Minacce, gioielli, negozi chiusi per debiti e un'escalation di prestiti usurai: la storia dei commercianti vittime degli aguzzini a Guardavalle

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images Minacce, gioielli, negozi chiusi per debiti e un'escalation di prestiti usurai: la storia dei commercianti vittime degli aguzzini a Guardavalle

  08 maggio 2020 14:14

di EDOARDO CORASANITI

La somma prestata, alla fine, era di circa 400mila euro; quella da versare a titolo di interesse usuraio è arrivata fino 46mila. Ma non c'è solo il denaro nella storia che coinvolge i coniugi di Guardavalle Francesco Galati (43 anni) e Giuseppina Taverniti (40 anni) arrestati questa mattina e accusati di usura ed estorsione aggravati dal metodo mafioso. E' indagata anche una terza persona, che avrebbe accompagnato Galati in un'occasione ma che secondo il Gip era all'oscuro delle conversazioni minatorie. 

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LEGGI QUI. Usura e minacce a due commercianti di Guardavalle: arrestata una coppia di coniugi vicina ai Gallace. Gratteri: "Fondamentale la denuncia delle vittime" (NOMI E VIDEO)

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Da quanto emerge dalle indagini che racchiudono i fatti in una cornice temporale che va dal 2016 al 2019 e dell'ordinanza del Giudice dell'udienza preliminare che ha disposto il carcere per Galati (detto "Il fascista") e i domiciliari per Taverniti (difesi dall'avvocato Vincenzo Cicino), la coppia avrebbe ricevuto non solo denaro ma anche bracciali, collane, cornici. 

Gioielli che le vittime dispongono per l'attività lavorativa (poi costretta a chiudere a causa dei passivi) e che in alcuni casi sono stati costretti a vendere per poter saldare i debiti. 
Perché dall'altra parte c'erano minacce aggravate dal metodo mafioso, o almeno così vengono descritte dagli inquirenti che raccontano come Galati in passato fosse stato vicino alla cosca Gallace.  
A giugno 2018, le parole diventano più pesanti e al centro delle intimidazioni ci vanno a finire il figlio delle vittime, un'attività commerciale di loro proprietà e di cui si sarebbero impossessati e ancora i gioielli. 

Le cose vanno più o meno così secondo il teorema accusatorio ricostruito dal procuratore Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto e dal sostituto procuratore Debora Rizza: il figlio viene minacciato di morte, l'attività commerciale nella parte superiore del paese trasferita ai due coniugi Gallace-Taverniti e i gioielli finiti nelle tasche (e addosso) ai presunti usurai.

Fin quando poi la svolta: le vittime si rivolgono dai carabinieri e denunciano la presunta escalation criminale che la storia ha vissuto. A partire da un bisogno iniziale di poche migliaia di euro per finire con cifre irrecuperabili, nonostante gli sforzi le minacce subite. 

Nei prossimi giorni si terrà l'interrogatorio di garanzia, durante il quale Galati e Taverniti potranno iniziare a ricostruire la vicenda dal loro punto di vista, cercando di ribaltare le accuse con le ricostruzioni affidate alla difesa.  

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