La Regione Calabria ha approvato un piano per il potenziamento della rete ospedaliera: 134 posti letto in più di intensiva e 136 di semi-intensiva. Ma si aspetta l'ok del commissario per l'emergenza. Dovevano essere pronti per l'autunno in vista di un'eventuale seconda ondata
03 agosto 2020 07:47di GABRIELE RUBINO
"Stiamo aspettando l'autorizzazione del commissario per attuare il piano". E' quanto dicono dal dipartimento regionale di Tutela della Salute intendendo, in questo caso, per 'commissario' non uno di quelli 'straordinari', al momento a capo di Asp e aziende ospedaliere, e nemmeno quello 'ad acta', Saverio Cotticelli, bensì quello 'nazionale' per la gestione dell'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. Il 'piano' è invece quello presentato dalla Calabria con il Dca 91 che ha riorganizzato la rete ospedaliera (peraltro da pochissimo ritoccato) prevedendo l'incremento strutturale dei posti letto di terapia intensiva e la rimodulazione di altri per farcene posti da sub-intensiva. In altre parole gli ospedali calabresi, non per colpa loro o della Regione, finora non si sono mossi. LEGGI QUI IL DETTAGLIO DEL PIANO DI POTENZIAMENTO DELLE TERAPIE INTENSIVE
In linea teorica tutto deriva dal Decreto Rilancio con cui il Governo aveva deciso di puntare, su scala nazionale, al 'tiraggio' dei reparti con la ventilazione per i casi più critici in modo da essere attrezzati in autunno per l'eventuale seconda ondata. Per la Calabria la partita vale un finanziamento di una cinquantina di milioni (la parte dei lavori) con cui realizzare 134 posti aggiuntivi di terapia intensiva (per arrivare ad un totale di 280, vedi tabella) e ricavare altri 136 di semi-intensiva da quelli esistenti ma impiegati in altre discipline. Da quanto appreso, sarebbe arrivata l'approvazione del progetto da parte del ministero della Salute (dal dipartimento della Programmazione) ma quando le varie aziende era pronte a spingere per far partire i lavori è stato fatto notare come 'l'attuazione' spetti al commissario Arcuri. E dal manager di origini calabresi finora non è arrivato nulla. E pure se dovesse dare l'ok in queste ore, essere pronti per l'autunno è francamente inverosimile.
Per essere al passo con i tempi, nella previsione autunnale, negli ospedali calabresi dove sono previsti interventi ci dovrebbero essere già i cantieri. Invece, ancora non si può parlare nemmeno di progettazione esecutiva, che già di per sé richiede tempo. Poi le gare sui lavori, poi l'aggiudicazione e soltanto dopo i lavori veri e propri. Pur velocizzando al massimo, è plausibile che in autunno piuttosto che lucidare i nuovi letti di intensiva, si possano avviare i cantieri. Non proprio lo scenario ideale. Anche chi si era già portato avanti, praticamente in coincidenza con l'adozione del Decreto Rilancio, si è dovuto di fatto fermare. Al 'Pugliese' di Catanzaro, ad esempio, avevano pianificato di realizzare la palazzina Covid nella struttura dove si trova Malattie Infettive (aggiungendo un piano con la terapia intensiva), ma il collo di bottiglia 'nazionale' ha rallentato tutto.
A sentire altri del dipartimento regionale, la flemma governativa non è del tutto casuale. Forse ci potrebbe essere una sorta di ripensamento (nazionale) sul massiccio investimento sulle terapie intensive che, restando al caso calabrese, non hanno mai avuto un indice di occupazione preoccupante, nemmeno nei momenti di picco della 'prima' ondata. Ossia, tranne gli Hub i reparti non sono mai stati 'in saturazione'. Ma questo resta un pensiero, quel che è certo è che i tempi prima immaginati sul potenziamento dei reparti di intensiva e semi-intensiva non saranno veloci come annunciato. E non è detto restino solo sulla carta.
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