di STEFANIA PAPALEO
Associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. In 68 erano finiti nella rete della Dda di Catanzaro alle prime luci del 15 maggio 2017. Boss e picciotti della ‘ndrangheta, ma anche imprenditori e insospettabili. Tutti travolti dall'operazione "Jonny", con un numero di indagati destinato successivamente a lievitare. E se è di stamattina la sentenza del Tribunale di Crotone, che ha emesso 21 condanne e 17 assoluzioni (LEGGI QUI), bisognerà attendere il 9 settembre prossimo per conoscere il destino processuale degli altri 66 imputati eccellenti, sui quali, a giugno del 2019, si è abbattuta la mano pesante del gup del Tribunale di Catanzaro, Carmela Tedesco, con condanne fino a 17 anni di reclusione.
Il presidente della Prima sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, Loredana De Franco, sulla scia del ricorso proposto sia dalla Procura che dalla difesa, ha disposto una citazione a giudizio per le ore 9,30 del 9 settembre presso l'aula bunker di via Paglia, per l'apertura del processo che vedrà parti civili il Comune di Isola Capo Rizzuto, il Ministero dell'Interno e l'Agenzia delle Entrate, la Federazione interregionale delle Misericordie di Calabria e Basilicata, l'Associazione Libera, la Confederazione nazionale delle Misericordie e Antonio Frustaglia, rispettivamente rappresentanti in aula dagli avvocati Gaetano Callipo, Luca Matarese, Frank Mario Santacroce, Vincenza Rando, Paolo Sanchini e Michele Gigliotti.
Al centro della vicenda giudiziaria, l’infiltrazione della cosca Arena nel tessuto economico crotonese e, in particolare, con il controllo mafioso, da più di un decennio, di tutte le attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza del centro “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto. La cosca, tramite Sacco, governatore della “Fraternità di Misericordia”, si sarebbe aggiudicata gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione nel centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa, affidati a favore di imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre famiglie di ‘ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all’accoglienza dei migranti.
Ed ecco, nello specifico, i nomi degli imputati e la sentenza impugnata.
Armando Abbruzzese 6 anni di carcere e 8 mila euro di multa,
Salvatore Abbruzzo 12 anni di reclusione;
Francesco Aceto, 5 anni, 6 mesi, 3mila euro di multa;
Antonio Francesco Arena (28 anni), 11 anni di reclusione;
Francesco Arena, condannato a 11anni e sei mesi;
Francesco Antonio Arena, 11 anni di reclusione;
Francesco Arena (59 anni) 11 anni di reclusione;
Giuseppe Arena (“tropeano”), 16 anni e 4 mesi;
Giuseppe Arena, figlio di Pasquale Arena, detto Nasca, (32anni), 11 anni di reclusione;
Pasquale Arena, detto “nasca” (62enne), condannato a 20 anni e 2 mesi;
Pasquale Arena (26 anni), condannato a 11 anni di carcere;
Salvatore Arena (60 anni), 10 anni e 8 mesi;
Luciano Babbino, 12 anni di reclusione;
Francesco Bruno, 12 anni di reclusione;
Francesco Caiazzo, 6 mesi di reclusione,
Leonardo Catarisano 12 anni;
Giuseppe Cosco, 8 anni;
Raffaele Di Gennaro, 14 anni di carcere;
Domenico Falcone, 12 anni;
Salvatore Foschini, 11 anni e 4 mesi;
Fiore Gentile, 11 anni e 4 mesi;
Francesco Gentile 16 anni;
Tommaso Gentile, 13 anni e 6 mesi;
Antonio Giglio, 10 anni e 8 mesi;
Nicolino Gioffrè, 13 anni e 4 mesi;
Aldo Giordano, 10 anni e 8 mesi;
Aurelio Giordano, 10 anni e 8 mesi;
Lorenzo Giordano, 10 anni e 8 mesi;
Maurizio Greco, 12 anni e 8 mesi;
Francesco Gualtieri, 12 anni;
Mario Guarieri, 1 anno, 8 mesi e 3mila di multa;
Andrea Guarnieri, 8 anni;
Nicola Lentini, 11 anni e 10 mesi;
Paolo Lentini, 16 anni e 4 mesi;
Vincenzo Lentini, 10 anni e 8 mesi;
Rosario Lentini, 17 anni di reclusione;
Giuseppe Lequoque 14 anni di reclusione;
Costantino Lionetti, 10 anni e 8 mesi;
Francesco Martiradonna 11 anni e 4 mesi;
Maria Morrone
Luigi Miniaci, 12 anni e 8 mesi;
Pasquale Morelli, (27 anni), 4 anni e 4mila di multa;
Antonio Giuseppe Morrone, 2 anni;
Paolo Muccillo, 4 anni di reclusione e 10mila euro di multa;
Angelo Muraca, 16 anni e 8 mesi;
Stefania Muraca, 1 anno;
Benito Muto 11 anni e 4 mesi;
Domenico Nicoscia, 40enne, 10 anni e 8 mesi di reclusione;
Salvatore Nicoscia, 10 anni e 8 mesi;
Fortunato Pirrò, 11 anni di reclusione;
Antonio Poerio, (48 anni), condannato a 20 anni;
Antonio Poerio, 31 anni, condannato a 10 anni e 8 mesi;
Fernando Poerio, 19 anni e 4 mesi;
Antonio Pompeo, 10 anni e 8 mesi;
Giuseppe Pullano, 15 anni di reclusione;
Mario Ranieri, 1 anno e assolto dal 416bis;
Domenico Riilo, 14 anni;
Francesco Romano, 12 anni e 4 mesi;
Leonardo Sacco, 17 anni e 4 mesi;
Maria Grazia Scerbo, 1 anno e 4 mesi;
Francesco Taverna, 11 anni;
Santo Tipaldi, 11 anni e 4 mesi;
Roberto Valeo 8 anni;
Manfredi Mario (assolto)
Ad affiancare gli imputati ci saranno gli avvocati della difesa: Stefano Ninpo, Salvatore Staiano, Romualdo Truncè, Saverio Loiero, Vittoria Aversa, Gregorio Viscomi, Mario Prato, Giovanni Merante, Rosina Levato, Francesca Bonopane, Luigi Villirilli, Giuseppe Merante, Gianni Russano, Vincenzo Girasole, Anna Marziano, Marinella Chiarella, Emilio Vitaliano, Francesco Laratta, Roberta Succi, Vincenzo Ioppoli, Francesco Gambardella, Francesco Iacopino, Nicola Tavano, Tiziano Saporito, Francesca Buonopane, PaoIo CoIosimo, Giovanni Vecchio, Francesco Catanzaro, Valerio Vianello Accoretti, Giorgio Accoretti Vianello, Roberto Coscia, Eugenio Felice Perrone, Gianfranco Chiariello, Rocco Corda, Giuseppe Barbuto, Mario Turano, Pasquale Lepera, Giovami Figliomeni, Antonietta Gigliotti De Nico, Sergio Rotundo, Mario Nigro, Giuseppe Napoli, Nico D’Ascola, Valter Burani, Vincenzo Cicino, Luca Cianferoni, Michele Bonsegna, Emilio Siviero, Guido Perri, Gianluca Vassai, Salvatore Iannone.
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