di MARIA DE MAIO*
Mancano ormai pochi giorni alla tanto attesa riapertura delle scuola e in tutta la regione si sente forte il fermento della popolazione scolastica: insegnati, studenti, bambini, genitori tutti in agitazione per cercare di capire se veramente il suono della campanella tornerà ad essere parte della loro quotidianità. È un clima insolito quello che si respira, un’atmosfera particolare in cui l’entusiasmo tipico di questa stagione si mescola alla paura e all’incertezza, un senso di smarrimento che rischia di smorzare il fervore della ripartenza rendendo ogni scelta difficile e problematica.
L’anno scolastico 2020-2021 sarà un anno diverso da tutti gli altri, questo lo sanno tutti, persino i più piccoli. Per ricominciare a fare scuola non basteranno un grembiulino e uno zaino nuovi, non sarà sufficiente riempire l’astuccio di matite e pastelli, non basterà un cartellone di benvenuto sulla porta per restituire ai ragazzi e alle loro famiglie la serenità perduta di un tempo in cui varcare la soglia della scuola significava semplicemente stare insieme, imparare insieme, crescere insieme.
Dopo mesi di necessario isolamento sarebbe impossibile non avvertire il rischio che un sistema sociale complesso come la scuola potrebbe comportare e se da una parte si chiedono alle istituzioni legittime garanzie di salvaguardia della salute di tutti, dall’altra non si può negare che la ricchezza dell’esperienza scolastica nel suo complesso (saperi, cultura, relazioni, esperienze) valga qualche rischio, valga ancor di più qualche sforzo sia esso di natura materiale, come la pedissequa osservanza delle norme igienico sanitarie, sia esso di natura morale sostenendo le scuole in questo difficile momento nel quale ogni scelta può sembrarci sbagliata e insufficiente.
È stato fatto ed è tutt’ora in atto un incredibile sforzo da parte dei dirigenti di tutte le scuole che, come sappiamo, stanno lottano da mesi per consegnare ai cittadini un sistema educativo che garantisca il giusto equilibrio tra sicurezza, benessere socio emotivo di studenti e lavoratori, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento e rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione. È una sfida, a ben pensare, già di per sé complessa e delicata che, nella nostra regione, si appesantisce con questioni ataviche quali l’inadeguatezza delle strutture, la carenza di fondi e personale e la mancanza di una reale sostegno da parte degli enti locali spesso incapaci di dare risposte concrete a problemi fondamentali che pur rientrano nel loro ambito di competenza.
Ma la scuola per fortuna non è solo questo. Così come ha dimostrato nei mesi passati, la forza e lo spirito della cultura, il desiderio di continuare sentirsi comunità educante sono capaci di andare oltre qualsiasi ostacolo e qualsiasi distanza facendo prevalere la voglia di accogliersi, conoscersi, ascoltarsi, il desiderio di rinascere all’interno di paradigmi organizzativi e didattici rinnovati dove la voglia di imparare, di scoprire, di progettare il futuro avrà certamente la meglio su ogni timore.
E se da una parte possono far paura le necessarie turnazioni che si prospettano, la riduzione dell’orario, le nuove regole di comportamento da osservare dall’altra, anche mettendo a frutto l’esperienza forte della didattica a distanza, le scuole sono oggi capaci di offrire opportunità didattiche innovative, prospettive di apprendimento permanente all’interno delle quali lo sviluppo delle competenze può finalmente avere la meglio sulla staticità del nozionismo. È il caso dell’Istituto Comprensivo Rende-Quattromiglia dove ormai sono entrati di diritto nel gergo scolastico quotidiano acronimi complessi come DDI (Didattica Digitale Integrata) STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts, Mathematics) e tutta quella serie di strategie didattiche già sperimentate nell’ambito dei Progetti Operativi Nazionali che puntano su un approccio olistico integrando le discipline tecnico scientifiche a quelle umanistiche e puntando sullo sviluppo del pensiero critico e sull’acquisizione di competenze trasversali che saranno utili ai ragazzi per superare i momenti difficili e sfruttare le opportunità e le risorse disponibili.
Sono sfide non semplici che riscrivono totalmente l’idea tradizionale di fare scuola, cambiamenti che tuttavia sono utili e necessari non solo per ottimizzare il tempo e le risorse ma, soprattutto, per offrire agli studenti un patrimonio culturale e un profilo di competenze che li renda capaci, sin dalla prima infanzia, di misurarsi con sfide cognitive basate sulla comunicazione delle idee, sulla collaborazione, sulla progettazione di piani di azione utili alla risoluzione dei problemi.
Serve l’impegno e la collaborazione di ognuno, è necessario mettere da parte pregiudizi e preconcetti, sostenere e dare un’opportunità alla scuola che cambia. Se lo vorremo, con l’aiuto di tutti, questo non sarà un nuovo anno scolastico ma anno scolastico nuovo, un nuovo punto di partenza, un’occasione per mettere a frutto ciò che è stato, per rinnovare alleanze educative che mettano veramente al centro la persona, un’opportunità per camminare insieme nella certezza che la cultura, la dedizione, la ricerca del bene comune sono le soli armi di cui possiamo dotare i nostri ragazzi per aiutarli ad affrontare le tante sfide del domani.
Buon Anno Scolastico a tutti!
*Docente Istituto Comprensivo Quattromiglia di Rende- CS
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