di EDOARDO CORASANITIGravità indiziaria da escludere. Con questa ragione, il Tribunale della Libertà di Salerno ha annullato la misura cautelare all'avvocato Marzia Tassone, accusata di corruzione nell'ambito dell'operazione "Genesi" e che vede coinvolto anche il giudice della Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini. Per i magistrati del riesame, il rapporto tra il legale e l'ex presidente della commissione tributaria non può essere configurato come corruzione in atti giudiziari: manca il patto corruttivo.
Sono tre le ragioni in particolare che hanno spinto i giudici campani ad revocare gli arresti domiciliari al legale, difesa dagli avvocati Valerio Murgano e Antonino Curatola e che avevano sostenuto come il narrato di Petrini fosse contraddittorio e che la ricostruzione operata dagli inquirenti sul materiale intercettivo fosse frutto di un travisamento: la ricostruzione degli inquirenti, trasfusa nell'ordinanza cautelare, è frutto di una errata percezione e travisamento del materiale intercettivo; gli accadimenti, così come ricostruiti, effettivamente non possono essere mutuati nella previsione del reato di corruzione in atti giudiziari, per mancanza del "patto corruttivo" che per l'assenza di un "sinallagma tra le vicende giudiziarie riportate nell'editto e il rapporto sentimentale che lega gli indagati", scrivono i giudici.
Altra ragione: quanto raccontato da Tassone risulta lineare e credibile, oltre che coerente con il dato intercettivo (così come ricostruito dalla difesa anche attraverso il deposto della consulenza trascrittiva realizzata sui file audio-video) a differenza della versione accusatoria offerta dal Petrini che, scrive testualmente il Tribunale: "dopo due interrogatori, nel corso dei quali rendeva dichiarazioni del tutto diverse e che, comunque, si tratta di circostanza che non emerge da alcun dato investigativo" .
Smontato, almeno dal Tdl, il quadro indiziario di un'indagine che ha fatto parlare tanto di sé. Per la gravità (presunta, dato che viene spessa dimenticata l'innocenza fino a sentenza definitiva) indiziaria e per episodi che più che rappresentare reati (o presunti) sono più vicini al pettegolezzo.
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