Rinascita Scott. L'avvocato Saraco: "Pittelli, chiave d'accesso al sistema corruttivo dei magistrati"

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Giancarlo Pittelli
  17 settembre 2020 22:09

di EDOARDO CORASANITI

Il giudice (sospeso) della Corte d'Appello Marco Petrini, l'avvocato Francesco Saraco, il medico Emilio Santoro, il collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio. 

I nomi sono quelli di chi mette nero su bianco le accuse (ora depositate all'udienza preliminare) contro Giancarlo Pittelli, avvocato e indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito di "Rinascita Scott", detenuto da 9 nove mesi a Nuoro.

Profili diversi e con caratteristiche diverse: Petrini, ora ai domiciliari, è il magistrato accusato di corruzione che prima ha accusato Pittelli e poi è tornato indietro, sostenendo di aver pronunciato le accuse in un momento di difficoltà personale e umana causata dalla detenzione avvenuta pochi giorni fa (LEGGI QUI); Virgiglio è collaboratore di giustizia dal 2009 e nei procedimenti "Solare" e" Cent’anni di storia" è stato definito inattendibile per i fatti oggetto di quel giudizio. A pagarne le spese è l'ex sindaco di Gioia Tauro, finito in carcere e poi assolto. Inattendibilità che già al Tdl viene sollevata dagli avvocati della difesa, Salvatore Staiano e Guido Contestabile: "Ricostruzioni largamente generiche e prive di riscontri".

E in effetti non è la prima volta che il nome di Virgiglio compare negli atti dell'operazione "Rinascita Scott".  Il Gip di Catanzaro, Barbara Saccà, lo identifica come una persona in grado avvalorare le tesi già ricostruite: "Le dichiarazioni del Virgiglio assumono rilievo pregnante perché consentono di dare conferma ad un quadro, per vero già granitico, abbondantemente emerso a carico del Pittelli, quale soggetto "sussurrato all'orecchio", appieno inserito nella ' ndrangheta".

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E se il primo della lista a febbraio scorso punta il dito su due episodi (sentenza d'omicidio a carico di Nicholas Sia e provvedimento di confisca per Rocco Delfino), gli altri due si soffermano su situazioni non accompagnate da episodi o circostanze. 

Saraco, indagato in "Genesi", a giugno scorso parla di Pittelli definendolo come "un soggetto che ha iniziato la sua attività politica grazie ai voti della 'ndrangheta. Inoltre mi è stato detto che aveva il ruolo di "venerabile" all'interno del G.O.I, ma non so precisare il grado ed infine aveva rapporti intensi con magistrati e tra questi Petrini". 

Per Saraco, Pittelli avrebbe frequentato la Roma Bene grazie al ruolo ricoperto in politica. Ma non solo: il noto penalista era la chiave d'accesso al sistema corruttivo dei magistrati.

Le fonti? Voci, colleghi, persone che "in questo momento non sono in grado di indicare", continua l'avvocato senza saper evidenziare gli episodi corruttivi. 

Ancora voci e quindi "non sono in grado di indicare quali tra le varie locali di 'ndrangheta abbia appoggiato Pittelli per le sue elezioni, né sono in grado di dire se sia stato appoggiato dalla provincia o da altra organizzazione più vasta che le varie 'ndrine si danno". Saraco ne ha ancora: "Non sono in grado di aggiungere altro su magistrati massoni occulti e di tutte le persone che abbiamo citato, l'unico di cui so che era un massone venerabile". 

Anche Emilio Santoro, medico e sottoposto al divieto di dimora in "Genesi": "Conosco l'avvocato Pittelli che so essere stato in passato anche parlamentare eletto in Forza Italia. Il presidente Petrini mi aveva confidato di essere con Pittelli in ottimi rapporti".

Il 12 giugno scorso rincara la dose Cosimo Virgiglio: "La carriera di Pittelli fu decisa nell'ambito massonico, comprensivo del sistema parallelo, perché lo stesso era particolarmente abile nelle relazioni personali. L'avvocato Pittelli nasce come persone onesta. Tuttavia lo stesso aveva anche il  compito di intrattenere rapporti con i magistrati in maniera occulta. Di tutto quello che riferisco in ordine alla loggia Pitagora e ai suoi appartenenti ne sono a conoscenza perché aveva il ruolo di Maestro Venerabile e, quindi, doveva essermi noto". 

Virgiglio sostiene di aver partecipato ad un incontro con Pittelli al Goi (Grande Oriente d'Italia, ndr). Era il 2004 e l'avvocato catanzarese sognava la poltrona al Senato: "Pittelli faceva parte di una loggia regolare. Successivamente entrò a far parte di logge coperte, in modo da potere da un lato rimanere "pulito" come esponente di logge legali, dall'altro, attraverso i legali con la massoneria pulita, aver rapporti anche con canali criminali".

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Il resto, la maggior parte delle dichiarazioni, è omissato. 

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