di GABRIELE RUBINO
Un “Centro di Malattie Infettive della Calabria”. A chiarire meglio la sua proposta che da giovedì sarà discussa dal tavolo tecnico istituito al Comune di Catanzaro, è il rettore Giovambattista De Sarro. Villa Bianca può servire oggi per il Covid-19, domani per eventuali “ondate di ritorno” e dopodomani per altri virus. Prima Covid Hospital e dopo un qualcosa interamente vocato alla prevenzione e alla lotta delle Malattie Infettive. Una struttura che può essere messa a norma con massimo “tre milioni di euro”, che potrebbe arrivare anche fino a 120 posti letto e che “se si vuole si può fare in due mesi”. Il destinatario dei messaggi del rettore dell’Umg è il commissario straordinario dell’Aou Mater Domini Giuseppe Zuccatelli che subito dopo il sopralluogo di ieri ha detto che non ci sono i tempi per un Centro Covid a Villa Bianca, ma che la soluzione più immediata sarebbe quella di utilizzare l’Edificio C del campus di Germaneto. Anche su questo il vertice dell’Università di Catanzaro chiarirà perché non è d’accordo.
“A VILLA BIANCA GIÀ SI FA ATTIVITÀ ASSISTENZIALE, COME SI FA A DIRE CHE LA STRUTTURA NON PUÒ ACCOGLIERE MALATI?”- Il primo punto che il rettore ci tiene a precisare è che la struttura nel quartiere Mater Domini già oggi ha unità operative che fanno assistenza. Dunque, la riconversione è più che fattibile. “A Villa Bianca esistono i reparti di cardiologia riabilitativa, medicina fisica, genetica, psichiatra, igiene e medicina preventiva, odontoiatria e protesi dentaria, laboratorio analisi, medicina legale e Farmacologia Clinica tutti operativi. Se non possono essere utilizzati gli spazi già occupati per le Malattie Infettive come mai sono per ora occupati da altre unità operative che vedono e visitano pazienti? Abbiamo 14 poltrone odontoiatriche e l’odontoiatria fa 3.763 prestazioni all’anno. Poi per gli interventi chirurgici - spiega- si va nell’unità di Maxillo-facciale che insiste anche su Germaneto e fa là i piccoli interventi che sono 437. Se tu da un lato hai chi ti fa attività assistenziale non puoi dire che quella struttura non è idonea ad accogliere malati. Certo se tu mi dici gli apparecchi radiologici sono vecchi, sì non lo metto in dubbio. La cardiologia interventistica – ha proseguito nell’elencazione delle attività- produce 12.698 prestazioni, la medicina fisica e riabilitativa produce 13.082 prestazioni (si producono a Mater Domini, vengono qui a Germaneto e fanno le consulenze ad oltre mille pazienti all’anno ricoverati qui. Sono colleghi che fanno la spola fra Germaneto e Villa Bianca). La psichiatria ha prodotto 4.538 prestazioni. Il centro di genetica si occupa di fibrosi cistica e di screening neonatale per l’ipotiroidismo congenito quindi serviamo l’intera Regione Calabria. Abbiamo fatto 56 mila prestazioni l’anno scorso. Per la fibrosi cistica 57 mila. La farmacologia sono quasi 3.300”.
IL SOPRALLUOGO E L'INVESTIMENTO PER LA RICONVERSIONE. PER IL RETTORE BASTANO AL MASSIMO 3 MILIONI DI EURO- Che fra il mondo accademico e il commissario Zuccatelli non corresse buon sangue lo si intuiva già dai ricorsi al Tar presentati dall’Umg sulla nomina del manager emiliano. Ieri, qualcosa non ha “funzionato” già nel sopralluogo. “Il signor Zuccatelli ieri ha fatto una cosa veramente incredibile. Lui la mattina ha riempito la parte relativa alla vecchia Radiologia dell’ospedale Mater Domini di scatoloni. Ieri ci ha portato per fare vedere il punto peggiore della struttura. Stamattina ho fatto un’ulteriore indagine perché quando ieri ha fatto dire al geometra dei 10 milioni di euro, erano ricompresi anche gli uffici amministrativi”. Una spesa che il rettore non intende includere perché non destinati alla cura Covid. De Sarro ha precisato: “Massimo se vogliamo farla diventare una casa di cura extra-lusso ci vogliono tre milioni di euro. Ma ne basterebbero due. Due perché è una struttura in parte utilizzata. Forse è bene che tutti sappiamo che questa struttura è dell’Università. L’Università ha utilizzato i fondi per costruire un ospedale. Questi soldi potevano essere dati alla Facoltà di Giurisprudenza, Economia, Sociologia e Farmacia, invece gli ha investiti in un ospedale perché secondo noi era la possibilità di portare un contributo alla formazione dei giovani calabresi".
