di EDOARDO CORASANITI
“Non ho mai ricevuto vantaggi o utilità da soggetti riconducibili alla STM, tanto meno il pagamento di due notti in albergo”. Eugenio Facciolla, procuratore di Castrovillari fino a pochi mesi e ora giudice civile a Potenza dopo un procedimento disciplinare del Csm, si sfoga in una denuncia-querela presentata alla Procura di Cosenza dopo alcune notizie di stampa su una inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Salerno sulla società STM e su due pernottamenti pagati con due rispettive carte di credito.
Facciolla affida a “La Nuova Calabria” la difesa personale della vicenda, denunciata agli in-quirenti dall’avvocato Ivano Iai.
“Non è mai stato indagato, né ha ricevuto alcun atto investigativo che lo colleghi alla vicenda “Exodus” in cui sarebbe coinvolta la STM; non si è mai occupato del software in questio-ne, direttamente o indirettamente, né l’ufficio di Castrovillari è stato mai in alcun modo coinvolto in affidamenti del tipo indicati; non è imputato davanti il Tribunale di Salerno per corruzione nei termini riferiti (affidamenti per 700.000 euro alla STM in cambio di impianti di video sorveglianza domiciliare nonché nell’uso di un telefonino”, scrivono il magistrato cosentino e il legale di fiducia.
Facciolla ai suoi colleghi ricorda però che “vero è che la Procura di Salerno contesta allo scrivente il reato di corruzione per aver affidato 12 incarichi (documentalmente provato che invece sono 3 incarichi appena per poche migliaia di euro) di noleggio attrezzature per inter-cettazioni alla STM in cambio di una scheda telefonica (documentalmente provato, una scheda nella disponibilità di Tignanelli, poi ceduta allo scrivente, registrata e sempre pagata dal sottoscritto e unica utenza nella sua disponibilità) e non dell’uso di un telefonino, e di una telecamera, una, e non impianti di video sorveglianza, asseritamente installata dalla STM nei pressi della sua abitazione in contemporanea esistenza dell’impianto (questo sì) di vedo sorveglianza collegato con la Questura, fatto installare sin dal 2004 dalla Prefettura di Cosenza”.
Per questa vicenda nei giorni scorsi la Procura di Salerno ha ribadito in aula la richiesta di rinvio a giudizio per il giudice cosentino.
Dunque, su un altro fascicolo di corruzione che vedrebbe indagati Facciolla e Tignanelli per l’”affare Exodus”, il giudice ora a Potenza sostiene di “essere del tutto estraneo né alcun atto lo ha mai visto coinvolto”.
Perché, sostiene Facciolla, una versione non conforme a quanto accaduto rischia di “ingenerare dubbi nel lettore circa l’effettivo coinvolgimento del sottoscritto nella vicenda “Exodus””.
Per questo il magistrato chiede che urgenti accertamenti alla Procura di Cosenza per far luce su “ignobili calunnie in suo danno la cui finalità, ormai chiara e imbarazzante, è quella di annientare in tutti i modi possibili i magistrati onesti ma scomodi”.
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