Le cravatte strette dai clan. Questura e DIA concordi sul legame 'ndrangheta-politica-massoneria

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Politici collusi
  30 gennaio 2020 16:50

di PAOLO CRISTOFARO

IL CONTESTO CRIMINALE RICOSTRUITO DALLA QUESTURA. E' stato divulgato ieri - a pochi giorni di distanza dal report della Dia sulle indagini del primo semestre 2019 - il bilancio della Questura di Catanzaro, contenente l'attività investigativa e di tutela al cittadino svolta nell'ultimo anno e gli obiettivi per il futuro. Ciò che emerge è un'inquietante immagine del quasi totale asservimento della politica agli interessi della 'ndrangheta e una sempre maggiore infiltrazione dalla mafia nelle istituzioni, nelle pubbliche amministrazioni, in politica e nella burocrazia. Emerge uno stallo del potere politico, assoggettato e compromesso (attivamente o passivamente) sin dalla campagna elettorale, fondata sempre troppo spesso sui voti che confluiscono dalla 'ndrangheta.

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Si legge di "un'afflittiva invadenza delle cosche". La Questura riporta che "non sparano più, troppo sangue richiama le forze dell'ordine e loro ormai hanno capito che è più conveniente concentrarsi altrove". Ciò che viene messa in risalto, con preoccupazione, è "una spiccata capacità delle cosche di infiltrarsi negli apparati amministrativi degli enti pubblici".  Secondo quando ricostruito dagli inquirenti - e più volte sottolineato anche dal Procuratore  Nicola Gratteri - "alla 'ndrangheta interessa molto mettere nei posti di comando sue persone per gestire la cosa pubblica, in particolare il denaro, gli appalti e i contributi europei [...] oggi le indagini ci dicono che sono i politici che si rivolgono agli 'ndranghetisti per avere voti". Scrive ancora la Questura che "in Calabria politica, burocrazia e criminalità organizzata sono unite da legami e rapporti di affari e convenienza".

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LE INDICAZIONI DELLA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA. Come detto, analoghe deduzioni erano riscontrabili nel report prodotto dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, già menzionate per la questione del traffico di rifiuti. (LEGGI QUI) "La 'ndrangheta, come noto, riesce ad alterare le condizioni di libero mercato con il monopolio su interi settori", scriveva la Dia. "Le attività condotte dalle forze di polizia sono riuscite a documentare in diverse occasioni il totale asservimento di amministratori pubblici alle consorterie criminali con il conseguente condizionamento delle gare d'appalto nello specifico settore", si legge dalle carte degli inquirenti. Facendo un confronto tra i dati emersi dalle inchieste degli ultimi anni, soprattutto per i settori di interesse rilevante, come quello della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti (LEGGI QUI), emerge già da tempo la predominanza capillare delle cosche su moltissime amministrazioni locali, con particolari riferimenti al reggino e all'area di Vibo, recentemente interessata dall'inchiesta Rinascita-Scott.

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RINASCITA-SCOTT, INFLUENZE POLITICHE E L'AUTOSTRADA "UNIVERSALE" DELLA MASSONERIA. Probabilmente, per capire l'estremamente complessa situazione politica e amministrativa calabrese - alla luce del già menzionato pressante controllo dei clan mafiosi - può risultare utile analizzare alcuni rilievi emersi proprio dall'inchiesta "Rinascita-Scott", della Procura di Catanzaro, . Nelle carte degli investigatori si legge chiaramente di "incontri con modalità riservate con esponenti della politica e della pubblica amministrazione [...] condotte in ausilio e favoreggiamento alla 'ndrangheta vibonese". Gli inquirenti - come emerso dal report della Dia e dal bilancio della Questura - anche in questo caso avevano segnalato il "radicamento e la forte penetrazione della 'ndrangheta in ogni settore [...] nelle università, negli ospedali, all'interno degli stessi servizi segreti, nella politica, negli affari e nelle banche."

Per gli investigatori impegnati in Rinascita-Scott, molti degli obiettivi si raggiungevano anche grazie a quella che definiscono "potente autostrada universale della massoneria". Anche la Questura concorda su questo punto, scrivendo che "gli 'ndranghetisti dispongono della massoneria e ne traggono benefici". Nel caso di alcuni indiziati vengono segnalati "numerosissimi contatti telefonici e incontri di persona dai quali si evince un interesse comune per la politica vibonese". Emblematica una delle frasi emersa dalle intercettazioni: "... ma qui ci sono pure politici di mezzo". In conclusione, il grado di infiltrazione nella politica e di commistione con la politica, da parte della 'ndrangheta, appare a dir poco preoccupante. A ribadirlo, senza mezzi termini, ancora una volta il bilancio emesso dalla Questura: "La 'ndrangheta in questo territorio ha condizionato tutto, non c'è settore che non abbiano toccato". 

 

 

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