di GABRIELE RUBINO
Numeri ballerini, “attenzioni” particolari ed indagini interne nelle aziende sanitarie ed anche all’esterno con la Procura di Cosenza che si è attivata. Una mescolanza di mail interne, tamponi e viaggi fra Catanzaro e Torano Castello ha accompagnato i passaggi del nuovo “caso” che vede protagonista una Rsa calabrese: quella di Villa Torano. Tutto comincia con la comunicazione ufficiale del direttore sanitario della struttura Luigi Pansini che nella serata di Pasquetta aveva ammesso il ricovero di un’anziana della struttura, poi è risultata positiva al Covid-19. Nella nota si rassicurava sul fatto che la residenza assistenziale per anziani e riabilitativa era già pronta ad attivare all’occorrenza un modulo da venti posti letto per confinare i contagiati sintomatici. La preoccupazione c’era già quella sera e sarà confermata nei giorni successivi. Ma è sempre nella giornata del Lunedì dell’Angelo, 13 aprile, che c’è stato qualche cortocircuito nel normale rapporto pubblico-privato. O per usare le parole del commissario dell’Asp di Cosenza Giuseppe Zuccatelli, che ha chiesto al dipartimento Prevenzione una relazione per far luce su quanto accaduto, capire “come un privato abbia ricevuto materiale dalla Protezione civile”. Il privato, in questo caso, è la Medical Sport Center che gestisce, fra le tante, anche la residenza per anziani e riabilitativa “Villa Torano”.
NEL GIORNO DI PASQUETTA TAMPONI, TUTE, VISIERE E GUANTI CONSEGNATI A POGGI SU DISPOSIZIONE DEL DIPARTIMENTO TUTELA DELLA SALUTE- Dai documenti in possesso de La Nuova Calabria, non solo tamponi ma anche altri dispositivi di protezione individuale sono stati direttamente consegnati dalla Prociv alla proprietà della struttura di Torano Castello. Ma su disposizione di chi? Dalla corrispondenza interna all’Unità di Crisi della Cittadella Regionale non per indicazione del capo della Prociv Fortunato Varone, bensì del dg del dipartimento Tutela della Salute Antonio Belcastro. Alle 16.20 del lunedì di Pasquetta una funzionaria del dipartimento Salute (nei ranghi del gruppo di lavoro) comunica che “su disposizione del Dott. Belcastro, il Dott. Poggi Gianmario provvederà al ritiro dei seguenti DPI per l’RSA Villa Torano sita in Torano (CS): 200 tamponi (2 conf. da 100 pz) + 200 provette per tamponi (4 conf. da 50 pz); 20 tute di protezione (vedi cartone bianco con scritta Giallo); 300 guanti monouso mis. L; 200 mascherine KN95; 200 calzari”. Nel giro di meno di un’ora, la funzionaria integra il materiale aggiungendo all’elenco precedente: “15 visiere di protezione e 150 mascherine chirurgiche”. A presentarsi ai magazzini dove vengono smistate le forniture, non ci va Gianmario, bensì il padre Massimo Poggi, che è il rappresentante legale della Medical Sport Center Srl. Il verbale di ritiro viene firmato alle 17.30, peraltro su un modulo del dipartimento Tutela della Salute che è stato “adattato” al privato. Sono stati cancellati a penna i riferimenti alle Asp e alle aziende ospedaliere (che di solito ricevono i DPI) ed inserito proprio il riferimento all’operatore della sanità privata. Massimo Poggi ha attestato di aver ricevuto: “200 tamponi, 25 pezzi tute di protezione, 45 visiere e 300 guanti monouso”.
IL GUANTO UTILIZZATO PER TUTTI I TAMPONI, MA NE ERANO STATI CONSEGNATI 300- Non solo tamponi quindi ma anche tute di protezione, visiere e soprattutto ben 300 guanti monouso. I tamponi di certo sono stati utilizzati, non si capisce che fine abbia fatto il resto del materiale. A partire dai guanti. Infatti il primo prelievo dei tamponi è risultato “falsato” proprio perché chi lo ha eseguito ha utilizzato gli stessi guanti per tutti quanti gli anziani. Un fatto contrario al protocollo che ha indotto a richiedere la ripetizione dei campioni. Ma che fine ha fatto quella fornitura? In teoria doveva essere l'Asp di Cosenza a richiederle ed ottenerle per la successiva distribuzione alla Rsa. Secondo la proprietà di Villa Torano, l'azienda sanitaria era chiusa e vista la gravità della situazione, i tempi sono stati accelerati con la "procedura" descritta sopra. Fermo restando che la Regione, nonostante l'ordinanza sullo screening negli ospedali e nelle Rsa (la n. 20 del 27 marzo), è rimasta inerte soprattutto rispetto alle strutture private.
I TEST NEL LABORATORIO DEL PUGLIESE- Il giorno successivo, martedì 14 aprile, è quello in cui i timori di Pasquetta sono stati confermati. Nella mattinata dal laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale Pugliese di Catanzaro sono spuntati 22 tamponi positivi arrivati da Cosenza: 5 anziani e 17 operatori della struttura. Perché i test da Torano Castello a Catanzaro? Perché il Pugliese aveva da poco ricevuto 1.200 kit di reagenti dalla Protezione civile della Liguria (LEGGI QUI), mentre tutti gli altri laboratori calabresi erano a corto di tamponi e nel “periodo pasquale” avevano rallentato i ritmi. Il dato era ancora parziale, così nella serata si aspettano gli altri esiti. Dal laboratorio del Pugliese ne escono fuori 67: 39 anziani e 28 operatori. Presente alle operazioni c’era Massimo Poggi. Ha insistito sull’anomalia della quasi totalità di asintomatici fra i contagiati. Così nella notte ha chiesto ed ottenuto la ripetizione a campione dei tamponi. Successivamente è intervenuto il commissario Zuccatelli che invece ha ordinato di rifarli tutti quanti per l’errore “sul guanto unico”. I test sono stati eseguiti al Policlinico con 49 esiti positivi.
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