VILLA BIANCA COME CENTRO DI MALATTIE INFETTIVE DELLA CALABRIA- “Villa Bianca – spiega il rettore- può diventare un centro dove oggi ci puoi mettere i malati Covid, domani i malati di colera e dopodomani i malati di un’altra patologia. Un centro dove puoi trattare i pazienti in una seconda fase. I pazienti affetti da epatite. Quei soggetti che possono diventare farmacoresistenti. Il fatto che tu utilizzi alcuni tipi di farmaci in un ambiente protetto ti garantisce che la farmacoresistenza non colpisca altri pazienti. Non è farmacologia pura. Penso di saperlo fare il farmacologo, essendo membro dell’Aifa e alla luce di tutto quello che ho pubblicato. Se si utilizzano antibiotici o antivirali bisogna farlo in ambienti protetti. Centro Malattie Infettive della Calabria. Lo Spallanzani non è solo centro Covid. Il Cotugno non è solo centro Covid. È un centro che serve a seconda della Malattie Infettive che infestano il nostro paese. Il Ciaccio e Madonna dei Cieli a Catanzaro erano dei sanatori per i malati di tubercolosi. E quando Zuccatelli viene a dire il vaccino - incalza De Sarro-, io che in Ateneo ho promosso il centro vaccinale e sono stato felice perché abbiamo vaccinato 4 mila studenti che non lo erano stati da bambini, so benissimo che i virus variano la propria composizione. Il vaccino che verrà prodotto andrà bene per il Covid-19 ma non andrà bene per un coronavirus successivo”.
TEMPI? DE SARRO DICE “BASTANO DUE MESI”. E POI ATTACCO A ZUCCATELLI: “UNO E TRINO E' SOLO IL PADRETERNO, NON LUI”- Ieri il commissario Zuccatelli aveva escluso l’ipotesi Villa Bianca come Covid Hospital anche e soprattutto per una ragione di tempi. Troppo dilatati, poiché secondo il manager arriverà prima il vaccino (ipotizzando la primavera 2021). “Non è vero – sostiene De Sarro-. Se lui volesse in due mesi rimetterebbe tutto a norma. Il sottoscritto ha costruito un’aula per 300 studenti al Policlinico nel mese di agosto. L’ho fatto perché era necessario per gli studenti. Se tu vuoi veramente rimboccarti le maniche si può fare. Così come abbiamo fatto in meno di una settimana un percorso che serviva per isolare i pazienti Covid dagli altri pazienti al Policlinico. In due mesi ti rimbocchi le maniche. Stai presente a Catanzaro non due o massimo tre giorni a settimana perché il dott. Zuccatelli viene il martedì e va via il giovedì sera o il venerdì. Dovendo seguire il Pugliese-Ciaccio, l’azienda Mater Domini e l’Asp di Cosenza. Penso che l’unica persona che è una e trina è il Padreterno, ma non lui. Se io rettore dovessi seguire tre cose contemporaneamente ne farei tre male. Se ne faccio una spero di farla bene". "Noi che siamo l’Università - dice il rettore- dobbiamo occuparci di tutti gli studenti calabresi e aiutare e collaborare con la sanità di tutta la Calabria. Il 56% che si ricovera da noi è di fuori provincia e una piccola parte di fuori regione. Costruire un centro Covid per la Calabria vuol dire rendere questa regione indipendente. Caso strano, ieri Bonaccini (Regione Emilia-Romagna) ha prospettato di fare un polo Covid nazionale in Emilia-Romagna. Allora mi viene un dubbio: caro dott. Zuccatelli non è che lei vuole levare i soldi alla regione Calabria e darli alla sua Emilia-Romagna?”. Venendo ai numeri dei posti letto all’ipotesi di 100 o 120 posti letto, il rettore conferma la cifra. “Si sistema l’ospedale in maniera modulare, li attivi se ti servono. Io spero che non arriveremo mai a più di 40 o 50 pazienti perché si vede che non hanno bisogno del supporto del Rianimatore”.
