonio Belcastro. Ma dalla Regione si erano “dimenticati” le principali sigle della dirigenza medica, limitandosi a quelle “generaliste”. Da qui era scaturita la reazione delle organizzazioni escluse che oggi hanno ottenuto un incontro, seppure a distanza. Così quest’oggi sono intervenuti i referenti regionali membri dell’intersindacale: AAROI EMAC con il Dr. Domenico Minniti (delegato anche per l'ANPO), ANAAO ASSOMED con il Dr. Filippo Maria Larussa, Giuseppe Pirillo per FESMED e per la FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) il Dr. Armòdio Lombardo. Oltre a loro, tra gli altri, c'erano i segretari generali della Funzione Pubblica della triplice Cgil, Cisl e Uil. La controparte era rappresentata da due delegati del dipartimento, ed in seconda battuta è intervenuto anche il commissario Saverio Cotticelli.
Dopo una lunga ed “accesa” discussione, non si è ancora raggiunto l’accordo. In teoria, il testo del protocollo adottato con Dca 74 statuisce “di riservarsi di sottoporre lo stesso analogo protocollo a tutte le altre Organizzazioni Sindacali dell'area del Comparto della Dirigenza Medica -Veterinaria e della Dirigenza Sanitaria, Amministrativa, Tecnica e Professionale”. Questa riserva non è stata sciolta, così come non appare per nulla scontato il passo più radicale, ossia che Cotticelli riveda tutto modificando Dca e protocollo. Alcuni fonti che hanno partecipato all’incontro hanno riferito di un atteggiamento "dilatorio" della Struttura Commissariale, ed una malcelata tendenza dei sindacati generalisti ad escludere quelli “autonomi” della dirigenza medica, pur maggiormente rappresentativi.
Non è escluso che nelle prossime ore, con il lasciapassare dei referenti nazionali, questi ultimi possano mettere in piedi azioni straordinarie contro questo atteggiamento. Fino alla minaccia di far valere la nullità del protocollo. Da alcuni è stato fatto notare come il testo non contempli il personale dirigenziale ospedaliero e docente che lavora nelle aziende ospedaliere universitarie, a causa dell’inserimento last minute di specifica norma inserita in fase di conversione in legge del decreto Cura Italia, in discussione in queste ore a Montecitorio. In Calabria, c’è l'Aou Mater Domini che potrebbe "far saltare il banco". Insomma, c’è maretta sul protocollo sulla sicurezza proprio del personale che in queste ore è in prima linea per affrontare l’emergenza, e di cui la sbandierata esaltazione, lamentano i sindacati autonomi: "Sa tanto di facciata". Le azioni "eclatanti" sono dietro l'angolo.
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