Morta donna di Soverato dopo un "ricovero da incubo a Lamezia". La Procura indaga su quanto denunciò la figlia

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images Morta donna di Soverato dopo un "ricovero da incubo a Lamezia". La Procura indaga su quanto denunciò la figlia
L'avvocato Giampiero Mellea
  06 giugno 2020 12:24

Una storia che non riserva il lieto fine. Non ce l'ha fatta la 61enne del Soveratese che nei giorni scorsi, tramite il suo legale Giampiero Mellea e sua figlia, aveva raccontato il mese da incubo nell'ospedale di Lamezia Terme.

La signora è morta oggi all'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Per oggi è previsto il sequestro della cartella clinica e successivamente sarà eseguita l'autopsia, così come richiesto subito dall'avvocato Mellea. I medici legali, dunque, avranno il compito di valutare e capire quali sono state le cause delle morte della 61enne. Dall'esito dell'esame autoptico potrebbe scaturire un'indagine per il reato di omicidio colposo.


LA STORIA: Tutto inizia il 14 febbraio scorso, quando la madre della denunciante, 61 anni, va all'ospedale Niguarda di Milano, per effettuare un intervento al fine di evitare la sacca per le vie urinarie. La signora è affetta da tumore alla vescica. L'intervento non va come sperato, la donna viene dimessa e si ritorna in Calabria. 

Il 7 marzo, a causa delle sue condizioni febbrili, viene portata a Soverato, ma lei stessa rifiuta il ricovero. Il giorno dopo, però, l'altro figlio della 61enne la accompagna a Lamezia Terme, dove viene ricoverata. Qui iniziano i problemi. "E' stata totalmente trascurata dal personale medico, versando in una condizione di totale abbandono. E, infatti, forse spaventati dal fatto che mia madre fosse stata nella zona rossa (e nonostante comunque risultasse negativa al Covid), il personale che l'aveva in cura ha evitato il più possibile di avvicinarsi a lei, tanto è vero che io stessa recandomi a visita avevo modo di vederla più volte sporca", si legge nella denuncia presentata alla Procura della Repubblica. 

E la donna racconta anche di altre conseguenze cliniche e mediche che hanno peggiorato la condizione della madre, fino alle dimissioni dall'ospedale di Lamezia Terme l'otto aprile. Dopo soli pochi giorni il nuovo ricovero all'ospedale Pugliese di Catanzaro. Da lì nasce, la denuncia che, supportata dall'intervento dell'avvocato Mellea, aveva già indirizzato gli inquirenti a indagare per capire cosa fosse successe in quel mese di ricovero.

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