di GEMMA FARACO
Il periodo emergenziale ha mostrato il vero volto della Scuola; la Scuola che non si arrende, non si ferma, rimane “aperta” nonostante la “chiusura” degli edifici. I docenti, tutti, con professionalità e passione hanno affrontato le nuove sfide che il particolare momento storico ha chiamato a vivere sperimentando nuove forme di comunicazione e di relazione oltrepassando schemi fino a pochi giorni prima intoccabili. Attraverso l’azione didattica nelle classi virtuali, alunni e studenti hanno vissuto una (seppur nuova e diversa) “normalità” approcciandosi ad un nuovo modo di fare Scuola. L’agire quotidiano è stato improntato a evitare carichi cognitivi e sovrapposizioni; a privilegiare un approccio didattico basato sullo sviluppo di competenze, orientato all’imparare ad imparare, allo spirito di collaborazione, all’interazione autonoma, costruttiva ed efficace; a privilegiare la valutazione di tipo formativo per valorizzare il progresso, l’impegno, la partecipazione, la disponibilità di alunni e studenti nelle attività proposte osservando con continuità e con strumenti diversi il processo di apprendimento; a utilizzare differenti strumenti di osservazione delle competenze per registrare il processo di costruzione del sapere di ciascuno; a garantire alle famiglie l’informazione sull’evoluzione del processo di apprendimento nella didattica a distanza.
Le competenze fin qui sviluppate, frutto di un ripensamento dell’agire didattico quotidiano, devono, nella fase di organizzazione del nuovo anno scolastico, essere utilizzate come base di partenza per costruire una “Scuola Nuova” da vivere in nuovi ambienti di apprendimento, con moduli orari non rigidi e una organizzazione flessibile del lavoro dell’insegnante che deve potersi relazionare sia con l’intero gruppo classe che con piccoli gruppi, differenziando gli interventi e favorendo la partecipazione attiva di tutti e soprattutto degli alunni con bisogni educativi speciali.
Da un punto di vista meramente didattico, è necessario ripensare al curricolo di scuola, ai contenuti delle singole discipline che devono essere riorganizzate in nuclei essenziali e alle metodologie di apprendimento che diventano tanto più efficaci quanto più sono proposte in forma problematica e come compiti di realtà che inducono la formulazione di ipotesi e la ricerca, in autonomia, di informazioni a sostegno delle proprie tesi. E’ indispensabile, inoltre, costruire nuove alleanze educative con i genitori che, affiancando la scuola, incoraggino all’agire autonomo e responsabile.
In vista della ripresa, occorre definire, a livello nazionale prima ancora che territoriale, un protocollo di intervento che tuteli la salute di tutti.
Nel primo ciclo di istruzione soprattutto, la scuola ha il dovere di garantire socializzazione, integrazione, inclusione sociale; stimolare, attraverso attività anche ludiche, lo sviluppo cognitivo, relazionale, emotivo. I bambini della Scuola dell’Infanzia necessitano di essere accuditi e la cura passa attraverso il “contatto fisico”; il distanziamento sociale non è di facile applicazione ed è di sicuro difficile immaginare che essi possano adottare in maniera consapevole i comportamenti di prevenzione consigliati. Occorrerà ridefinire il numero di bambini per sezioni e pensare alla didattica in presenza per e con piccoli gruppi in numero differente in relazione alla capienza delle aule.
Per la Scuola Primaria e Secondaria di Primo grado occorre pensare a soluzioni che tengano conto del distanziamento suggerito nella realtà degli spazi a disposizione. Bisognerà sfruttare tutte le pertinenze, adibire a “luoghi di lavoro” i cortili (bel tempo permettendo), le palestre, i laboratori; organizzare piccoli gruppi in presenza salvaguardando il bisogno di socialità del singolo. La responsabilità dell’organizzazione delle attività in presenza nella delicata fase di convivenza con il virus, non può essere lasciata alla singola scuola; essa deve essere frutto di una collaborazione operosa tra tutti gli attori territoriali: enti locali, ASP competenti, famiglie, associazioni, altre scuole operanti nello stesso territorio. Solo facendo rete e ricercando collaborazioni si potrà arrivare a definire il giusto agire per la salvaguardia del diritto allo studio e alla salute di tutti. Solo agendo in collaborazione con i territori sarà possibile delineare scenari praticabili e, nell’ipotesi di una scuola che preveda didattica in presenza e in remoto, uniformare gli approcci garantendo stesse modalità di erogazione in termini di frequenza e durata delle lezioni, stesse modalità di gestione della comunicazione per il coinvolgimento delle famiglie e, soprattutto, stessi criteri di valutazione degli apprendimenti.
*Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Montalto Uffugo Taverna-Cosenza
IL DIBATTITO (LEGGI GLI ALTRI CONTRIBUTI)
La dirigente scolastica di Cosenza, Paradiso: "Ripresa difficile..ma necessaria!"
Loredana Giannicola (dirigente scolastica a Cosenza): "La ripresa a settembre. Ma come?"
La dirigente scolastica di Crotone, Anania: "Settembre andiamo, è tempo di... riaprire"
La docente di Lamezia Terme, Angela Graziano: "Soluzioni? Io ne vedo poche…"
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