'Ndrangheta e scommesse. A Rende negata la licenza ad un tabaccaio per legami con i clan

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Centro scommesse
  29 marzo 2020 18:19

di PAOLO CRISTOFARO

LE STRANE FREQUENTAZIONI E IL RICORSO RIGETTATO. "Difetto di affidabilità per le sue frequentazioni". Con questa motivazione la Questura di Cosenza ha negato, ad un tabaccaio di Rende, la licenza per l'installazione di videoterminali per la raccolta di scommesse. Lo si apprende dalla sentenza del Tar (presidente: Giancarlo Pennetti; estensore: Francesca Goggiamani) con la quale è stato rigettato il ricorso avanzato da parte dell'uomo.

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Le contestazioni avanzate dal titolare non sono bastate a convincere il Tribunale Amministrativo, che ha dato ragione alla Questura. Il soggetto in questione, infatti, avrebbe intrattenuto frequentazioni con soggetti con precedenti di polizia. La causa, già a febbraio 2020, era stata trattenuta in decisione poiché il Tar aveva ritenuto di accedere ad un casellario giudiziario. Dalla sentenza definitiva, ora, emergono rapporti con i clan di 'ndrangheta.

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I LEGAMI CON UN PREGIUDICATO E COL CLAN. A preoccupare Questura e Tribunale, infatti, non soltanto delle saltuarie frequentazioni con soggetti noti alle forze dell'ordine, ma in particolare un rapporto specifico. "Il diniego di licenza non risulta comminato per il riscontro di risalenti ed episodiche frequentazioni del OMISSIS con soggetti con precedenti di polizia, quanto per il riscontro della permanenza della frequentazione con uno di essi", scrive lo stesso Tar nella sentenza.  Desta sospetti, infatti, "il pericolo di possibile interferenza di questi, in quanto appartenente al clan OMISSIS, sulla gestione dell’attività di scommesse, notoriamente oggetto di interesse della criminalità", continua il Tribunale.

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Secondo quanto rilevato, difatti, il titolare dell'attività ha rapporti con un soggetto legato ai clan di 'ndrangheta. Egli "frequentava già nel 2007 per uscite conviviali" il soggetto in questione, "divenendone poi il cognato, e non ha dedotto né dimostrato la cessazione della frequentazione", si legge nel documento. Inoltre, la verifica del casellario giudiziario, ha consentito di appurare che la persona frequentata dal tabaccaio "risulta condannata (con sentenza confermata in Cassazione) per delitti di associazione mafiosa, estorsione ed in materia di stupefacenti". 

'NDRANGHETA E SCOMMESSE NEI REPORT DELLA DIA. Quanto emerso in questa specifica vicenda trova perfettamente riscontro nei dati raccolti dagli inquirenti circa le attività illecite e gli interessi della criminalità organizzata, non solo in Calabria, ma anche nel resto del Paese. In particolare l'interesse dei clan per il gioco d'azzardo e per le scommesse, emerge sia dalle attività delle Procure che dai report della Direzione Investigativa Antimafia.

Nel report della DIA, relativo al primo semestre 2019, infatti, si parla di "investigazioni che hanno riguardato la gestione di siti di scommesse sportive on line e il fenomeno del match fixing, documentando come anche le tecnologie offrano opportunità di infiltrazione, soprattutto in ambito transnazionale attraverso il sistematico ricorso a piattaforme di gioco predisposte per frodi informatiche, spesso allocate all’estero, che consentono l’evasione fiscale di consistenti somme di denaro. Il sistema, infatti, crea un circuito parallelo a quello legale, non tracciabile, del tutto clandestino rispetto al gioco autorizzato dallo Stato", ha riportato la DIA.

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