Operazione Helios. Il tentativo dei politici di "usare" Avr e Ase come "Centro per l'impiego"

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images Operazione Helios. Il tentativo dei politici di "usare" Avr e Ase come "Centro per l'impiego"

  09 giugno 2020 12:53

di TERESA ALOI

C'era chi chiedeva, senza tuttavia ottenerlo, un incarico di maggior rilievo o quantomeno di maggiore comodità e/o prestigio per il padre. Chi per il figlio. Chi ancora per lavoratori licenziati per "prolungate assenze ingiustificate". Assessori e consiglieri comunali di Reggio Calabria, anche un ex sindaco (di Taurianova).  Senza dimenticare i dipendenti delle società finite nel mirino della Magistratura con l'inchiesta Helios. 

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LEGGI QUI. Operazione "Helios": ecco chi sono i politici e gli imprenditori indagati (I NOMI)

Lo spiegano i magistrati della Procura di Reggio Calabria - Direzione distrettuale antimafia che hanno dato esecuzione a Roma e Reggio Calabria ad un decreto, emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, che dispone l’amministrazione giudiziaria (art. 34 d.lgs. 159/2011) per: AVR s.p.a. avente sede legale a Roma; ASE – Autostrade service – servizi al territorio s.p.a. avente sede legale a Roma; ed il controllo giudiziario per Hidro Geologic Line s.a.s. di Natale Marrara avente sede legale a Reggio Calabria  notificando contemporaneamente un avviso di conclusione di indagini preliminari nei confronti di tredici indagati. 

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Si alternava nella sua qualità di dipendente di AVR Spa e di Autostrade Service Servizi al territorio Spa.

Francesco Antonio Purrone, per i magistrati "agevolava  l'infiltrazione  delle imprese espressione o colluse con la 'ndrangheta nelle opere edili subappaltate o concesse dalle Spa nell'ambito di servizi e di gestione e manutenzione delle strade provinciali di Reggio Calabria , che erano loro affidate ed agiva quale riconosciuto interlocutore delle cosche della 'ndrangheta in ordine alle relazioni profittevoli - a sfondo predatorio- che queste ponevano in essere con le Spa".  

E poi, Giglio Genoese, che nella sua qualità di dipendente AVR Spa "agevolava gli interessi di imprese espressione o colluse  con la 'ndrangheta nei rapporti  con il ramo d'azienda della Spa  dedicato al servizio di raccolta dei rifiuti  nella città e conta urbana  di Reggio Calabria, e agevolava  inoltre gli interessi di altri dipendenti assunti  nella Spa grazie a raccomandazioni o pressioni mafiose , insinuando gli interessi della 'ndrangheta  nei sistemi di governance de citato ramo di azienda  agendo anche in maniera soverchia  rispetto alle gerarchie interne dell'azienda".

Avrebbe abusato delle sue qualità e dei pubblici poteri Armando Neri, vice sindaco del Comune di Reggio Calabria  nonché assessore agli Affari generali e Risorse umane, Servizi demografici e Decentramento, Organizzazione e qualità dei Servizi comunali, Patti per il Sud, attuazione del programma politico  e rapporti con i sindacati.  E questo "esercitando - si legge nell'avviso di conclusioni indagini - indebite pressioni  sui dirigenti della società privata  Avr inducendo l'amministratore Claudio Nardecchia e la dirigente Veronica Caterina Gatto a dare o promettere  indebitamente a lui o a un terzo  l'utilità consistente  nell'assunzione (o meglio dire nella rinnovazione del contratto di lavoro a tempo dterminato  in scadenza in favore)  di un lavoratore da lui stesso raccomandato  presso la società AVR  Spa o altre società del gruppo  procurando al lavoratore l'immediata utilità  consistita  nel conseguire indebitamente  un nuovo rapporto di lavoro  retribuito e a se stesso l'utilità di accrescere  il proprio "peso politico" e aumentare il proprio peso "elettorale".