PERCHÉ IL “PADIGLIONE C” DEL POLICLINICO NON PUÒ DIVENTARE CENTRO COVID- Il commissario straordinario del Policlinico ha detto che la soluzione Covid più immediata è utilizzare l'Edificio C a Germaneto. Il rettore spiega perché non è la soluzione migliore. “È in contiguità con le sale di Rianimazione? No, non è in contiguità. I pazienti devono passare da C a B ad A. Noi abbiamo dato il migliore plesso che è quello A. Prendendo l’ascensore questi pazienti vanno direttamente nella sala di rianimazione. Li abbiamo parzialmente isolati, perché l’isolamento completo non è possibile averlo. Queste sono delle strutture una contigua all’altra. Secondo motivo. Il “Padiglione C” ha i laboratori analisi che verrebbero inquinati, ha le mense e laddove ci sono le mense non è possibile avere un reparto di Malattie Infettive. Inquinerebbe tutti gli alimenti, tutto il cibo. E mi pare strano che un igienista (riferendosi a Zuccatelli, ndr) questo non lo sappia. Terzo. Nel “Padiglione C” ci sono aule didattiche. C’è il famoso simulatore che ci invidiano tante università dove facciamo fare la prova pratica con il manichino a studenti specializzandi non solo di medicina ma anche delle professioni sanitarie. Io debbo privarmi di una struttura dedicata agli studenti soltanto perché lui (Zuccatelli, ndr) ha il pallino che lo deve mettere in C. Se io avessi offerto C, lui avrebbe detto Villa Bianca. Se vi studiate il soggetto, lui avrebbe detto no a qualsiasi cosa perché deve vincere la sua idea".
"ZUCCATELLI METTA D'ACCORDO IL SUO EMISFERO DESTRO CON QUELLO SINISTRO. PER LA TAC MOBILE VOLEVO CHIAMARE "CHI L'HA VISTO?"- C'è poi l’ipotesi inversa, cioè trasferire nel Padiglione C le attività “ordinarie” in quello A (dove al momento ci sono le degenze di Malattie Infettive e sotto la Terapia Intensiva dei Covid). Al settimo livello c'è stata una rimodulazione per neurochirurgia, ortopedia e chirurgia maxillo-facciale che attendono di poter recuperare altrove. De Sarro spiega: "Questa cosa prima condivisa con il dott. Zuccatelli adesso non va più bene: metta d’accordo il suo emisfero destro con quello sinistro. Sono passate tre settimane e stiamo aspettando una risposta. Non è che ogni giorno puoi cambiare idea. Io ho una responsabilità fondamentale, le persone che vengono qui perché ad esempio hanno bisogno di un intervento perché hanno un tumore devono essere garantiti affinché abbiano la possibilità minore di contrarre il contagio. Il dott. Zuccatelli - ha proseguito- da me è venuto soltanto una volta. Probabilmente non sa quali sono le strutture piano per piano. Come abbiamo fatto la contrazione delle nostre attività e probabilmente l’Edificio C neanche lo conosce perché per entrare mi deve chiedere le chiavi. Non ha nemmeno le planimetrie". Il rettore ha ancora memoria delle prime mascherine inviate quella a "bandana" e poi racconta un altro aneddoto. "Zuccatelli aveva offerto apparecchi radiologici mobili (ha detto che una Tac mobile per Germaneto). Volevo chiamare Rai3 a Chi l’ha visto? per vedere se l’hanno vista loro questa Tac mobile che ancora non ho visto. Vuoi venire incontro alla Calabria e a Catanzaro e far lavorare tutti in tranquillità o vuoi prenderci in giro? Perché lui secondo me sta prendendo in giro tutti i calabresi".
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