Fondazione Campanella, i guai del passato si pagano nel presente: ecco perché il buco milionario è spuntato adesso

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Il Policlinico di Catanzaro
  14 novembre 2020 21:04

di GABRIELE RUBINO

Si può pure scavare a fondo per nasconderli, ma i guai prima o poi escono. E fanno danni. Il caso della Fondazione Campanella, la struttura ospitata nel Policlinico di Catanzaro con l'ambizione di diventare un'eccellenza nell'oncologia, non solo è uno dei 'progetti' della sanità calabrese fallito, ma continua a produrre scorie. Circa un anno fa era esploso il problema della stabilizzazione dei precari al Pugliese e a Mater Domini. Molti infatti erano proprio gli ex Campanella assorbiti a tempo determinato nei due ospedali catanzarese. A risolvere il problema è dovuto intervenire il governo modificando i requisiti della Legge Madia con un emendamento inserito nella Legge di Bilancio. 'Sistemato' il personale è spuntata poi la questione dell'impatto sul bilancio dell'Aou Mater Domini

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L'ex commissario Saverio Cotticelli nella sua esibizione televisiva da Giletti a Non è l'Arena aveva ricordato che avevano "accollato alla sua gestione i 100 milioni di debito", riferendosi proprio al caso della Campanella. Di certo Cotticelli quando esplose la grana non aveva nemmeno in testa di sbarcare in Calabria (a gennaio 2019) ma questo non fa sparire il principio della 'continuità amministrativa', che in questo caso si declina nell'amministratore pro tempore di un Ente che si fa carico anche dei fatti pregressi dello stesso Ente. Vale per i sindaci che possono ritrovarsi debiti dei predecessori e vale (e già è valso) per il bilancio della sanità regionale con i commissari ad acta che si vedevano sbucare sopravvenienze passive di anni, e a volte decenni, prima. Perché il buco nel bilancio di Mater Domini legato alla Fondazione Campanella è comparso nell'esercizio 2019, e quindi nel conto regionale sotto la gestione di Cotticelli? La risposta è dentro la relazione illustrativa del bilancio 2019 dell'azienda ospedaliero universitaria approvato a settembre 2020. Per anni il Policlinico aveva iscritto i crediti vantati nei confronti della Fondazione Campanella per un totale di circa 64 milioni di euro. Escluso dal concordato fallimentare nel 2016, l'unica possibilità rimaneva 'tifare' per la Fondazione nella causa civile contro la Regione. Poi la svolta, a gennaio 2020 la Corte di Cassazione si pronuncia definitivamente dicendo che alla Campanella non spettano soldi dalla Regione e di riflesso Mater Domini resta a bocca asciutta. 

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Già il collegio sindacale per l'esercizio 2018 aveva sollevato perplessità a tenere in vita quei crediti, la pronuncia finale della Suprema Corte ha praticamente lasciato senza alternative l'attuale management dell'Aou, guidato da Giuseppe Zuccatelli, insediatosi a gennaio 2020 e che aveva già inviato una lettera allo stesso Cotticelli a giugno. Si è dovuto dichiarare insussistenti 20,8 milioni per i crediti degli anni 2009 e 2010 verso la Fondazione fallita e ad accantonare nel Fondo Svalutazione Crediti la differenza di quasi 42 milioni. Non potendo imbellettare o, meglio, falsificare i conti, è stato come mostrare un corpo nudo e con terrificanti ferite. Mater Domini chiuderà il bilancio a quasi -102 milioni di euro, lievitati anche per alcuni decreti ingiuntivi azionati dall'Università Magna Graecia. Come un cane che si morde la coda, lo squilibrio di Mater Domini risulterà determinante per l'ennesimo anno da conti in rosso della sanità regionale. Circa 160 milioni se si cumula il residuo del deficit 2018. La cosa beffarda è che pagheranno comunque i calabresi con addizionale regionale all'Irpef e Irap aumentate al massimo. La Fondazione Campanella è fallita da anni senza essere diventata un'eccellenza e i contribuenti continueranno a pagare più tasse a scoppio ritardato per una sanità regionale che funziona peggio di altre. Alla fine, ad 'accollarsi' i disastri altrui restano i cittadini comuni. 

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