Anche  Giovanni Muraca, assessore comunale di Reggio Calabria  con delega all'ambiente, monitoraggio  ambientale, Igiene, Patrimonio boschivo/agricolo, Verde pubblico e Istituzionale, Aumento raccolta differenziata, coordinamento sbarchi e Lavori pubblici,  avrebbe abusato delle sue qualità "minacciando talvolta esplicitamente, talvolta larvatamente di assumere una serie  di strumentali iniziative  vessatorie e potenzialmente pregiudizievoli  per la società AVR  quali contestazioni pubbliche al servizio dell'AVR dirette a screditare strumentalmente  la società e la qualità dei lavori  pubblici, in corso di esecuzione, esercitando pressioni   sui dirigenti e amministratori della società e in particolare  sull'amministratore  delegato Claudio Nardecchia e sulla dirigente Veronica Gatto  volte a far reintegrare  nel personale dell'AVR una coppia di lavoratori licenziati per giusta causa dalla società  soprattutto a causa delle prolungate assenze  ingiustificate". O anche "a far prorogare subappalto  relativo al ritiro dei rifiuti  ingombranti ad una cooperativa o, in alternativa, a far riassorbire  parte del personale dopo che il rapporto tra la cooperativa e la società  era cessato per l'aumento  del canone richiesto dalla subappaltatrice". 

Nell'inchiesta coinvolto anche Fabio Scionti, ex sindaco del Comune di Taurianova  - Comune sciolto nel dicembre scorso dopo le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali - che, secondo i magistrati avrebbe minacciato, "talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative potenzialmente pregiudizievoli per la società privata A.V.R. s.p.a. (società che aveva in corso di esecuzione vari appalti per la manutenzione delle strade e per la raccolta dei rifiuti soprattutto con la Provincia di Reggio Calabria) e comunque esercitando indebite pressioni sui dirigenti di tale società, induceva l'amministratore delegato  Claudio Nardecchia a dare o promettere indebitamente a lui o ad un terzo l'utilità consistente nell'assunzione (o, per meglio dire, nella rinnovazione dei contratti di lavoro a tempo determinato in scadenza in favore) di due lavoratori da lui stesso "raccomandati", presso la società A.V.R. s.p.a. o altra società del gruppo  procurando l'immediata l'utilità consistita nel conseguire indebitamente altrettanti nuovi rapporti di lavoro retribuiti e a sé stesso l'utilità di accrescere il proprio "peso politico" e aumentare il proprio "peso elettorale". 

Filippo Quartuccio, consigliere comunale di Reggio Calabria. Anche lui, per i magistrati avrebbe  minacciato," talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative vessatorie e potenzialmente pregiudizievoli per la società privata AVR. Spa" per far ottenere a suo padre "già dipendente dall'AVR Spa, un incarico di maggior rilievo  o quantomeno di maggiore comodità e/o prestigio, non riuscendo nel proprio intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà".

Anche Rocco Albanese, consigliere comunale di Reggio Calabria, avrebbe fatto pressioni minacciando di  screditare  la società  per "far ottenere a suo figlio già dipendente dall'AVR Spa un incarico di maggior rilievo all'interno della suddetta società,  un miglioramento della sua posizione lavorativa, non riuscendo nel proprio intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà".

E Antonino Castorina, consigliere della Città metropolitana  di Reggio Calabria con delega, tra l'altro, in materia di Bilancio che  "minacciando, talvolta esplicitamente talvolta larvatamente, di assumere una serie di strumentali iniziative vessatorie e potenzialmente pregiudizievoli per la società privata ASE Spa  quali controlli e ispezioni sugli atti di gestione della suddetta società appaltatrice ovvero una sensibile riduzione dei fondi stanziati in Bilancio per la manutenzione delle strade provinciali" per  ottenere "un atteggiamento più compiacente nei confronti delle richieste sue e degli altri amministratori della Città Metropolitana in materia di assunzione del personale, di sponsorizzazioni ed altro". Anche in questo caso  le richieste  andavano a vuoto "non riuscendo nel proprio intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà ".

 

 

 

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