"La nostra quarantena con 15 figli". La famiglia Anania di Catanzaro racconta la sua quotidianità ai tempi del Coronavirus

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Il pranzo di Pasqua a casa Anania
  29 aprile 2020 18:54

di TERESA ALOI

La mattina, quando tutti sono immersi in una scuola invisibile ma presente, mamma Rita è già al lavoro da ore.  L’organizzazione è in un post-it gigantesco dove non sono ammesse deroghe: c’è chi pensa a mettere via i piatti e le tazze della prima colazione, chi stira, chi apparecchia, chi sparecchia, chi controlla i più piccoli e poi, magicamente (si fa per dire), all'ora di pranzo e cena  tutti seduti attorno al tavolo per mangiare insieme.

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A casa Anania, in quella villetta a via Fares, 110 metri quadrati su tre piani, si respira aria di casa. Del resto non potrebbe essere altrimenti in periodi di quarantena. Ma ad onor del vero è sempre stato così.

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In 18 sotto lo stesso tetto. Anzi 17 perché Priscilla si è sposata e vive a tre chilometri di distanza con un suo marito e proprio il 10 aprile ha reso Rita e Aurelio nonni di Filippo. Una gioia infinita, non goduta appieno, in periodo di emergenza. Ma grazie alle video chiamate hanno  conosciuto il neonato. Ci sarà tempo per abbracciarlo e coccolarlo a dovere. "Una sensazione strana - dice Rita - io, mamma di sedici figli, sentirmi nonna"  

E allora quindici figli, mamma  e papà.  Marta, 25 anni; Luca, 23; Maria, 22; Giacomo, 20; Lucia, 19; Felicita, 18; Giuditta,17; Elia, 16; Beatrice, 15; Benedetto, 13; Giovanni, 12; Salvatore, 10; Bruno 9; Domitilla 8 e Paola 7.   

L’impressione che si ha è che, dal 9 marzo scorso, l’unica cosa che è cambiata sono gli orari non più ferrei. Un piccolo regalo di questa pandemia: il riuscire a rivalutare il tempo e a goderselo maggiormente. Senza fretta. Per il resto l’organizzazione è quella di sempre. Non c'è scuola, non ci sono le uscite con gli amici. Tutti dentro, giorno e notte. Ma c’è la musica, la televisione, i giochi da tavola rispolverati.  Le "corse" sul balcone e il nascondino tra le scale. E poi c'è la fede. Quella grande fede che ritrovi in tutto in casa Anania.

“Stare chiusi dentro casa non è semplice – dice Aurelio – ma quello che ci ha sorretto e continua a sorreggerci  è il rapporto che abbiamo con la fede come famiglia. Facciamo parte del Cammino Neocatecumenale e nonostante non ci possiamo riunire, il mercoledì e il sabato, per sopperire a questa mancanza, celebriamo in famiglia la parola di Dio. Come le lodi domenicali o il Rosario recitato tutte le sere”.

Momenti di preghiera che hanno sostenuto, e continuano a farlo, Rita e Aurelio nella quotidianità e nell’organizzazione della casa.  La collaborazione, l’aiuto reciproco fanno il resto. L’amore e quel rispetto che non conosce confini l’uno per gli altri. Senza prevaricazione, senza prepotenze. Neppure da parte dei più piccoli. 

“L’unico ad mettere il naso fuori da casa  sono io  - racconta -  per sbrigare commissioni e per fare la spesa. Ma cerchiamo di andare al supermercato una volta a settimana. Massimo due”.  L’unico piccolo disagio sembra legato all’organizzazione dello studio dei ragazzi. Tutti e 15 studiano in un range che va dalla scuola elementare all’Università, passando dalla scuola media e dagli istituti superiori.  E allora si fa a turno. “Il mio computer l’ho ceduto. Ci studiano in tre e se mi serve devo chiedere il permesso- racconta sorridendo Aurelio - fortunatamente la scuola “ M.Preti” ci ha dato un tablet per le lezioni a distanza di Benedetto”.  

Anche gli spazi si ricavano: “Tre studiano al piano di sopra, nelle loro stanze, tre in cucina, tre nel garage, qualcuno all’ingresso e persino sulle scale”. Basta volerlo e tutto si supera. “Rita è bravissima - sottolinea con orgoglio Aurelio - segue i ragazzi nei compiti. Ha imparato a gestire egregiamente la didattica a distanza. Chi frequenta le  superiori si autogestisce, ma per i più piccoli ci vuole un costante aiuto”.

Aurelio per darle una mano si “sposta” in cucina aiutato da Marta. Stasera a cena a casa Anania si mangia sfoglia con ricotta e spinaci. E' il momento più bello.  "A tavola, regna il caos " spiega Aurelio. In 17 sarebbe surreale il contrario. Ognuno racconta la propria giornata tra video lezioni e video chiamate con gli amici. Ma il caos è di quello bello, che sa di risate, di gioia, di allegria. Di amore e di rispetto. Quel caos a cui per nulla al mondo Rita e Aurelio sarebbero in grado di rinunciare.

 

 

 

 

 

 

 

 

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